Capitolo 53

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L'helvete profumava di buono, l'odore dei dischi in vinile riempiva l'aria mista al profumo dei ragazzi, sorrisi a quel pensiero, che profumo potevano mai avere i ragazzi, eppure quell'odore mi ricordava loro, il luogo in cui si riunivano profumava di tabacco, whisky & cola e di musica, buona musica come mi diceva Ian, ce lo avrei visto Ian tra noi, e rimpiangevo anche Pelle fosse andato via troppo presto, sicuramente sarebbe stato lì adesso, con gli altri, a fare musica, sentì il fruscio di un'amplificatore e mi voltai nella direzione da cui proveniva il suono, c'era solo Faust, un'altro amico di Oystein, Rory si era avviato con gli altri mentre io ancora rovistavo tra i dischi, "Sono di sotto" mi disse sorridendo mentre con la birra poggiata sul bancone si voltò nuovamente verso la TV alla sua destra, feci per scendere e lui mi fermò nuovamente, "Aspetta, chiudo il negozio e vengo con te" affermò andando verso la porta e dando una mandata con le chiavi, ovviamente dall'interno. Mentre scendevamo l'odore di tabacco e alcol si faceva sempre più forte facendo così diramare quello dei Vinili che quasi diventò impercettibile, le pareti di quello che Oystein diceva essere il covo del Black Circle, cioè una cerchia di amici selezionata per orientamento musicale e per ideologia, erano grezze ed una scritta a bomboletta spray padroneggiava su una di queste, Black Metal era scritto a caratteri cubitali mentre in un'angolo posta al di sopra dell'ennesimo giradischi c'era una locandina dei Venom, a riempire il resto della stanza ci pensavano le sedute in pelle con al centro un tavolino, lì il possibile si fondeva con l'impossibile creando un'aria surreale, sentì i primi accordi della canzone 666 the number of the beast degli Iron Maiden e non potei fare altro che canticchiarne l'intro,
"I left alone... my mind was blank...
I needed time to think
To get the memories from my mind" sussurrai sentendo poi Oystein continuare "What did I see?... Can I believe?...
That what I saw that night was real and not just fantasy?" Aveva una bella voce Oystein, anche se prima d'ora non lo avevo mai sentito cantare, mi sorrise e mi attirò a se con un braccio facendomi sedere in modo precario su una sua gamba, precario perché ovviamente lui ancora suonava, passando adesso però al ritornello, mi guardò aspettando che lo dicessi "six-six-six, the number of the beast,
six-six-six, the one for you and me!" cantai sorridendo per poi voltarmi verso Rory che aveva osservato tutto, buttò per terra la cicca della sua sigaretta ed io mi alzai dalle gambe di Oystein per raggiungerlo, glielo leggevo nello sguardo il disagio che quel gesto fatto dal moro gli aveva provocato, lui aprì le braccia che agganciò alla mia vita non appena mi sedetti tra le sue gambe, poggiò il mento sulla mia spalla ed io mi voltai a baciarlo mentre con smania e possessione le sue mani mi carezzavano l'addome da sotto la maglia, ed eccolo, il profumo più buono che avessi mai sentito, quello di Rory, tabacco, birra e una nota più dolce dovuta al bagnoschiuma al muschio che era solito usare, adesso Oystein stava suonando Seek and destroy dei Metallica ed io non mi ero mai sentita tanto a mio agio tra tanti uomini, li vedevo ballare e godersi la musica, venendo trascinati in uno stato di ecstasy proprio come successe a me la prima volta che ascoltai i Mayhem nel negozio di Jemie, il moro passò velocemente a dead skin mask degli slayer mentre più bottiglie di Jack Daniel's facevano il giro della stanza, le bottiglie ne erano così tante che quando arrivò il nostro turno una la tenemmo completamente per noi,
"Serata tranquilla" ci disse Jorn posando sul tavolo una bustina con della polvere bianca dentro, vidi Rory prenderne un po' col mignolo ed assaggiarla, "È coca!" sentenziò in modo scontato e lui gli annuì, Jemie e Oystein si avvicinarono, il suono della chitarra fù sostituito da un 45 giri dei Celtic Forst, "sniffiamo?" chiesi io mentre Jorn la divideva per poi farne girare in parte attraverso la stanza, "Ma no piccola, sniffare è come buttar via, questa va fumata, mai fatto?" chiese Oystein, Jan Axel si avvicinò ridendo in modo ironico, probabilmente per il fatto che non avevo mai fumato coca nonostante fossi una bucomane finita, Jemie e Rory invece annuirono, "Senza di me?" dissi guardandoli male e loro sorrisero, "In quel periodo ancora io e Rory ci scopavamo insieme Cindy tesoro! Neanche ci conoscevamo" mi rispose Jemie facendomi storcere il naso, dopo tanto tempo la situazione non cambiava, avrei preferito non facesse mensione alle scopate passate di Rory, la mia faccia dovette lasciar trasparire ciò che avevo pensato infatti il moro con aria un po' dispiaciuta mi si avvicinò, "Dai tesoro che ti facciamo vedere come si fa" disse cingendomi le spalle, ed io già mi sentivo eccitata per questa nuova esperienza, soprattutto visto che dalle loro espressioni e dal modo in cui ne parlavano ne dedussi dovesse essere magnifico, ero curiosa di provare. Seguii i movimenti di Jamie, Rory e Oystein con molta attenzione quasi come se la mia mente sentisse già il bisogno di replicarli, Jamie prese la coca, precedentemente preparata da Jorn sul cucchiaio, e ci mise sopra dell' ammoniaca fino a quasi riempirlo, ne tenne però la punta libera, non riuscivo a capirne la motivazione fin quando lui, dopo averla portata ad un lieve bollore, e a quel punto nell' aria si sentì un odore quasi da solvente che mi fece un po' pizzicare il naso, tolse la fiamma per poi cercare di unire le varie macchie oleose che galleggiavano sulla superfice dell'ammoniaca, le spostò verso la punta del cucchiaio con l'ausilio di uno stuzzicadenti, mentre il moro continuava questa operazione vidi Oystein e Rory intenti a preparare quella che mi dissero fosse la bottiglia da cui avremmo fumato. Presero una bottiglietta di acqua e la svuotarono per metà, Rory si voltò verso di me "Piccola dammi la sigaretta" mi disse, lo guardai confusa, "dammela e basta" sorrise lui, ne feci un'ultimo tiro e gliela passai, prima di prenderla percorse le mie dita con le sue in una carezza smoderatamente dolce. Poggiarono la cicca sulla parte superiore della bottiglietta, quella che veniva chiamata spalla, finché a contatto con la combustione la plastica non si sciolse lasciandone un buchetto concentrico, all'interno di questo infilarono un tubicino che immaginai fosse per fumare, continuarono la preparazione svitando il tappo, "Questo non serve" disse Oystein cestinandolo, "Guarda Ila, copri il foro con della carta stagnola, ovviamente fai attenzione a farla aderire per bene al collo della bottiglia in modo che non ci siano fuoriuscite d'aria" continuò mentre in contemporanea mi mostrava come fare, ci misero intorno del nastro adesivo per assicurarla per bene e ultimarono il tutto facendo circa una decina di buchini, nel punto in cui la stagnola copriva il foro della bottiglia, per farlo utilizzarono la punta di uno stuzzicadenti, ci misero sopra della cenere presa da uno dei tanti posacenere sparsi per la stanza "A cosa serve?" chiesi con aria svampita mentre gli altri mi guardavano come fossi una bambina, in realtà ero solo curiosa, "Senza non puoi fumare la roba" rispose Jemie che nel contempo aveva terminato e adesso stava staccando il cristallo solidificato dalla punta del cucchiaio, lo mise su un foglietto in modo che si asciugasse bene per poi romperlo in piccoli pezzetti, "Si, ma io voglio sapere perchè senza cenere non si può fumare, cioè, che funzione ha la cenere?" ripetei pensando la mia domanda non fosse stata abbastanza chiara, "Ila ma che ti frega!?! Fuma e basta..." mi rispose Faust sbuffando, mi voltai in modo stizzito a guardare adesso Jemie cosa stesse facendo, "Le vedi queste piccola?" mi sussurrò Rory all'orecchio indicandomi quei pezzettini di coca solidificata che il moro stava posizionando, con l'aiuto di Oystein che gli manteneva la bottiglia, sulla stagnola tra la cenere, gli annuì "Quelle in gergo vengono chiamate croste" mi sussurrò ancora all'orecchio mentre, prendendomi le mani, mi abbracciò da dietro facendo incrociare le nostre braccia all'altezza dei miei seni. Osservai attentamente come faceva Rory e un po' timidamente gli chiesi spiegazioni, lui passò la bottiglia a Jorn, che ancora non aveva fumato "vedi come fa?" mi chiese, "Metti la crosta sopra la cenere e bruciala con l accendino, vedi come il fumo scende nella bottiglia quando inspiri?" mi guardò come per volere conferma, io gli annuì, "ok... Mi raccomando piccola, quando inspiri da quel tubicino trattieni il fumo dentro più che puoi e non spaventarti per l effetto iniziale", tentai di fare come mi aveva detto ma un po' mi tremava la mano quindi Rory bruciò la crosta per me, inspirai trattenendo il fumo quanto più potevo proprio come sinera raccomandato facessi, le orecchie iniziarono a fischiarmi e la stanza sembrò percossa da vibrazioni più o meno forti, un grande calore mi pervase facendomi sentire talmente bene ch nel momento in cui buttai fuori il fumo già avevo voglia di inspirare nuovamente da quella bottiglia. Continuammo così per un po' passandoci la roba tra noi, stavamo bene, andava tutto alla grande, man mano l'effetto iniziale della roba si stava un po' attenuando lasciando che me lo godessi davvero a pieno, Rory mi chiese se andasse tutto bene e io annuì con un cenno del capo, non sapevo esattamente quanto tempo avessimo passato in quel modo, non avrei proprio potuto quantificarlo ma di una cosa ero certa c'era silenzio adesso intorno a me, mi sentivo isolata, in pace con me stessa e con gli altri, quando la coca basata finì bevemmo qualche birra e risi alle battute dei ragazzi, stavamo davvero, davvero bene, mi sentivo parte di un qualcosa che non riuscivo a comprendere fino in fondo, non era la coca, o la musica o il black Circle, ora non ero più sola, tutto andava come doveva essere, tutto andava come se già fosse stato scritto, era tutto perfetto. Dopo un paio d'ore dovemmo però passare alla roba la rota stava galoppando verso di noi e sentivamo bisogno di approdare verso altre isole pacifiche della nostra mente per non sentire la tristezza e il vuoto che la coca stava lasciando andando via, avevamo bisogno dell'ero, bisogno di lei per non sentire e basta, ne ero certa, e leggevo negli occhi dei ragazzi la stessa necessità, fù Oystein a cacciare gli attrezzi per primo e noi lo imitammo per poter finalmente godere fino in fondo della nostra pera di fine giornata.

 Dopo un paio d'ore dovemmo però passare alla roba la rota stava galoppando verso di noi e sentivamo bisogno di approdare verso altre isole pacifiche della nostra mente per non sentire la tristezza e il vuoto che la coca stava lasciando andando vi...

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