Capitolo 52

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Quando atterrammo i ragazzi stavano così male da sentirmi in colpa per la botta di culo che avevo avuto nel trovare l'iniezione di morfina, le persone avevano continuato a guardarci male e adesso in fila per scendere da quell'aereo attravaerso la scalinata di metallo ancora li sentivo sussurrare tenendoci gli occhi puntati addosso, non appena toccammo terra sulle piste dell'aeroporto un ragazzo ben piazzato probabilmente un'atleta di qualche genere con in testa il suo berretto da Football ci soropassò dando una spallata a Jemie che si lamentò pesantemente per il dolore, un colpo di quello in piena rota era come una martellata, potevi tranquillamente cadere giù, "Guarda dove metti i piedi coglione!" gli gridò dietro il moro mentre io in un gesto preoccupato gli prendevo la mano, "Stai bene?" allora chiese Rory, ma la voce del tizio si accavallò con la sua, "Cos'hai detto tossico di merda?" disse rigirandosi nuovamente e tornando verso di noi con al seguito la sua ragazza, "Che dovresti mettere un paio di occhiali cazzone!" sia Rory che Jemie erano quasi la metà di quel tizio che immaginavo si dopasse da mattina a sera per gonfiarsi i muscoli in quel modo, "Jemie, No!" intervenni allora io mettendomi tra i due, ero l'unica che poteva riportare un po' di calma in quel momento, le persone che ci passavano intorno guardavano e andavano via senza alzare un solo muscolo o senza dire una sola parola, "cos'è successo non ti hanno mica rubato qualcosa?" fù l'unica domanda che un'uomo di passaggio ebbe premura di fare ovviamente allo scimmione, per la popolazione era da dare per scontato fossimo sempre noi i carnefici della situazione, quelli in giacca di pelle ed anfibi, "se così fosse sarebbero già morti" gli rispose lui mentre io incrociavo lo sguardo della fidanzata che con gesto preoccupato gli manteneva un braccio, l'uomo andò via una volta sinceratosi il ragazzo se la cavasse anche da solo, "Vince andiamo, lascia perdere non vogliamo mica rovinarci il nostro primo giorno di vacanza?" disse cercando di attirarlo a se e prendere la direzione del ritiro bagagli, "Tu sta zitta scema!" gli gridò lui contro, Rory fece per spostarmi dietro la sua schiena ma io mi scrollai il suo braccio di dosso, erano fottutamente  pazzi se speravano di poter fronteggiare quel tizio nello stato in cui erano, "Ragazzi" dissi piazzandomi tra di loro e cercando un contatto visivo con i loro occhi, mi guardarono in simultanea, "Per favore andiamo via" quasi li supplicai, Rory mi prese la mano ed insieme sorpassammo il tipo, "Scappate topi di fogna!" esclamò lui mentre ancora ci guardava andar via, appena usciti Jemie si buttò a vomitare in un'aiuola, imprecai, non reggevo più di vederli in quello stato, si sedettero entrambi a terra, e improvvisamente lo vedemmo, era impossibile per Oystein passare inosservato, uscì dall'auto con un'altro ragazzo, mi sorrise da lontano, "Ila!" esclamò venendomi incontro e aprendo le braccia, camminai nella sua direzione e ci abbracciammo, mi alzò di peso ed io  gli legai le gambe in vita...

"Ha retto meglio lei che voi due eh?" ridacchiò, eravamo in macchina adesso e ci stavamo dirigendo a casa  sua, dove avremmo potuto tranquillamente bucarci, i suoi non c'erano e non sarebbero tornati prima di ora di pranzo, la sorellina era a scuola, "ha avuto un'iniezione di fortuna, morfina" cercò di dire Rory reprimendo un conato di vomito, "Hey, hey! Non nella fottuta auto di mio padre! Siamo arrivati" disse imboccando un vialetto dopo neanche 200 metri, avevano una casa davvero bellissima e grande, in Norvegia la vita doveva essere una favola, era un paese ricco e lo erano anche la maggior parte di chi ci viveva soprattutto se lì c'eri nato, c'erano fiori che costeggiavano tutto il viale che portava all'androne e rampicanti con dei bellissimi fiori lilla anche sulla struttura, il tetto era spiovente proprio come si poteva immaginare fossero le case norvegesi, entrammo e la casa era suddivisa in piano giorno e piano notte, "Andiamo di sopra" ci disse Oystein guidandoci in quella che doveva essere camera sua, c'era un giradischi ed un baule pieno di 45 giri, poi il fodero di una gibson elettrica, la stessa che aveva Jemie, più altre tre acustiche appese al muro appena sopra la scrivania, su questa c'era poggiata una macchina da scrivere corredata da una marea di fogli con in alto lo stemma dei Mayhem, "Questa devo portarla all'Helvete, la dimentico sempre" disse sorridendo, la alzò e da sotto ci cacciò un sacchettino di plastica, "Penso dovrebbe bastare per oggi", ci sedemmo sul pavimento in circolo, tirò fuori anche delle siringhe ancora sigillate, un cucchiaio e dell'acqua, aiutai i ragazzi a sciogliere la roba, sembrava essere fottutamente pura, "Potresti?" gli chiesi passandogli  una siringa già piena e da cui ne avevo già cacciato l'aria, "Con chi inizio?" mi chiese, ed io feci spallucce, "sono entrambi nella merda" dissi, nel frattempo però avevo già preparato la seconda dose, che tirai su con una siringa differente, ne cacciai l'aria e leccai via la goccia di roba che era fuoriuscita, Oystein aveva già fatto l'iniezione a Jemie mentre io preparavo il braccio di Rory, lo bucai e gli buttai dentro la roba, "Tu?" chiesi al moro, mentre con smania misuravo ad occhio il mio quartino pregustandomi ciò che avrei fatto di lì a poco, "Ho già dato prima di venire a prendervi" mi rispose abbassando gli occhi sul cucchiaio in cui avevo messo l'ero, "Oi! Sei forse ammattita? Ti hanno fatto un'iniezione di morfina così t'ammazzi, devi almeno toglierne la metà" mi disse chinandosi di fianco a me e asportando la roba con un pezzettino di carta, aiutandomi poi a scioglierla, scoprì il braccio destro per iniettarmi la roba, vedevo il ragazzo con cui era venuto a prenderci seduto in un'angolo ad osservare tutto, ancora non ce l'aveva presentato, "Da a me" disse Oystein guardando il mio braccio destro per poi iniziare a massaggiarmi il sinistro, "Sono tutte fresche" continuò riferendosi alle punture fuori vena, gli annuì "nel cesso dell'aereoporto di Chicago, ieri sera, c'era così tanta gente ad aspettare fuori che non riuscivo a prendermi la vena" dissi leccandomi le dita su cui erano rimaste delle tracce di ero, sentì l'ago trapassarmi il braccio e la roba entrare in circolo, Rory ancora semisveglio mi fece segno di raggiungerlo ed io andai a mettermi accanto a lui,
"Allora mi spiegate la cosa dell'iniezione di fortuna? In aereo?" chiese ancora il moro, "Un medico specializzato in tossicologia da abuso, abbiamo avuto il culo avesse preso il nostro stesso volo" spiegò Jemie con voce impastata e rilassata, "Ha preso un'impiego qui in una clinica per tossicodipendenti, ci ha lasciato un recapito dicendo che ci avrebbe procurato del metadone per il ritorno" aggiunse Rory allo stesso modo, vidi Oystein annuire, "Ok, noi usciamo un secondo, voi state qui e non rompete niente, siamo in casa dei miei ricordatelo!" ci disse ripulendo il pavimento dalla roba, ed andando via con il suo amico al seguito...

