"potrei parlare con qualcuno competente?" un tipo si avvicinò al bancone, bracciali borchiati, t shirt nera con il logo degli slayer, aveva i capelli di una media lunghezza, piercing al sopracciglio e orechini ai lobi, mi guardò con aria sufficiente, non ribattei, "Will?? Potresti venire un'attimo tesoro? Qui al banco non mi ritengono abbastanza competente" gridai al ragazzo che era in ufficio, sentì il rumore dei pesanti anfibi armati che passo dopo passo si dirigevano verso di noi, "cosa ti serve?" chiese Will affiancandomi, "Sto cercando l'album Melissa dei Mercyful Fate" sia io che Will lo guardammo per poi scambiarci uno sguardo complice, "King Diamond" sussurrai aprendo un cassetto sotto alla scrivania, non era un'album che mettevamo alla portata di tutti, non certo dei ragazzini, se i Venom cantavano ciò che cantavano solo per immagine, così come dichiarato alla rivista karrang! Nel 1985 dal loro bassista Cronos, King Diamond credeva davvero in ciò che diceva, magia nera e riti demoniaci non mancavano nei suoi testi "Tu l'hai mai ascoltato?" mi chiese Will mentre lo poggiavo sul bancone, io gli annuì per poi chiedere: "Ascolti o acquisti?" il ragazzo mi guardò leggermente irritato, come se quasi quella piccola presa in giro di Will l'avesse infastidito, "Entrambe" alla fine rispose, Will si avviò al giradischi per far partire i Mercyful Fate, "Ricordi di che anno è?" mi chiese con lo scopo di irritare ancora di più il cliente più coglione che fosse capitato da quando ero lì, "Dovrebbe essere 1983" gli risposi alzando un sopracciglio.
"È tutto ok Jemie, sta tranquillo" lo rassicurai, mi aveva chiesto diverse volte come andasse al negozio, lo sentivo particolarmente turbato anche se non sapevo da cosa, "Mi dici cosa succede?" gli chiesi nuovamente,
"Niente Ila, ti stai impressionando, non dare per scontato sia sempre tutto come credi tu" mi disse cauto quasi sospirando, "Sai piccola, Will mi ha detto che te la cavi alla grande in negozio, anche se non ne avevo dubbi" continuò e io lo immaginavo sorridere dall'altra parte della cornetta, mi si seccò la gola quando mi resi conto mi mancasse averlo lì, vederlo sorridere e fare il cazzone come al suo solito,
"Niente di eccezionale, faccio solo ciò che mi piace" gli risposi, "Stavo pensando che potresti continuare a lavorare con me quando torno" deglutì, "Si, ma solo se ne hai realmente bisogno" non mi disse niente a riguardo, anche perchè sentì Oystein alle sue spalle prima salutarmi e poi chiamarlo, "Devo andare, dobbiamo registrare, mi manca un casino averti tra le palle, dovresti essere anche tu qui!" disse frettolosamente, non aspettò gli rispondessi, forse per paura di quello che avrei potuto dirgli o forse perchè era realmente di fretta, comunque mise giù la cornetta lasciandomi come uno stoccafisso a riflettere su ciò che mi aveva detto.🖤
Vidi Edward in lontananza dirigersi nella mia direzione, "Rory c'è Ila al telefono" mi disse indicandomi il corridoio che portava agli uffici, faceva molto caldo quel giorno e mi ero fatto da poco la mia pera, quindi la sensazione di calore era comunque aumentata, mi asciugai il sudore che a gocce mi scendeva sulla fronte e mi avviai attraverso il corridoio,
"Piccola, tutto bene?" esclamai, non ero meravigliato da quella telefonata, ci sentivamo spesso durante le ore lavorative e ogni volta iniziavamo sempre con un: "tutto bene?"
"Si Rory, tutto bene, ho da poco sentito Jemie, al negozio è tutto tranquillo e poi Will è con me, a te come va?" la immaginavo parlare attraverso la cornetta con il ventilatore che Jemie aveva in ufficio puntato addosso, non perchè lo facesse sempre ma perchè ne sentivo il vento attraverso il telefono, "Sei riuscito a?" continuò lei,
"Si, Si! Tranquilla piccola, qui è tutto a posto, stasera ti va una cena fuori? Da soli?" era da troppo che non passavamo un po' di tempo solo io e lei, adoravamo i ragazzi ma riuscivano, anche se inconsapevoltemente, comunque ad essere estremamente invadenti, c'era sempre qualcuno a fare il terzo incomodo, sorrisi pensando a questo,
"Certo che mi va amore, mi manchi un sacco" sospirò attraverso il telefono ed io sentì le farfalle allo stomaco, "Anche tu mi manchi, a dopo" le risposi per poi staccare. Edward mi guardò con aria indagatrice, poi chiese a Megan se poteva uscire dalla stanza, "Papà dice che sei pulito, e che prima di farti rientrare avete fatto degli analisi" gli annuì, "Puoi cortesemente non stressarmi più con questa storia Edward? Per favore" sbottai io portandomi le mani alla fronte, "E dove sono? Gli analisi intendo" mi chiese, cercai di rimanere quanto più calmo e neutrale possibile, ma avevo paura di poter contraddire papà in qualche modo, "Non ti fidi neanche più di papà? È quella strega di Megan che ti ha messo in mente questa diavoleria?" temporeggiai indicando la porta dove ero sicuro stesse origliando la vipera, io conoscevo la verità, ma lo sdegno mi prese realmente pensando a quanto potesse essere perfida Megan, Edward era sempre stato avaro, ma non fino a questo punto, non fino al punto da volermi tagliare fuori a tutti i costi, "Megan non c'entra niente, perché non mi rispondi?" scuotei la testa, "Dov'è Eddie? Questo non sei tu, lo capisci?" sbottai in un'impeto di rabbia, "Rory noi siamo diventati questo a causa tua, io l'ultima volta avevo realmente creduto di riavere mio fratello, le delusioni ti cambiano"
Mi indicai portandomi le mani al petto, "Io sono qui! Davanti a te, e sono tuo fratello, e stanne certo che se la situazione fosse inversa io cercherei di aiutarti, non di metterti in strada!" gli gridai, poi sentimmo la porta aprirsi,
"Megan ti ho detto..." iniziò Edward ma non terminò la frase,
"Cosa sta succedendo qui?" chiese mio padre guardandoci entrambi,
"Niente Pà, torno in deposito" dissi io facendo per andare via, fui fermato nuovamente da Eddie "Comunque non hai risposto alla mia domanda" presi coraggio e risposi alla cieca sperando di riuscire ad azzeccare la risposta, "Ce li ha papà!" sbottai con rabbia, "Ma cosa?" nostro padre spostò lo sguardo da lui a me e poi ancora da me a lui, "Gli analisi Pà" sospirai, "Ed, te li ho fatti vedere gli analisi, ma cos'è questa storia?" l'aria indignata di mio padre nei confronti di Eddie fù per me una bella soddisfazione, "Torna a lavoro Rory che è già tardi, con lui me la sbrigo io" continuò licenziandomi con un gesto della mano. Percorsi il corridoio per arrivare al deposito e diedi un calcio ad uno scatolone per scaricare la rabbia accumulata, in quel momento avrei voluto essere a letto con Ila e con la roba, nel nostro appartamento.
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Me... You... And the Heroine 🖤
ChickLit- Storia in revisione - Ila non avrebbe cambiato nulla della sua vita, lei lo sapeva, nonostante fosse consapevole del fatto che l'eroina potesse prima farle toccare il cielo con un dito per poi, in un millesimo di secondo, lasciarla cadere sull'as...