Capitolo 30

31 5 0
                                    

"Cazzo, che schifo che mi fate!" ci gridò contro zio George, aveva telefonato diverse volte dopo aver sentito i messaggi che gli aveva lasciato Philip in segreteria, ma non gli avevamo risposto quindi era venuto da noi beccandoci sul dopo pera, mi sentivo completamente stonato, non riuscivo a seguirlo e guardando Ila mi sembrò provasse lo stesso, era seduta al tavolo e si reggeva la testa con una mano, "Ok, ok, capisco il bambino, capisco che avete scelto la strada più facile, ma la vita è fatta di questo, di  gioie e dolori, non potete sempre scappare e rifugiarvi in un mondo tutto vostro! Non è così che si affrontano i problemi, cazzo Ila, non ci hai pensato neanche per un'attimo che ti mancava tanto così per uscirne completamente?!?!" continuò George mentre noi lo guardavamo con fare inespressivo, lo vidi andare in bagno e questa cosa mi confuse ancora di più, uscì dopo un po' portandosi dietro il piccolo specchio da appoggio che avevamo accanto al lavandino, mi ci fece specchiare, sembravo un fantasma, ero di un bianco cadaverico ed avevo enormi occhiaie, fece lo stesso con Ila, "Riuscite a guardarvi porca misria?? Pensate sia bello ciò che vedete? A me sembrate due cazzo di cadaveri!" Sospirai e mi accesi una sigaretta, Ila mi fece segno di passargliene una e mi imitò, "George noi andiamo via" si voltò di scatto verso di me "Dove?" mi chiese, "Ad Oslo, da un amico, allontanandoci dal giro di Chicago riusciremo a disintossicarci" lo vidi ridere in modo ironico, mi stava prendendo per il culo, "Tu pensi che vi basti andar via da Chicago per disintossicarvi? Sul serio? Prego! Accomodatevi pure! Spero però che non torniate in un cazzo di sacco nero!" gridò in concomitanza con il campanello che suonava, "Andate via non è il momento" gridai senza neanche vedere chi fosse, "Rory apri! guarda chi ho trovato per le scale" era la voce di Jemie, feci per andare ad aprire e vidi zio George recuperare il soprabito per poi andare via, si bloccò quando da dietro il moro spuntarono mia madre e mio padre, alla loro vista imprecai, Jemie mi sorpassò e raggiunse Ila,"Come stai piccola?" gli sentì dire prima di tirare una sedia e sedersi accanto a lei, "Andate via! Perchè cazzo siete qui?" dissi ai miei  con voce pacata, dopo quel giorno in fabbrica questo era proprio il momento meno adatto per vederci, "basta Rory!" Ila mi raggiunse e mi prese la mano incitandimi a lasciarli parlare, "Ci spiace" accennò mia madre con un filo di voce e gli occhi lucidi, la scena era patetica, "oh beh, devo ammetterlo, da quando era entrato in gioco il bambino sembrava poteste essere genitori migliori, comunque sia preferisco la verità ad una bella bugia" feci spallucce e con una mano li invitai ad andare via, anche perchè mi rendevo conto guardando Ila che fosse esausta, "Possiamo almeno conoscere le tue intenzioni Rory?" mi chiese mio padre, allora decisi fosse il momento giusto per dire anche a loro che saremmo andati via per un po', "Ok Rory, continuerò a darti mensilmente ciò che posso, sarà compito tuo però badare alle spese e ovviamente dovrai pagare l'appartamento" lo guardai, non potevo pagare l'appartamento e vivere con i pochi soldi che mi mandava, "Cazzo pà e io come ci vivo per un mese se devo scalare anche l'affitto!" ero teso, troppo teso, sentì ila poggiarsi con la testa sulla mia spalla e massaggiarmi il collo, questo mi fece rilassare leggermente, "Ce la farete, entrambi, non dimenticare che state partendo per disintossicarvi!" disse serio "Buona fortuna" terminò zio George prima che tutti e tre scomparissero dietro la porta d'entrata...

🖤

Carezzai nuovamente il collo di Rory per poi lasciargli un bacio sulla guancia, "Ce la faremo, dobbiamo stare lì solo pochi mesi e poi realmente il nostro scopo è disintossicarci o sbaglio??" lo vidi annuirmi e poi sorridermi, "Si forse è meglio se diamo un taglio netto" mi rispose, ci abbracciammo per poi cacciare qualche birra dal frigo e sederci nuovamente al tavolo con Jemie, "Allora andate sul serio ad Oslo?" ci chiese, "Si, vorrei riuscire ad avere una vita normale" gli rispose Rory sorseggiando dalla sua birra, io feci lo stesso, "Quindi questa la tengo tutta per me" continuò il moro cacciando fuori una bustina di plastica con dentro un tocchetto di hashish, "Non siamo ancora ad Oslo" sghignazzai io mentre lui cacciava fuori cartine, tabacco e un biglietto della metropolitana per farne dei filtri, avevamo bisogno di qualcosa che ci tirasse su il morale, sembrava stesse andando tutto a puttane e ogni nostro sforzo di far andare bene le cose andava ogni volta a farsi fottere, anche se non volevo mi ritrovai nuovamente a piangere, "Scusatemi" dissi ai ragazzi, "Io proprio non ce la faccio" continuai singhiozzando, feci un'altro tiro dallo spinello, Rory aveva gli occhi lucidi e la mascella serrata, "Altri due giorni, poi sarà tutto completamente finito piccola" mi disse attirandomi a se, "È un dolore troppo forte, quando è morto Ian pensavo che niente avesse potuto farmi soffrire più di quanto stessi facendo per la sua morte, e invece mi sbagliavo" dissi a fatica tra i singhiozzi mentre la t shirt di Rory si bagnava di lacrime e sporcava di mascara, "So cosa provi" mi disse, sentì un tremito nella sua voce, non sentivo più Jemie quindi mi rimbalzò in testa l'idea che forse non era il momento giusto per uno sfogo del genere, ma come potevo fermare quella marea di sentimenti che mi facevano scoppiare il petto, "No, tu non lo sai! Non sai cosa vuol dire sentire che cresce dentro di te, sentire quel legame, mentre tu continuavi con quello schifo io ho fatto tanti sacrifici, da sola! E solo per il bambino, solo per far si che stesse bene! E per cosa cazzo?? Per sapere che adesso è ancora dentro di me ma che il suo cuoricino non batte più, a cosa cazzo mi è servito essere forte?" Rory mi strinse ancora di più mentre io rimanevo aggrappata alla sua maglia, "Io vi lascio soli, avete bisogno di stare tranquilli" Jamie si alzò, abbracciò Rory e gli diede una pacca sulla spalla, poi mi lasciò un bacio tra i capelli, "Quando sono andato via Mark, Philip e gli altri erano appena arrivati in negozio, spero veniate anche voi dopo" gli annuimmo, improvvisamente dopo che Jemie si fù chiuso la porta alle spalle il silenzio era così forte da farmi fischiare le orecchie, "Ti amo, fra un po' di tempo tutto questo sarà solo un brutto ricordo, noi saremo puliti ed avremo un bambino" tirai du col naso e gli annuì, "S-sono stanca Rory, ho M-mal di pancia, v-voglio stendermi, ma se tu vuoi puoi raggiungere gli altri" gli dissi carezzandogli i capelli, lui scuotè il capo e mi sollevò delicatamente in braccio poggiandomi sul letto, "Ti ho lasciata sola già abbastanza" mi disse stendendosi di fianco a me...
Mi svegliai di tardo pomeriggio, erano ancora le 6, quella giornata sembrava non voler passare mai, allungai il braccio verso Rory per vedere se fosse sveglio ma lui non c'era, mi misi a sedere al centro del letto e lo vidi seduto nello stesso angolo in cui lo trovai la notte che mi portò via dal Moonwolf, la prima notte che  avevamo dormito insieme, la prima volta in cui avevamo parlato in parte dei nostri sentimenti verso l'altro, mi stava osservando mentre si fumava una sigaretta, mi guardava dormire, "Piccola ti sei un pochino sporcata ma non volevo svegliarti, anche perchè in base a quello che ci ha detto il dottore al pronto soccorso è più che normale" mi disse con voce dolce, io alzai un sopracciglio, "Cazzo" esclamai vedendo le coperte imbrattate di rosso e sentendomi bagnata tra le gambe, "scusami, non me ne sono proprio resa conto" gli dissi temendo si fosse alzato dal letto per il disgusto, "Va a cambiarti, cambio io le lenzuola" esclamò invece lui, annullando ogni mio timore...

🖤

Ero nuovamente a rota, ormai neanche le contavo più le ore che passavano tra una dose e l'altra, cambiai le lenzuola e poi bussai ad Ila al bagno, "Hai fame??" le chiesi, non rispose subito, "posso entrare?" continuai aprendo lentamente la porta, si stava guardando allo specchio, la pancetta era ancora lì, indossava un leggins morbido e comodo che ne assecondava le curve mentre invece il seno era ancora scoperto, me l'abbracciai passandole le braccia da sopra le spalle stringendole i seni grandi quanto due mele mature, "Sei in assoluto la ragazza più bella che io abbia mai conosciuto" le dissi e dal riflesso dello specchio vidi i suoi occhi che in quel momento erano più verdi che grigi intrecciarsi con i miei, "Lo pensi davvero?" mi chiese sorridendo, "L'ho pensato la prima volta in cui ti ho vista, quando correndo in bagno mi buttasti tutto per aria!" ridacchiai e lei rise con me, "Oddio sembra essere passata un'eternità!" esclamò poggiandosi con il sedere al lavandino e voltandosi verso di me, le presi i fianchi, "il tempo passa in fretta e aggiusta le cose piccola, ho sempre saputo che con te avrei potuto far funzionare la mia vita, si sistemerà tutto" mi avvicinai facendo sfiorare le nostre labbra, "non mi lasciare, non farlo mai" sussurrò al mio orecchio mentre giocherellava con il mio lobo destro, "Mai..." le baciai la fronte, "ti va la pizza?" mi annuì sorridente, "Ok, finiamo di prepararci, ma prima ho bisogno di un buco"...

Me... You... And the Heroine 🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora