Capitolo 36

23 5 1
                                    

Sbattei la porta dell'auto e mi avviai verso casa lasciando Rory indietro, "Non correre porca puttana!" gridò camminando a passo svelto verso di me, mi raggiunse quando io ero già a metà della scalinata che portava alla porta del suo appartamento, lo vidi inserire le chiavi nella serratura e spalancarla, entrai e nonostante sbraitasse come un matto continuai a non rispondergli, "perchè cazzo non mi rivolgi la parola, cosa cazzo avrei fatto di tanto sconvolgente!? Pensi che io non ci stia male?, che potrei minimamente pensare di sostituire il nostro bambino con quello?" gridò ancora mentre io mi sedevo sul letto e tentavo di accendermi una sigaretta con le mani che mi tremavano un po' per paura della sua reazione, un po' per il nervoso che ancora non mi passava, lui me la prese e la spezzò buttandola in un'angolo della stanza insieme alla zippo che con un tonfo lascio una crepa nel muro, cosa cazzo sta succedendo? continuavo a chiedermi e più lui faceva in quel modo più mi si attorcigliava la lingua impedendomi di parlargli, ormai evitavo il suo sguardo come un cagnolino impaurito, "cazzo, guardami!" esclamò con la mascella serrata per la rabbia, mi prese entrambi i polsi stringendoli forte come non aveva mai fatto ed esercitando una pressione che mi aveva portata a stendermi, di conseguenza iniziai a dimenarmi per tentare di liberarmi dalla sua presa che però diventava sempre più ferrea bloccandomi tra lui ed il letto, cercai di voltarmi dall'altro lato ma il risultato non fù piacevole come speravo, mi strinse il viso voltandomi verso di lui e facendo si che lo guardassi negli occhi, "Mi stai facendo male" biascicai ed il suo sguardo si fece ancora più furente, "Allora ancora parli brutta stronza! Perchè cazzo non mi rivolgi la parola? Sai bene come sono andate le cose" raccolsi tutto il coraggio che mi era rimasto e gli diedi un calcio in pieno stomaco, lui si piegò in due per il dolore e mollò la presa, pensai dovessi cogliere l'occasione per chiudermi in bagno o nella camera dei ragazzi, scattai dirigendomi verso il piccolo disimpegno ma sentì Rory afferrarmi per i capelli e tirarmi indietro, caddi sbattendo la testa da cui iniziò ad uscire del sangue, "Vaffanculo!" gli gridai tra le lacrime "Tu e quei fottuti complottisti dei tuoi, non hai nemmeno le palle per imporre che quella troia non entri più in casa vostra" continuai beccandomi anche uno schiaffone così forte in pieno viso da farmi fischiare l'orecchio, indietreggiai fin quando non rimasi fra la sua figura che mi sovrastava e una sedia riposta in modo disordinato sotto il tavolo in cucina, lo vidi muoversi e d'istinto alzai le braccia per proteggermi il viso, dopo sentì solo il rumore assordante del tavolo che si capovolgeva...

