"Rory il metadone!" esclamò Ila, alle 06:00 di quel pomeriggio avremmo dovuto partire ed avevamo proprio dimenticato di telefonare il dottore, presi la giacca di pelle dove iniziai a frugare in cerca del bigliettino che ci aveva lasciato due giorni prima, "Non l'avrai mica perso?" chiese lei con aria terrorizzata, "No che non l'ho perso piccola, solo... Aspetta che lo trovi cazzo!" le dissi spazientito, ogni volta si lasciava prendere dal panico, proprio non riusciva a gestirlo, "Ce l'ho io! Dot. Charles Jacobs" disse Jemie mentre, dal telefono che i ragazzi avevano in cucina già chiamava a quel numero, erano andati tutti via e adesso con gli altri del gruppo si era creata una situazione alquanto intima e tranquilla, "Salve dottore, dobbiamo internarci per smaltire un po' di roba che abbiamo accumulato durante la notte!" lo schernì Jorn recitando una vocetta patetica mentre Jemie aspettava ancora qualcuno rispondesse, "Sta zitto!" ila scosse il capo lanciandogli un pezzo di stoffa non identificato, risero per poi ammutolirsi subito dopo, "buon giorno, il dottor Jacobs?" sentimmo chiedere da Jemie che ci fece segno di stare zitti, "Siamo i ragazzi del volo da Chicago" continuò fermandosi poi per un'attimo, notai giocasse nervosamente con il bigliettino sul quale c'era scritto il numero, non avevo mai visto Jemie in soggezione, "abbiamo il volo alle sei" mise al corrente gilet di lana, poi fece nuovamente silenzio, quel gilet orribile che indossava non lo avrei mai dimenticato, ridacchiai a quel pensiero e ila mi guardò incuriosita, "Si... si, ok, allora vi raggiungiamo alla tavola calda nei pressi della clinica, un'attimo che mi segno l'indirizzo" Oystein scattò aprendo un cassetto da cui ne estrasse un tacquino ed una matita che passò al moro, lo vedemmo scrivere, "Hmm, hmm... A ora di pranzo, ok!" terminò per poi staccare, passò l'indirizzo a Jan, "Sappiamo dov'è, nella periferia di Oslo, abbastanza lontano dal centro, ma ci arriviamo tranquillamente" ci rassicurò il batterista, Ila tirò un sospiro di sollievo mentre si accendeva una sigaretta, "Dovremmo essere coperti per il viaggio" disse con aria speranzosa ed io le ripetei un po' annoiato di stare tranquilla, "ho una cosa da farvi vedere" esclamò Oystein aprendo il taschino della sua giacca di pelle, ne cacciò fuori delle collane, 2 con precisione ma notai ne avesse anche lui una al collo, "Voglio che i componenti dei Mayhem indossino questa, è lui, è Pelle" sentì Ila sussultare, "Figo!" esclamò Jan Axel, mentre invece Jorn lo guardava con un'espressione indecifrabile sul volto, "che vuol dire è lui?" chiese e il moro ripeté la medesima frase, "è lui, è pelle!", i ragazzi osservarono meglio i pendenti che si vedeva fossero stati fatti a mano, era del fil di ferro in cui incastonate c'erano quelle che sembravano ossa piatte, le guardai meglio, ossa di cranio, "Io non indosso questa merda Oystein, è da malati!" gridò Jorn buttandogli contro la collana, allora il moro gliela allungò nuovamente, "è questo che la gente si aspetta, chi ci segue si aspetta che quello che facciamo sia malato Jorn" gli rispose puntandosi un dito alla testa e sgranando gli occhi quasi come se fosse una giustificazione, "Tu sei malato sul serio! Era nostro amico e adesso è morto!" le facce di entrambi adesso erano inespressive, "Fa come ti dico altrimenti sei fuori dalla mia band" Il moro allungò nuovamente la collana verso di lui, "Ah, è la tua band?" sussurrò Jorn, Oystein gli annuì, ci fù un po' di silenzio prima che lo incitasse ad andar via, "sparisci dalla mia fottuta vista!" gridò, "Jorn torna qui!" tentò di fermarlo Jan, "Tornerà vero?" continuò voltandosi verso il moro "No! È rimpiazzabile! È rimpiazzabile!" gridò quest'ultimo, e lo fece così forte che esplicitamente capimmo volesse assicurarsi che Jorn, nel chiudersi la porta d'entrata alle spalle, sentisse, lo vedemmo voltarsi verso Jemie, "Dobbiamo registrare le ultime canzoni dei Mayhem e già sono senza cantante non posso rimanere anche senza bassista, tu suoni anche il basso e conosci le nostra musica" Jemie sussultò sorpreso dalla proposta inaspettata, "Non posso sostituire Jorn, sono sicuro che chiarita questa situazione tornerà",
"Le mie decisioni non cambiano Jemie, e se ho detto che lo rimpiazzo lo faccio comunque, anche se tu dovessi rifiutare la mia proposta" disse Oystein inarcando un sopracciglio, jemie ci riflettè su per un momento, "Oystein è facile lasciare il negozio per qualche giorno, ma quanto tempo dovrei restare qui, chi ci bada alle mie cose a Chicago!" sospirò "Sarà per un mesetto più o meno" gli rispose il moro, poi in contemporanea si voltarono entrambi verso ila, "Cazzo! È una responsabilità troppo grande Jemie! Non vuoi mica darla a me!" mise subito in chiaro la rossa mentre io ridacchiavo, sapevo che nonostante il peso iniziale poi le sarebbe sicuramente piaciuto badare per un po' al black paradise, "Ila mi fido di te più di quanto faccia di me stesso, so che tu lo porterai avanti nel migliore dei modi, poi c'è Rory, ci sono Mickey e Will, ti aiuteranno" Jemie la guardò speranzoso e anche Oystein le sorrise come incoraggiamento, "Ok, ma solo perchè adoro, e ripeto, adoro il solo pensiero che tu possa registrare con i ragazzi!" sorrise in modo eccitato e Jemie se l'abbraccio, " fra una settimana bisogna badare alle spese del negozio, in genere è Will che ci pensa, lui è bravo in queste cose lo fa per me già normalmente e per questo gli do una somma mensile, il resto delle entrate sono nostre, facciamo la metà, mandatemi tramite posta il resoconto di tutto così controllo, non vorrei Will approfittasse della mia assenza", si abbracciarono nuovamente, "Cazzo, tornare a Chicago senza di te" disse imbronciata Ila mettendo il muso, "Ok, trovato un'accordo consiglio di andare da gilet di lana, dopo ci facciamo insieme l'ultima birra" proposi mentre gli altri mi annuivano...
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Me... You... And the Heroine 🖤
ChickLit- Storia in revisione - Ila non avrebbe cambiato nulla della sua vita, lei lo sapeva, nonostante fosse consapevole del fatto che l'eroina potesse prima farle toccare il cielo con un dito per poi, in un millesimo di secondo, lasciarla cadere sull'as...