"Questo è quanto mi hanno dato per la prima settimana di lavoro al Mellow tiger" mi disse Rory sfilandosi la maglia, adesso sudicia, che aveva utilizzato per il lavoro, aveva la pelle del viso unta per il sudore, era stata una delle notti più afose di cui avessi memoria, buttò i soldi sul materasso di fianco a me e i muscoli addominali gli guizzarono sotto la pelle, "120 dollari" sussurrai, come cazzo potevamo vivere tutta la settimana con 120 dollari, per fortuna avevamo ancora qualche rimanenza di ciò che ci aveva dato suo padre, se ne andò in bagno e sentì l'acqua scorrere nel silenzio delle prime ore mattutine, mi sembrava di impazzire, mi voltai dall'altro lato e guardai il sole che placidamente sbucava da dietro i palazzi, l'insegna della birreria di sotto era spenta, c'era un silenzio assurdo, un silenzio che però sembrava portare pace, mi alzai ed andai ad affacciarmi, un po' di aria fresca mi carezzò il viso mentre mi accendevo una sigaretta, sentì i passi ovattati di Rory che tornava, il suo corpo aderì alla mia schiena poggiata al davanzale, mi baciò una spalla poggiandosi poi con la testa su di me, non parlammo, non c'era proprio niente da dire, avremmo aspettato aprisse il Big Bowl, mancava solo un'altra settimana, "Andiamo a letto piccola? Sono veramente stanco" mi chiese con occhi arrossati per il sonno, gli annuì... quella mattina fui io ad osservare lui dormire, guardavo il suo respiro regolare e sentivo il modo in cui continuava a stringermi nonostante stesse dormendo, una piccola scia di angoscia mi attraversò il petto, eravamo nella merda fino al collo nonostante Rory stesse facendo di tutto per non farmelo capire, i soldi erano così pochi da non riuscire neanche a coprire le dosi che ci servivano per un'unica giornata, lui continuava a ripetermi, sta tranquilla piccola ci penso io, ma a che costo?? Improvvisamente immersa tra i miei pensieri il mondo mi sembrò diventare grigio e privo di colori, non c'era più un'alba ed il silenzio invece che ad un senso di pace mi rimandava ad una sensazione di solitudine, una sensazione così forte da darmi le fitte allo stomaco, in quel silenzio riuscivo a sentire solo il ticchettio dell'orologio da muro che scandiva i secondi e poi i minuti e poi le ore, lo guardai, erano passate già diverse ore dall'ultima pera, ce l'eravamo fatta insieme io e Rory durante la notte, prima che andasse al Mellow tiger, tempo di poco e avremmo dovuto farcene un'altra...
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Mi alzai dal letto e infilai un paio di Jeans, vidi Ila ridestarsi dal sonno e strofinarsi gli occhi, "Dove vai amore?" mi chiese mentre mi chinavo a baciarle le labbra per darle il buon giorno, "A prendere la roba" le risposi mentre con un codino mi legavo i capelli, Melanie era seduta al tavolo, mangiava biscotti e leggeva una rivista, "Ne ho io se vi serve, senza che ti fiondi fin lì, dopo con calma la prendi e me la restituisci" disse poi voltandosi verso di me, scuotei la testa, "Grazie Mel, ma adesso non voglio debiti di nessun genere, se inizio così quei pochi soldi che ci sono rimasti diventeranno ingestibili" non sapevo più come giostrare quella situazione del cazzo, l'unica cosa che mi rasserenava leggermente era che almeno per quella giornata eravamo coperti, chiamai Jemie chiedendogli se poteva accompagnarmi, mi disse di passarlo a prendere con la mia macchina, "Piccola, io vado con Jemie, tu preparati che passo a prenderti tra un paio d'ore" si alzò, aveva indosso solo una mia t shirt, la vidi venirmi in contro e buttarmi le braccia al collo, le sorrisi abbracciandola a mia volta, le mie mani scesero lungo la sua schiena e fecero presa sul sedere, lei iniziò a ridere per poi alzarsi in punta di piedi e baciarmi, "Non andartene, posso venire con te?" mi chiese mettendo il broncio, adoravo quando lo faceva, adoravo ogni piccola parte di lei, adoravo il fatto che il tempo ed i problemi, nonostante qualche piccolo disguido, non avessero mai cambiato la chimica che c'era sempre stata tra noi, "Passo a prenderti fra un paio d'ore poi abbiamo tutto il tempo per poter stare insieme" si arrese al fatto che nel giro non ce l'avrei mai portata, "Ok" sospirò prima che andassi via chiudendomi la porta alle spalle...
"Deve arrivarmi un'ordine di 45 giri, ti andrebbe di prestarmi Ila per qualche ora?" mi chiese Jemie mentre percorrevamo il tratto che ci avrebbe portati nel giro, gli annuì "Senti Rory, non capisco perchè tu ti stia ostinando con questa cazzata, fermiamoci, ti fai una cazzo di pera e poi mi ridai la dose, sei a rota cazzo!" continuò dopo che mi fui voltato a guardarlo, stavolta scuotei la testa, avevo assunto una posizione alquanto innaturale mentre guidavo a causa dei crampi allo stomaco, "L'ultima volta che ho lasciato mi prestassero dei soldi ho visto scomparire i miei in un batter d'occhio perché dovevo restituirli Jemie, cioè li avevo spesi ancora prima di prenderli" gli spiegai, lui sbuffò come se la stessi facendo più tragica di quanto fosse realmente, "Non ti sto prestando dei soldi Rory, è solo una cazzo di dose, appena arriviamo me la ridai" insistè lui, ma nel frattempo eravamo già arrivati a destinazione, posammo l'auto e continuammo a piedi entrando in quell'intrico di macerie abbandonate, almeno così sembrava inizialmente, fin quando non si arrivava in uno spiazzale che dava l'impressione essere un vero e proprio mercato, quel giorno il giro si era spostato dalla stazione della metropolitana, mi guardai intorno frettolosamente sperando di vedere Kevin, Kevin non aveva quasi mai fila, questo perchè era l'unico che vendeva roba buona e quindi se la faceva pagare bene, "Il solito?" mi chiese ed io gli annuì tirando su col naso che ormai mi colava per bene, Kevin rise come al suo solito quando feci per prendere la roba e lui la tirò via, "Prima i soldi Rory, non impari mai" mi schernì, la verità era che quel figlio di puttana aveva sempre amato vederci soffrire, in quelle circostanze credeva di essere un dio, mi presi la roba e ci avviammo nuovamente in macchina, mi sarei fatto il mio buco lì e subito, mentre scioglievo la roba con l'aiuto di Jemie iniziai a sentirmi in colpa per Ila, il moro se ne dovette accorgere "che hai?" mi chiese mentre si leccava l'ago della siringa con cui aveva aspirato la sua di roba, perchè si, ogni momento è quello buono per una pera, aprì e chiusi un paio di volte la mano destra, non ero particolarmente bravo a bucarmi con la sinistra ma me la cavavo ed il braccio destro stava sicuramente messo meglio di quello sinistro, "Mi sento in colpa per Ila, spero che alla fine se la sia fatta prestare quella dose da Mel" dissi mentre l'ago mi trapassava prima la pelle e poi la vena...🖤
Eravamo in negozio e c'erano anche Will e Cindy, dopo la pera eravamo andati a prendere Ila ed io e lei avevamo discusso un po' perchè erano passate più di un paio d'ore, piangeva dicendo fossi stato un fottuto egoista visto che sapevo lei fosse a casa senza roba e che stesse aspettando me, i tossici erano sempre un po' egoisti, "Piccola pensi che non mi sia sentito in colpa? Stavo veramente male giuro!" le avevo detto mentre dolcemente le baciavo il braccio dove di lì a poco l'avrei bucata, la vidi rilassarsi e godetti un casino nel vedere la sua schiena inarcarsi dal piacere mentre lentamente la roba si insinuava dentro di lei, "Va bene così?" le chiesi pensando a quanto l'amassi nonostante in alcune circostanze sapesse essere una vera rompipalle, mi annuì in un gemito mentre io me la stringevo, adesso lei e Jemie sistemavano gli scaffali dell'heavy e black metal, mentre noi badavamo al resto dei sottogeneri Rock, la vidi sventolare un disco mentre sorrideva al moro che emulò un'espressione di piacere, "Sai dove va quello vero?" le chiese, era l'ultimo disco degli Immortal, Diabolical fullmoon Mysticism, "Posizione anti fottuti Posers" gli rispose lei, "esatto tesoro" le annuì Jemie, lo posò in un punto puramente casuale, il disco c'era, ma non sotto mano di tutti, solo chi avrebbe osservato attentamente poteva trovarlo, oppure chi proprio lo stava cercando, ed è proprio per quest'ultima tipologia di clienti che Jemie aveva messo un cartello di notevoli dimensioni appeso sulla cassa, 'Se non trovate qualcosa, chiedete' sotto la scritta una freccia puntava prorpio sulla testa di chi in quel momento stava badando al negozio, Sentimmo suonare il telefono, si alzò dirigendosi verso l' ufficio, "Oystein!" gridò euforicamente, io ed Ila lo seguimmo per sapere se di là, in Norvegia, fosse tutto a posto, la sua euforia fù bruscamente spezzata, Ila lo guardò con cipiglio, "Ma come cazzo è successo?" lo sentimmo chiedere con un filo di voce, "No, no, io non glielo dico cazzo!" esclamò scuotendo il capo, "È qui, se ci tieni tanto al fatto che vengano anche loro, allora io... Te la passo" terminò lasciando il telefono ad Ila, "Ma che è successo?" gli sussurrai, "Pelle, si è spappolato il cervello con un cazzo di fucile!" mi disse tirando su col naso, qualche lacrima gli scese lungo la guancia, ci eravamo sentiti spesso con loro, e quando mandavano le lettere a Jemie non facevano altro che menzionarci e chiedere di noi, Pelle aveva addirittura promesso ad Ila, se non fosse andata come invece è andata, che non appena la rossa avrebbe partorito lui e Oystein sarebbero tornati a chicago per vedere il nostro bambino, "Ma come è possibile?" chiesi a mia volta a Jemie, lo vidi scuotere nuovamente il capo, si asciugò gli occhi con un braccio per poi ridestarsi tirando nuovamente su col naso, "Era fottutamente depresso, Oystein l'ha sempre detto, tranne per qualche festa o mentre componevano musica lui non faceva altro che rimanersene disteso ad osservare il soffitto per giornate intere, loro presumevano soffrisse della sindrome di cotard anche se ufficialmente non gli era mai stata diagnosticata" mi spiegò Jemie, la sindrome di cotard, spiegata in modo spicciolo, era la convinzione di risiedere in un'involucro morto, chi ne soffre è realmente convinto di essere per l'appunto morto con conseguente bloccaggio degli organi interni, sentimmo il rumore della cornetta che veniva poggiata male per poi scivolare e cadere giù lungo la scrivania, "Ila? Pelle avrebbe voluto ci foste" disse Oystein e la sua voce si propagò all'interno della stanza, circondai le spalle di Ila con un braccio mentre con l'altra mano recuperavo il telefono, "Ci saremo Oystein, dalle il tempo di metabolizzare l'accaduto" ci fù qualche secondo di silenzio, "Ok Rory, dopo la funzione faremo una festa in onore di Dead, lui non avrebbe voluto un patetico funerale" mi spiegò, pensai infatti che una semplice funzione religiosa non fosse assolutamente nel suo genere, come immaginai anche che a volerla erano stati i suoi genitori, "Ok Oystein, ci vediamo lì" gli risposi per poi riattaccare...
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Me... You... And the Heroine 🖤
ChickLit- Storia in revisione - Ila non avrebbe cambiato nulla della sua vita, lei lo sapeva, nonostante fosse consapevole del fatto che l'eroina potesse prima farle toccare il cielo con un dito per poi, in un millesimo di secondo, lasciarla cadere sull'as...