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Quando ci svegliammo Ila stava curiosando tra i vinili con Oystein, sorridevano mentre bevevano dalle loro birre, "Ben svegliato amore" mi disse allungandosi verso di me e sfiorandomi le labbra con le sue, sapevano di birra e fumo, "loro sono Jorn e Jan Axel" mi disse indicandomi il ragazzo con cui Oystein era venuto a prenderci in aeroporto e un'altro che probabilmente era rincasato con lui dopo che erano usciti, "Ciao ragazzi" li salutò Jemie mettendosi a sedere, diedi per scontato lui li avesse già conosciuti durante il suo ultimo viaggio, gli allungai la mano a mezz'aria che loro strinsero mentre Oystein mi presentava, "Lui è Rory" disse, "Sai amore, Jan è il batterista dei Mayhem e Jorn il bassista" biascicò la rossa, aveva una vera e propria fissazione per i musicisti, avessi continuato a suonare probabilmente non avrebbe avuto occhi che per me, incrociai il suo sguardo, aveva gli occhi lucidi, "Ila che cazzo?" gli chiesi guardandola meglio, "È solo un po' d'hashish Rory" chiarì subito Oystein, "Morfina, Ero, Hashish, birra, cazzo Ila!" esclamai, e ci fù un'attimo di silenzio in cui mi resi conto non mi aveva infastidito che avesse fumato, mi aveva infastidito lo avesse fatto con loro e senza di me, "Quando mai ho dovuto chiederti il permesso per il fumo Rory?" sbottò subito lei con faccia imbronciata, "Da adesso ok?" sbottai sotto lo sguardo incredulo di Jemie, "la rota ti ha dato alla testa?" mi disse il moro, cazzo che stavo facendo? Che reazione del cazzo, ci riempivamo di merda fino al collo e adesso come la spiegavo quella reazione per un po' di fumo?, "non è il fumo in se, ma tutto quello che c'è sotto, la morfina è ancora in circolo e..." non terminai la frase non sapevo finarla, "Tesoro siamo tornati!" sentimo gridare dabbasso, era quasi sicuramente la madre di Oystein, "Cucino spaghetti alla bolognese, spero i tuoi amici gradiscano" continuò, "Si mamma, tra quanto scendiamo?" le chiese lui, "Vi chiamo io" terminò mentre una bambina di all'incirca sette o otto anni faceva capolino nella stanza, "Ciao" le sorrise Ila mentre lei le si avvicinava, "Allora siete voi gli amici di Chicago?" disse sorridente, Ila le annui, "Sei davvero bella" esclamò, e Ila le sorrise ancora, "Vai fuori piccola rompiscatole" disse annoiato il fratello cercando delicatamente di metterla alla porta, "perché lei può entrare in camera tua ed io no? È una ragazza anche lei!" gridò la piccola indispettita, "hai detto bene, lei è una ragazza, tu sei una bambina!" le chiarì Jorn, "Tanto la vostra band fa schifo!" gridò con sdegno facendo una smorfia disgustata per poi andare via, "Che carina" Ila fece un'altra sorsata dalla sua birra, fortunatamente tutta l'attenzione si era spostata dalla mia reazione, "Non devi dirlo per forza" le rispose Oystein, "con me lo è stata, tu sei suo fratello è normale ci siano incomprensioni" disse la rossa tirandosi le gambe al petto, "Lo dici perchè hai un fratello?" le chiese Jan beccandosi una gomitata nel fianco dal moro, "Si, ho un fratello, ma noi siamo sempre andati d'accordo" tagliò corto lei, e nessuno cercò di approfondire la situazione date le occhiatacce che si erano beccati da Jemie e Oystein, dopo una buona mezz'ora di chiacchiere e Cannibal corpse come sottofondo ci sentimmo chiamare dabbasso, ci alzammo ma non appena furono usciti tutti Ila mi trattenne, "Mi dici che t'è preso?" mi chiese con aria interrogativa ma allo stesso tempo maliziosa, lei era l'unica a cui non potevo proprio nascondere niente, scuotei la testa in segno di dissenso, anche se lei in parte lo aveva capito non volevo darle conferma, "Sei geloso, di Oystein o di chi altro?" continuò irritandomi leggermente, ma mi bastava guardare quegli occho grigi perchè ogni cosa passasse, "di tutti, di tutti Ila, non voglio che ti tocchino o ti guardino o altro, io non voglio che tu faccia niente senza me, neanche fumare un po' d'hashish, niente", mi sorrise evidentemente compiaciuta, "e io non voglio fare niente senza di te, ma tu c'eri Rory, non me ne sono mica uscita da sola con persone nuove, tu eri lì presente, ti sei svegliato ed eri con noi" mi rassicurò baciandomi, le afferrai i fianchi attirandola a me e ricambiai con foga il suo bacio, "Rory, Ila!" disse Jemie spuntando nuovamente dalla porta e facendo una faccia annoiata, "Smettetela di pomiciare e scendete di sotto, la madre di Oystein sta servendo il pranzo a tavola!" esclamò, lo seguimmo comunque tenendoci per mano, mentre le voci ci facevano intendere stessero parlando del funerale dell'indomani...

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