🖤

Tutto quel rumore e quelle grida avevano fatto si che qualcuno salisse dal bar di sotto a vedere cosa stesse succedendo, "Mettiti su!" dissi ad Ila prendendola per un braccio e facendo si che si alzasse, il suo sguardo impaurito mi fece tornare in me, ma cosa cazzo avevo fatto?, cercai di calmarmi ma ero in piena rota, le fitte allo stomaco mi stavano facendo impazzire ed il calcio di Ila mi aveva dato il colpo di grazia, "Chi è?" chiesi sentendo una goccia di sudore scendermi giù dalla fronte e percorrermi il viso, "Rory apri!" riconobbi subito la voce di Tyler, non era il proprietario del bar, ma ne era il responsabile, il proprietario era ormai vecchio e non avendo figli era Tyler ad occuparsi di tutto, e soprattutto sarebbe stato Tyler ad ereditarlo, aprì la porta lentamemte, "Ciao Tyler" dissi tirando nervosamente su col naso, "Ma cosa cazzo sta succedendo qui Rory? Tutto quel fracasso ha messo in agitazione i miei clienti" mi spinse leggermente facendosi spazio per entrare, Ila era seduta sul letto e di nuovo cercava di accendersi la sua sigaretta, lui accese il suo accendino e glielo porse, "Grazie" disse la rossa aspirando, "Va tutto bene?" le chiese lui, "Si, tutto ok" gli rispose sicura, "Io sono Tyler, se dovessi avere bisogno di me per qualsiasi cosa sono di sotto" continuò dirigendosi nuovamente verso l'entrata, ed io mi sentì in quel momento il fottuto uomo più piccolo di tutto il fottuto mondo, "Fatti la tua cazzo di pera e tranquillizzati coglione!" sentenziò dandomi una spallata e sparendo attraverso la porta...
Guardai Ila, aveva lo sguardo perso mentre fumava, era rossa in volto, aveva gli occhi lucidi e continuava a singhiozzare, mi diressi di corsa in bagno, dovevo bucarmi, non hai nemmeno le palle per imporre che quella troia non metta più piede in casa vostra mi aveva detto, e l'odio con cui me l'aveva detto non lo avrei mai dimenticato. Immaginai fossero passate delle ore quando uscì nuovamente, ero tranquillo adesso, sembrava tutto più facile, rimisi il tavolo in piedi ed iniziai a pulire tutto il macello che avevo combinato, cicche e cocci di vetro erano sparsi ovunque e l'acqua che utilizzavamo sul fondo dei bicchieri per spegnere le cicche aveva bagnato il pavimento facendo una puzza incredibile. Non avevo il coraggio di scusarmi, di rivolgerle la parola, adesso stava dormento, accovacciata in posizione fetale sul letto, aveva tolto i Jeans rimanendo a gambe nude, le ecchimosi sui polsi le si erano palesate subito in chiazze violacee, così come quella sul fianco sinistro a causa dell'impatto durante la caduta, una volta aver risistemato in parte andai a stendermi di fianco a lei, parlarle mentre dormiva era molto più facile che da sveglia, le controllai dietro la testa e vidi che la caduta le aveva fatto fuoriuscire un po' di sangue, non riuscivo a capire come potesse essere successo, non avevo mai avuto degli scatti di ira simili, le baciai la guancia "Scusami" sussurai, sussultò scostandosi di scatto, aveva avuto paura di me, "Non avvicinarti Rory, stammi lontana!" esclamò mettendosi a sedere, "Ascoltami per favore" la implorai sperando mi desse modo di spiegarmi, "Cosa ho da ascoltare? Pensi di poterti giustificare per quello che è successo oggi? Non è giustificabile, lasciami in pace!" disse con un filo di voce e per poco non piangeva di nuovo, "ho sbagliato, lo so, non è giustificabile, ma ero incazzato, perchè dopo tutto questo tempo tu ancora dubiti di me, ancora hai paura che io possa cadere nell'esca di Alice, invece dovresti sapere che per me sei l'unica, e te lo ripeterò in eterno, davanti a chi cazzo vuoi!" lei mi annuì, "Ok, ok, ma s-stammi comunque l-lontano" disse tirando su con il naso...

🖤

Il cucchiaio, l'accendino, la siringa con cui Rory si era bucato, avevo proprio tutto sotto il naso, ed un pensiero nella testa che non mi abbandonava, il suo sorriso mentre guardava Alice, il senso di frustrazione che proprio non voleva lasciarmi per aver perso quel bambino che avevo imparato ad amare e per cui avevo fatto tanto, a fare da contorno a tutto questo la sensazione di annullamento che si faceva spazio dentro di me osservando i lividi che Rory mi aveva lasciato quella sera, continuavamo a dirci continuamente andrà tutto bene e invece non andava mai bene un cazzo, volevo la roba, volevo bucarmi, andai in camera di Mark e Melanie ed iniziai a cercare, non ci trovai niente, in modo disinvolto tornai in camera di Rory, dormiva, mi avvicinai agli anfibi che aveva lasciato accanto al letto da cui ne sfilai la suola interna e bingo!, un paio di quartini erano ben ripiegati e nascosti, ne presi uno rimettendo l'altro a posto, tornai in bagno e mi sciolsi la dose, l'odore dell'ero mi inebriò facendomi assaporare meglio ciò che avrei fatto di lì a poco, mi imposi di buttarne via una piccola parte, la prudenza non era mai troppa e la percentuale di probabilità di overdose saliva di parecchio dopo una disintossicazione, feci fatica ad intercettare la vena e questo accrebbe la mia voglia ma quando la presi non riuscì a fare a meno di gemere pesantemente inarcando la schiena, mi accasciai in avanti, la siringa era ancora lì ma non riuscivo a tirarla via, ero completamente rilassata, libera da ogni problema, libera da ogni pensiero, guardai un rivolo di sangue scendere lentamente lungo il mio braccio, arrivare al polso e poi lungo il mio anulare, arrivato al capolinea cadde sul linoleum, chiusi gli occhi...

🖤

"Mark è stato preso per un periodo di prova!" esclamò sorridente Melanie mentre io per metà ancora assonnato faticavo a capire di cosa stesse parlando, "In legneria Rory, ci hanno fatto fare anche un tour dello stabile per questo abbiamo tardato, domattina inizia, dalle 9 del mattino alle 4 e mezza del pomeriggio" sorrisi, "Complimenti Mark, sono proprio contento!" lo ero davvero, ma in quel momento il lavoro di Mark era uno dei miei ultimi pensieri, "a te com'è andata dai tuoi?" mi chiese lui sedendosi al tavolo e sfilandosi con viso soddisfatto la mia camicia, "Male, ho detto ai miei di essere pulito per poter lavorare nella nostra azienda" Mark rise "Ti hanno creduto?" chiese Melanie con sguardo dubbioso, "Mio padre mi aveva creduto fin quando Edward non ha proposto di farmi fare gli analisi domattina" li vidi entrambi mantenere il fiato, "E tu?" chiese Mark ridacchiando, "Gli ho risposto che non c'erano problemi" Melanie
alzò teatralmente le mani in segno di resa, "Cazzi tuoi amico, adesso penseranno tu sia il classico tossico bugiardo!" sentenziò Mark, "A proposito dov'è Ila?" chiese Melanie guardandosi intorno, "È andata in bagno ormai da più di due ore" risposi impanicandomi, mi avviai alla porta del bagno e bussai, "Ila?" non ricevetti risposta, "Piccola voglio solo sapere se stai bene poi ti lascio in pace" le dissi mentre Melanie dalla porta che dava sulla cucina mi osservava, "Avete litigato" affermò sicura di quello che diceva, "Piccola per favore, guarda che apro la porta, mi stai facendo venire un colpo" non ebbi comunque risposta, "Apri!" mi incitò Melanie. La prima cosa che notai fù il suo viso pallido in contrasto con i capelli rossi, era poggiata con la testa alla vasca da bagno schizzata di sangue, qualche schizzo le imbrattava anche il viso, la siringa era ancora nel suo braccio, aveva avuto difficoltà a bucare dopo tutto quel tempo, ne ero sicuro, una scia rossa in contrasto con la sua pelle  bianca scendeva giù fino alla mano, mi paralizzai, la prontezza che avevo avuto la prima volta, quando ancora non ci conoscevamo mi aveva abbandonata completamente. Avevo il cuore che martellava nel petto come se quasi volesse uscire, "Rory!" gridò Melanie entrando in bagno e dandomi una scossa, "Amore, Amore tirati su" le tirai fuori la siringa e l'attirai a me, Melanie mi passò un'asciugamano bagnato con cui le tamponai il viso per poi darle qualche schiaffetto, si voltò di lato e vomitò prendendomi il braccio in pieno, "scusami" sussurrò aprendo leggermente gli occhi mentre un'altro conato di vomito la investiva, "Fa niente piccola, va tutto bene, bene, più che bene dopo tutto questo tempo" la strinsi forte mentre lei schiacciava il viso contro il mio petto, "Non farlo più ok? Non farmi più uno scherzo del genere" frignai come un bambino lasciandomi sfuggire qualche lacrima, "È tutto ok" mi rassicurò Melanie strizzandomi la spalla mentre Mark ci osservava dalla porta...

Me... You... And the Heroine 🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora