Capitolo 27

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Mi svegliai durante la notte, adesso senza Ila il letto sembrava troppo grande, non riuscivo a dormire ed accesi la televisione, in un gesto automatico recuperai le sigarette e me ne accesi una, ancora più automaticamente mi alzai dal letto e raggiunsi la credenza in cucina, una bottiglia di Vodka piena un po' più della metà giaceva sul fondo, la misi fuori e presi un bicchierino da caffè poggiando entrambe le cose sul tavolo in cucina, mi versai il primo cicchetto  tracannandolo subito dopo, il pizzicore alla gola fù tanto piacevole che ne riempì subito un'altro per poi scenderlo giù tutto d'un fiato, non facevo altro che pensare agli occhi di Ila e man mano che buttavo giù l'alcol mi sembrava di averla accanto, di sentire l'odore dei suoi capelli, di poter toccare le sue gambe morbide, di poter ascoltare la sua risata, "Vaffanculo" sussurrai tra me e me attaccandomi direttamente alla bottiglia, feci un sorso sostanzioso di quel liquido pungente ma con al contempo qualche nota dolce, "Rory, ma perché sei sveglio?" mi chiese Melanie con voce assonnata, era buffa, arrivò dal corridoio completamente avvolta in una coperta, "Non riuscivo a dormire, mi sento uno schifo" le risposi, "Tu perchè sei sveglia?" alzò un sopracciglio come se la risposta dovesse essermi ovvia "Con tutto il baccano che stai facendo!" esclamò, feci per bere ancora e lei mi prese il polso, "basta con questa roba, andiamo a letto!" ripose la vodka nello stipetto e letteralmente mi trascinò in camera mia su quel letto illuminato dalla fredda luce del televisore, "Rory, è tutto ok!" mi disse ancora con tono caldo e rassicurante mentre si stendeva di fianco a me, si aggrappò al mio braccio e poggiò la testa sulla mia spalla, era confortante sapere che fosse lì, chiusi gli occhi sperando di riuscire a dormire....

Melanie ancora dormiva nel mio letto quando mi alzai, la coprì con la coperta prima di recarmi in bagno per vestirmi, volevo fare una sorpresa ad Ila ma proprio non sapevo cosa,  volevo mi perdonasse, pensai ad una cena in qualche ristorante, ma per me era la prima volta, non avevo mai portato nessuna ragazza a cena fuori, mi ero sempre limitato a pub e birrerie, Edward era l'unico che poteva consigliarmi qualche posto, mi sfilai gli slip per poi aprire il rubinetto, azionai il braccio non appena l'acqua si fece calda ed entrai nella vasca, l'intenzione era quella di fare una doccia veloce, ancora con l'accappatoio avvolto in vita telefonai a casa e mia madre mi disse di provare a raggiungere Edward  nell'ufficio aziendale perchè lì non c'era, non c'ero mai stato, non avevo mai conosciuto quelli che erano i miei dipendenti, avevo detto a mio fratello  che dopo la disintossicazione mi sarei preso le mie responsabilità che avrei lavorato per poter comprare casa per me ed Ila, adesso non ci credevo più così tanto, mi era bastato un'attimo, un piccolo attimo di debolezza per caderci di nuovo, ciò che mi rasserenava era non sentire affatto la dipendenza fisica per il momento, ma quella psicologica proprio non mi dava tregua, appena sveglio il mio primo istinto era stato quello di andare nel giro, da Kevin, a prendere un quartino da spararmi subito in vena, avevo bisogno di aiuto, volevo che Ila mi stesse accanto per ricordarmi costantemente quali erano i nostri programmi, uscì dal palazzo ed entrai in macchina, il cigolio metallico della portiera mi ricordò che dovevo passare dal meccanico a far oleare le cerniere, camminai per un po' prima di arrivare davanti alla nostra fabbrica, lo stabile che mi ritrovai davanti era un blocco di cemento grigio, dalle finestre si intravedevano luci gialle e fioche, sembrava un carcere, a rafforzare quella sensazione fù la sicurezza all'enorme cancello d'entrata, bussai con il clacson e fui totalmente ignorato quindi decisi di parcheggiare la macchina fuori e di avvicinarmi a piedi per poter parlare con il "Nostro" impiegato, era in un piccolo gabbiotto, in questo c'erano diversi schermi da cui si monitorava tutto il perimetro esterno, "Che vuoi? Non ci servono  altri dipendenti qui!" esclamò il tipo in divisa, "Ciao anche a te, sono qui per parlare con mio fratello, Edward Reed, se potessi gentilmente farmi entrare" mi poggiai con un gomito sul gabbiotto mentre con la mano mi grattavo distrattamente la fronte, l'uomo lì dietro rise come se gli avessi raccontato una barzelletta, "Certo, se tu sei il fratello del signor Reed allora io sono babbo natale, Reed non ha fratelli" Esclamò mentre ancora sghignazzava, "Chiamalo, fallo venire qui e vedrai" alzai un sopracciglio e sbuffai vistosamente, "Questa tattica non attacca con me moccioso, va a scartavetrare le palle a qualcun'altro, stamani il capo mi ha detto che oggi non vuole rogne, gira i tacchi e vattene" non potevo crederci, mi stavano cacciando via dalla mia azienda e per di più Edward non aveva mai detto loro della mia fottuta esistenza, girai i tacchi così come aveva detto e mi avviai alla macchina, poco distante da dove avevo parcheggiato c'era un piccolo bar, mi venne voglia di bere qualcosa, mi sarei intrattenuto lì fin quando Edward non fosse uscito da quel carcere, ero andato fin lì per un consiglio, ma adesso ero amareggiato e incazzato, mi doveva delle spiegazioni, si, non ero mai stato presente fisicamente ma l'azienda era anche mia, i dipendenti avrebbero dovuto sapere della mia esistenza, Il bar era carino, la ragazza dietro al bancone mi chiese come mai non mi avesse mai visto da quelle parti, "D'ora in poi mi vedrai più spesso" le dissi e lei ridacchiò mordendosi un labbro, aveva un seno molto prosperoso, si sporse verso di me con fare civettuolo e il mio sguardo non potè fare altro che caderci su, poggiò i gomiti sul bancome mentre io bevevo la mia 3 birra, "Come ti chiami?" mi chiese, "Rory" posai il bicchiere e la guardai, "tu come ti chiami?" allungò la mano verso di me e ne recuperò il bicchiere ormai vuoto, "Ellie, vuoi che te ne versi un'altra?" gli annuì, "Bel nome Ellie" esclamai, "Sembri uno con dei problemi Rory" mi disse passandomi il bicchiere nuovamente colmo, "e da cosa lo deduci?" lei mi guardò con fare indagatore "ci sono solo due tipi di persone che si scolano  4 pinte di birra di prima mattina, i primi sono gli alcolisti, i secondi sono quelli che bevono di tanto in tanto per scrollarsi dei problemi, e tu Rory, non sembri un'alcolista" gli annuì "Infatti non lo sono, ma non ho problemi!" chi cazzo era questa filosofa di merda che pretendeva di capire il mio stato d'animo solo attraverso il modo in cui bevevo, presi una banconota da 20 dollari che le poggiai sul bancone come mancia "Questa è per te" lei mi sorrise infilandola nella scollatura, "Ellie dimmi quanto ti devo per ciò che ho bevuto più altre due, non me le versare, le porto via"...
Mi sedetti a bere le mie birre di fronte a quella specie di galera, quando le finì di Edward ancora non se ne vedeva l'ombra, il tipo dal gabbiotto mi aveva osservato per tutto il tempo, mi alzai andandogli nuovamente incontro", "Allora, mi ci fai parlare con quella merda di mio fratello?" ringhiai, "Hai due secondi per sparire, poi chiamo la polizia" mi disse cauto, andai a recuperare le due bottiglie di vetro che avevo lasciato sul marciapiede di fronte, "Eddie! Eddie!" gridai prima di lanciare una bottiglia  oltre il cancello, mi immaginavo quel suo culo di merda su una cazzo di sedia dietro ad una scrivania e la segretaria che gli portava il caffè mentre io ero lì fuori a cercare di entrare perchè i miei dipendenti non sapevano neanche della mia esistenza, "Eddie! Fratellino!" gridai ancora buttando l'altra bottiglia, questa invece di schiantarsi a terra come la precedente, si schiantò con un tonfo accanto ad una di quelle finestre neuseabonde, "Spero che tu sia incensurato ragazzo" qualcuno mi prese per il giubbotto di pelle schiacciandomi il viso contro il cancello, mi ammanettarono tirandomi le mani dietro la schiena, "lasciatemi cazzo! Questa fabbrica di merda è mia e quello stronzo non vuole farmi entrare" gridai a squarcia gola cercando di liberarmi dalla loro presa, iniziarono a trascinarmi verso la volante, "Ma che succede qui?" sentì gridare, era la voce di mio fratello che a passo svelto si dirigeva verso il cancello, "Eddie!" gridai ancora e lui si voltò di scatto verso di me, considerando la sua reazione i piedi piatti si fermarono senza però mollare la presa sul mio braccio, "Rory, tu cosa cazzo ci fai qui?" mi scrollai le mani degli sbirri da dosso e mi avviai verso il cancello che ormai era stato aperto, "Volevo parlarti ma questo cazzone non mi faceva entrare" ringhiai, "Questo cazzone Rory è l'addetto alla sicurezza e se uno ubriaco marcio butta bottiglie di vetro contro la fabbrica è suo dovere allontanarlo!" sospirò, alla fine risultava essere lui quello spazientito, "Se quel cazzone avesse saputo della mia esistenza forse non avremmo avuto tutti questi problemi! E comunque non ero ubriaco appena sono arrivato" mi voltai verso il coglione che ancora era rintanato dentro al suo gabbiotto, "Scusi signor Reed, diceva di essere suo fratello, ma io non sapevo" si giustificò lui, Edward scosse il capo, "Fammi levare queste fottute manette!" gridai, e lui fece segno ad uno sbirro di raggiungerci, "Grazie mille agente, ma c'è stata un'incomprensione, è mio fratello" sentì lo scatto delle manette che si aprivano e vidi i piedi piatti andar via, mi massaggiai i polsi e dopo poco ci raggiunse anche mio padre...
"Perchè questa gente non sa niente di me?!" gridai buttando per aria un faldone di scartoffie da sopra ad una scrivania, "Rory sei ubriaco, calmati e parliamo da persone civili" disse mio padre, mentre la segretaria cercava di recuperare alla meglio i documenti dal pavimento, nel frattempo arrivò in ufficio anche Megan, "Cosa ci fai tu qui Rory?" ridacchiò lei, "Non ora Megan, non è fatto ma imbottito di alcol fino al collo, e questo non è il luogo adatto dove fare movine" la bloccò Edward, lei fece spalluce posando le buste dei grandi magazzini sul pavimento, "ti piace?" chiese ad Edward cacciando fuori un abitino paiettato che sembrava avere l'aria di costare una cifra, quella ragazza era una sanguisuga, faceva la signora con i soldi dell'azienda e ciò che mi passava mensilmente mio padre non era neanche il 10% del profitto mensile, "Si, molto bello Megan, quanto ti prendi a pompa?" ridacchiai sarcastico, "Ancora non so, Ila quanto si prendeva quando lavorava al Moonwolf? Volevo proprio chiederle consiglio" se avessi potuto le avrei assestato una sberla, probabilmente non ne aveva mai avute da quella femminuccia di mio fratello, "Perchè chiedere ad Ila quando hai Alice? A proposito come stanno lei e quel bastardo che porta in grembo?" vidi Edward scattare verso di me e mio padre fermarlo, "Adesso basta!" disse andando al telefono...

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Mi alzai dal letto ed andai in bagno, la prima cosa che notai fù che le perdite erano diminuite ma ancora ne avevo, avevo un po' di mal di pancia ma pensai fosse normale, la sera precedente avevo conosciuto Linda, la moglie di George, era stata molto gentile, mi aveva dato un suo pigiama e un leggings con una felpa puliti da indossare stamani, feci una doccia e mi sistemai prima di recarmi in cucina, non volevo creare disagio quindi decisi di chiamare Rory per farmi venire a prendere, "Buon giorno" mi disse Linda, "Buon giorno Linda" la vidi squadrarmi dal basso verso l'alto, "vedo che le cose che ti ho dato ti calzano a pennello, puoi tenerle, io non le indosso più da tempo, dopo che ho partorito il mio metabolismo non è più stato lo stesso" le sorrisi sedendomi al tavolo imbandito per la colazione "Grazie mille, siete stati così gentili" le dissi, "Sei la ragazza di Rory, per lui questo ed altro, adesso mangia qualcosa" la guardai mentre addentavo una brioche al cioccolato, "Gli volete parecchio bene" affermai, "Si, Rory è sempre stato il più problematico tra i due ma a differenza di Edward ha un cuore d'oro e le ragazze lo adorano, bisogna solo saperlo prendere" le annuì pensando a Rory ed al fatto che forse non mi ero comportata benissimo, probabilmente lui aveva bisogno del mio aiuto ed io gli avevo dato contro, "Buon giorno ragazze" esordì George facendo il nodo alla cravatta, si avvicinò a Lidia e le diede un bacio sulle labbra, la luce di tarda mattina che entrava dal balcone faceva sembrare quel posto un paradiso, iniziai a fantasticare su me e Rory, a farmi film mentali riguardo alla vita normale che avremmo potuto avere una volta usciti dall'ero, "Le ragazze sono a scuola?" Lidia annuì a George che poi si voltò verso di me, "Come ti senti?" sussultai scuotendomi dai miei pensieri, "Meglio George, grazie" agguantò la sua tazza di caffè iniziando a berne, "Ok, ho appena parlato a telefono con mio fratello, Rory è alla fabbrica di famiglia e sta mettendo tutto a soqquadro, te la senti?" mi chiesi cosa cazzo fosse successo e gli annui sospirando...

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