Capitolo 70

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Mi buttai sul letto di fianco a Philip e Karen, lei era stata l'unica che aveva ricordato avesse promesso di darmi una mano in casa, ma quando erano arrivati io già avevo finito e mi ero addormentata da un pezzo. Erano ormai le 5 del pomeriggio e mancava poco più di un'ora al ritorno di Rory, era stato lui a svegliarmi prima dell'arrivo dei ragazzi, mi aveva telefonata chiedendomi cosa stessi facendo e se avevo bisogno di qualcosa, era stato comunque abbastanza freddo nei miei confronti ed io mi ero comportata di conseguenza.
La casa puzzava d'erba ma non mi interessava, l'aveva portata Philip siccome gli avevano detto fosse roba buona, e infatti lo era, mi stesi poggiando la testa sulle gambe di Phil, inspirai e come ai vecchi tempi ci passammo il fumo l'un l'altro, "Quando eravamo più piccoli lo facevamo sempre" precisai a Karen, improvvisamente mi aveva preso il timore che una vicinanza così ridotta tra le mie labbra e quelle di Phil potesse averla infastidita, lei invece sorrise e, ancora abbracciata a Philip, cominciò a carezzarmi i capelli, "Voglio farlo anch'io!" esclamò inspirando dalla sua canna e chinandosi sulle mie labbra, cacciò fuori il fumo passivo che io inspirai a mia volta, tra quell'odore forte di erba riconobbi subito il profumo più timido e dolce del suo lucidalabbra alla fragola, "Con me no amore?" le chiese Phil facendo il finto offeso, Karen sorrise "Sei tu che devi dare qualcosa a me" gli sussurrò con aria maliziosa mentre si allungava verso di lui, presero a baciarsi ma io non mi spostai da dove ero e Philip neanche mosse le gambe da sotto al peso della mia testa, anzi, mentre si baciavano Karen continuava a carezzarmi ed a giocherellare con i miei capelli.

Quando Rory bussò alla porta Philip e Karen erano già andati via, gli avevo spiegato sommariamente cosa era successo ed avevano ritenuto non fosse il caso restassero. Andai ad aprire senza però spalancare la porta, semplicemente feci scattare la serratura per poi voltarmi di spalle e correre a letto, "Puzza d'erba qui dentro" sospirò lui togliendosi le scarpe antinfortunistiche e lo smanicato dell'azienda, lasciò come suo solito le scarpe sull'uscio ed appese la giacca all'appendiabiti appena affianco alla porta, "è un problema?" gli chiesi, feci partire la zippo per potermi accendere l'ultima canna già rollata che Phil mi aveva lasciato, lui scrollò le spalle, "Ne hai una anche per me?" mi chiese venendosi a sedere sul letto, le sue mani poco distanti dalle mie gambe, scuotei la testa e gli allungai quella che avevo in mano, "L'hanno portata Philip e Karen?" gli feci cenno di si con il capo, sapeva i ragazzi fossero stati da noi, li aveva sentiti chiacchierare durante una telefonata, mi aveva chiesto chi ci fosse e aveva voluto gli passassi Phil, "Scusami, io ho perso la testa, sono stato irrazionale" mi guardò come se si aspettasse una mia reazione, "Ok, fa niente" gli risposi cauta, si guardò intorno scrutando ogni angolo ormai pulito della casa, "sei arrabbiata con me?" scivolò a lato diminuendo ancora di più la distanza che c'era tra noi per poi ripassarmi la canna, "No, non sono arrabbiata con te, è comprensibile" gli risposi, ma la verità era che non potevo essere arrabbiata con lui, non potevo esserlo perchè io conoscevo la verità, sapevo realmente cosa c'era stato tra me e Jemie.
Ci fù un po' di silenzio, un silenzio abbastanza strano in cui per la prima volta sembrava che Rory non sapesse cosa dire, non era più il Rory che avevo conosciuto, Rory era cambiato tanto, ed era ancora in continua metamorfosi, con me era stato una persona diversa da quello che era prima di conoscermi, e adesso sembrava essere diventato ancora un'altra persona, più responsabile, avevo davanti agli occhi un Rory stanco, probabilmente stanco di tutta quella merda che ci circondava,
Mi avvicinai ancora di più a lui circondandolo con le mie gambe ed attirandolo a me, si stese accoccolandosi contro il mio addome come se fosse stato un bambino, "Che hai?" gli chiesi carezzandogli i capelli e portandogli qualche ciocca ribelle dietro le orecchie, "Sposiamoci Ila, e facciamo che questo passo sia per noi un nuovo inizio, abbandoniamo questo appartamento, prendiamoci una casa più grande", Il mio cuore si fermò per un'attimo, l'aveva detto sul serio, "Rory s-sei sicuro di quello che d-dici? Lo vuoi sul serio o è un'altro capriccio dettato da ciò che è successo con Jamie?" si alzò guardandomi dritta negli occhi, "Ti sembra così strano ciò che ti ho detto?? Sto lavorando ed ho uno stipendio fisso,  anche abbastanza alto e per me è già un traguardo considerando da dove sono partito, ti sembra così strano che io voglia una vita normale con la persona che amo?" adesso ero io quella senza parole, il mio cuore andava così veloce da poter implodere improvvisamente, quasi non respiravo più, mi imposi di calmarmi e feci qualche respiro profondo, "se non ti senti pronta Ila puoi dirmelo" continuò lui prendendomi una mano, finalmente mi sbloccai, guardai in alto per trattenere le lacrime di gioia ma senza riuscirci, "come fai ad essere così stupido?" gli chiesti ridendo e piangendo in contemporanea,
"Non lo so, dimmelo tu, come sei riuscita a farmi innamorare a tal punto da rendermi stupido?" sorrisi di nuovo alla sua affermazione, e poi mi sporsi a baciarlo, sentì le sue mani stringermi i fianchi, "Questo è un si??" poi mi chiese staccandosi momentaneamente da me, gli annuì, "Allora dillo" mi incitò lui, "È un si!" gli dissi finalmente io.

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"Stamani ne ho parlato a Jemie, lui è l'unico che conosce le mie intenzioni al momento, ovviamente lo diremo anche agli altri", le sussurrai, avevamo fatto l'amore ed avevo goduto di quel corpo che tanto amavo, ero contento di sapere che Ila si sentisse pronta di legarsi a me completamente, ed ero stupito del fatto che fossi stato io a chiederglielo, perchè di conseguenza anche io mi stavo legando a lei in modo definitivo, "Quando l'hai visto Jemie?" mi sussurrò girandosi di lato, si poggiò con la testa sul mio petto e mi cinse con un braccio, "A ora di pranzo, è venuto in azienda a scusarsi per ciò che è successo ieri sera e poi gliene ho parlato" sentì Ila annuire strofinando la guancia contro la mia pelle "capisco" mi disse.
Quando tornarono Mark e Melanie si era addormentata, aveva il viso di un'angelo ed io non riuscivo a scollarle gli occhi di dosso, mi capitava spesso di rivedere nella mia mente i momenti passati con lei, da quella prima mattina fino ad adesso, alcune cose che mi facevano bene altre che mi facevano male, ma era tutto ciò che avevamo passato insieme ad averci uniti così, ed era stata lei l'unica a farmi sentire l'esigenza di una vita normale, fatta di lavoro, casa, moglie, figli e probabilmente il campionato di football che inevitabilmente avrei cominciato a seguire per ammazzare la noia.
"ti va una birra??" mi chiese Mark sedendosi al tavolo della cucina, recuperai gli slip dal pavimento infilandoli da sotto al lenzuolo e lo raggiunsi, lui ne stappò una anche per me.
"Io e Ila dobbiamo dirvi una cosa" a noi due si era unita anche Melanie, di scatto si voltarono entrambi verso la rossa che ancora dormiva, "Non sarà mica di nuovo incinta, eh cecchino?!" mi schernì Mark sorridendo, gli sorrisi di rimando, "No Mark, dopo l'ultima volta ho cercato di essere quanto più attento, qualche volta mi sono anche sacrificato utilizzando il preservativo" ridacchiai, "bando agli scherzi, non penso che riuscirebbe a sostenere un'altra botta del genere, quindi meglio essere sicuri prima di riprovare" continuai, "Sicuri?" chiese Mel alzando un sopracciglio, "Puliti dalla roba, sicuri che la gravidanza vada a buon fine" feci chiarezza, "Puliti dalla roba" ripeté Mark con aria scettica, ma io non gli diedi peso, per noi sarebbe iniziata una nuova vita di cui l'eroina non faceva parte.

Me... You... And the Heroine 🖤Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora