Capitolo 35

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Ero seduto al tavolo della cucina, avevo appena ricevuto una telefonata dai miei visto che erano stati avvisati del fatto che non eravamo rientrati in comunità la sera precedente, poggiai la birra da cui stavo sorseggiando aspettando Ila si svegliasse, continuavo a guardarla dormire e provavo le stesse sensazioni della prima volta in cui l'avevo vista, anzi, minimo erano raddoppiate considerando tutto ciò che adesso ci univa, Melanie venne a sedersi al tavolo in cucina mentre aspettava Mark finisse di prepararsi, "Ti va una striscia?" mi chiese aprendo una bustina, "No, sono a posto così" le risposi mentre lei arrotolava una banconota, la sentì sniffare ed imprecare massaggiandosi il naso, io dopo la mia ultima pera c'ero ancora dentro e considerando che non appena Ila si sarebbe svegliata dovevamo andare dai miei non era il caso mi imbottissi di altra merda,
"Che ore sono?" sentì mugugnare la rossa mentre ancora aveva gli occhi chiusi, il sole del mezzo giorno passava attraverso le tapparelle lasciando su di lei fasci di luce dalla forma ovale, si mise a sedere e si stiracchiò, "Quasi l'una" le dissi raggiungendola e sedendomi accanto a lei, "Cazzo è tardi" esclamò Melanie richiudendo la bustina di quella che immaginai fosse coca, "perchè dove dovete andare?" le chiesi mentre lei con voce nervosa chiamava Mark che era ancora in bagno, "Ci siamo iscritti al centro per l'impiego e oggi Mark ha un colloquio, serve un custode per una legneria" ci disse trascinandosi dietro il ragazzo che in modo maniacale continuava a torturare il colletto della camicia, "Mi da un fastidio bestiale, ed ho un prurito pazzesco al collo!" esclamò lui con un'espressione seccata sul volto, riconobbi subito quella camicia e allo stesso modo riconobbi la giacca nera che stava indossando in quel preciso istante "Ma quelle..." iniziai senza che lui mi lasciasse finire, "Si, sono tue, volevo chiedertelo ma quando ho iniziato a prepararmi ancora dormivi" si giustificò mentre Melanie gli dava un'ultimo strattone "Andiamo è tardi! A dopo ragazzi" concluse lei prima che scomparissero attraverso la porta d'entrata, vidi Ila allungarsi sul comodino e prenderne le sigarette, "Sigarette a colazione?" le chiesi, "in realtà gradirei una colazione vera!" rispose mettendo il broncio come una bambina, mentre delicatamente chiudeva le labbra intorno al filtro, "Ti porto a mangiare i Pankakes con lo sciroppo d'acero e le fragole più buone che tu abbia mai assaggiato" mi chinai verso di lei che mi sorrise "Ah si?" le annuì per poi baciarle il collo lentamente fino ad arrivare alla nuca, lì era così sensibile che in un'attimo le si accapponò la pelle, mi scostai avendo così una visuale più completa del suo corpo, i capezzoli le si intravedevano attraverso il tessuto leggero della t shirt che portava, le presi i fianchi e l'attirai a me mettendomi tra le sue cosce, allora lei posò la sigaretta che continuò a consumarsi in solitudine tra le cicche già spente, "Mi ha chiamato Jemie" le sussurrai, lei mi incitò a continuare con un movimento della testa mentre pian piano le mie mani salivano lungo il suo addome sotto la t shirt, "Ha detto che alcuni amici l'hanno invitato ad una festa stasera, e ci ha chiesto se volevamo andarci anche noi, ed'io ho pensato che ci avrebbe fatto bene distrarci un po'" mi annuì mentre con una mano mi carezzava il lobo sinistro, io invece le torturavo i capezzoli facendo con i pollici piccoli movimenti concentrici, le sfilai la maglia per poi attaccarmici con la bocca, continuavo a succhiare mentre le sue mani pigiavano sulla mia nuca, gemette ed mi sporsi in avanti mettendola sotto di me, "voltati" sussurrai mentre allontanandomi dalle sue labbra che continuavano a cercarmi con smania, mi guardò con aria confusa, "C-come così?" mi chiese mettendosi a pancia sotto, le presi i fianchi e la tirai verso di me facendole alzare il bacino, di conseguenza adesso si reggeva sulle mani, mi ci accostai ancora di più mentre delicatamente penetravo dentro di lei, le portai una mano tra capelli e spinsi la sua testa verso il letto, la vidi inarcare la schiena e quel movimento mi fece ardere le guance come fossi stato un bambino alle prime armi...

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"Rory il telefono!" annunciai mentre infilavo il mio vecchio levi's consunto, con movimenti goffi cercai di raggiungerlo, "pronto?" risposi mantenendo la cornetta tra l'orecchio e la spalla, le mie mani erano impegnate ad infilare la maglia dentro i Jeans e ad abbottonare tutti quei fastidiosi bottoni, ma perchè cazzo la levi's non mette una bella cerniera e fine della storia?, pensai tra me e me, "Ila?" la voce della madre di Rory mi colpì in pieno volto come un pugno e per altro non potevo neanche passargli lui visto che era ancora in bagno, che le avrei detto?, "Ila abbiamo già parlato con Rory, e sappiamo che siete fuori, deve venire qui, lo stiamo aspettando" tagliò corto lei tirandomi fuori da quella situazione scomoda, "Ah, ok, R-Rory è in b-bagno, si, posso dirgli qualcosa o vuole che vi faccia richiamare?" chiesi mentre la mia testa si soffermava sempre di più su ciò che la donna aveva detto, deve venire qui, lo stiamo aspettando, da quando avevano smesso di parlare al plurale? Non volevano che andassi?, "No, digli solo di sbrigarsi" concluse, stavo per dirle ok e salutarla quando d'improvviso attaccò la cornetta lasciandomi lì come uno stoccafisso, abbottonai finalmente l'ultimo bottone dei Jeans, la maglia bianca di Rory con su lo stemma della coca cola scendeva morbida sulle mie spalle dandomi una sensazione di comfort, optai per mettere le mie convers in tela, in quel periodo faceva troppo caldo per gli anfibi, "Piccola sei pronta?" mi chiese lui uscendo dal bagno mentre ancora si legava i capelli, "Ha chiamato tua madre, non mi avevi detto ti avessero telefonato" la mia voce risultò impastata a causa della sigaretta che reggevo con le labbra, misi la zippo a testa in giù ma nonostante i miei sforzi non voleva saperne di accendersi, "Dobbiamo ricaricarla, comunque scusa piccola, ho dimenticato di dirtelo" mi disse lui con un sorriso mentre io accendevo il fuoco sul fornello per poter fumare, "Mi è sembrata strana, mi diceva tu dovessi andare lì senza però chiedermi se sarei venuta anche io, quasi come se la mia presenza non fosse gradita oggi" mi guardò con aria un po' stanca, "sono ancora un po' sconvolti per il fatto che non siamo rientrati in comunità, anche se sinceramemte io penso tu ti sia impressiomata, ormai i miei danno per scontato che dove sono io sei anche tu" gli annuì senza dibattere, non mi andava di discutere di prima mattina...
Sorrisi vedendo Rory in lontananza mostrarmi una vaschetta di fragole fresche mentre io lo guardavo attraverso il parabrezza della macchina, si era fermato appositamente in una piccola bottega di frutta e verdura che diceva essere il fruttivendolo secolare della sua famiglia, "Le ho fatte anche sciacquare così dobbiamo solo metterle sui Pankakes, mi disse poggiando la vaschetta sulle mie gambe, ne presi una e l'addentai, non avevo mai assaggiato fragole tanto saporite e dolci, parcheggiammo in sosta vietata davanti ad un chioschetto che faceva cibo da asporto, "Apetti qui? Così se dobbiamo spostarci mi chiami" gli annuì, guardai una ragazza andare via con in mano uno scatolo da cui si vedeva fuoriuscire del fumo e il mio stomaco brontolò, Rory ne rise chiudendo la porta ed andando via,
I pankakes che portò erano straordinariamente grandi infatti dovevamo dividerli in due, mentre lui tagliava le fragole adagiandole sullo sciroppo d'acero e la granella di noccioline il mio stomaco brontolò ancora, "tieni" disse allungandomi la forchetta con su un boccone, io lo addentai per poi iniziare a mangiare, "adesso sono piena come un palloncino" esclamai soddisfatta, non appena avemmo finio"si, anche io sono momentaneamente a posto" disse richiudendo il cartone e poggiandolo sul sedile posteriore, mise in moto e partimmo verso casa dei suoi...
Non parlammo molto sembrava fossimo entrambi alquanto agitati, sapevo anche perché Rory lo fosse, alla fine erano riusciti a metterlo con le spalle al muro, i patti erano questi, se fosse uscito anche un giorno prima del termine della terapia allora avrebbe dovuto rinunciare ai soldi che il padre gli passava mensilmente,
Quando arrivammo ci aprì Florence che mi salutò con un abbraccio, dopo il giorno in cui mi aveva dato il regalo non ci eravamo più viste, "Mi dispiace tesoro" sussurrò dandomi un bacio sulla guancia, ci addentrammo in cucina, e contro ogni nostra aspettativa oltre ai genitori di Rory c'erano anche Megan, Edward ed Alice, le due le vidi attraverso la finestra che dalla cucina dava sul giardino, erano in costume e stavano prendendo il sole, la pancia di Alice era ormai più che evidente, immaginai dovesse essere di 5 o 6 mesi, "Lei cosa cazzo ci fa qui?" chiesi a Rory, "Giuro che non ne sapevo niente" si affrettò a dire lui, "Sei arrivato finalmente" la madre di Rory si avvicinò a noi tirando da sotto al tavolo una sedia, "Sediamoci" intervenne suo padre e noi lo facemmo, i due avevano una faccia da funerale mentre invece Edward sembrava godere di quella situazione,
"Rory io penso sia arrivato realmente il momento che tu maturi, d'ora in poi baderai tu alle spese del tuo appartamento e per farlo dovrai trovarti un lavoro" vidi Rory scuotere la testa con dissenso, "Ma papà, sono pulito adesso, per questo non siamo più rientrati, non era il caso ci rimanessimo" Edward rise alla sua affermazione, "Dopo appena un mese e qualche giorno Rory?" infierì, Rory non gli rispose "Dammi l'opportunità di lavorare per l'azienda di famiglia" continuò rivolgendosi sempre a suo padre, il suo sguardo si addolcì nei confronti di quel figlio che lo disperava tanto, "Papà non vorrai realmente mettere metà dell'azienda nelle mani di questo, di questo... ... Tossico!" sputò velenoso Edward,
"Edward! È tuo fratello, certe volte sembra che tu lo dimentichi, mi chiedo cosa mai ti abbiamo trasmesso io e tua madre considerando come ti comporti!" lo zittì, "Se sei pulito come dici, potremmo provarci" continuò sorridendo a Rory e lui gli ricambiò il sorriso a sua volta, "Se è realmente pulito, non avrà nulla in contrario se domattina lo portiamo a fare un po' di analisi" Edward si allungò verso la bottiglia di brandy che il padre aveva poggiato sul tavolo e se ne versò un po' in un bicchiere, poi si voltò verso di lui, adesso Rory aveva lo sguardo di tutti e tre puntato addosso, "Nessun problema" disse con voce più sicura di quanto doveva essere, sentimmo la porta aprirsi e vedemmo entrare Alice e Megan, Sentì Rory deglutire non appena la vide, io sospirai, che vita di merda, "Ciao Rory!" esclamò Megan mentre si avvicinavano ancora di più al tavolo con in mano il loro bicchieri, "Hai visto che bel pancino ha Alice?" disse lei sorridente, "Si, complimenti Alice" rispose Rory con voce cupa prendendomi la mano e stringendomela, "lo sai che scalcia di tanto in tanto? È fantastico" Megan era proprio una troia, dove voleva arrivare? Non gli interessa avrei voluto urlarle, ma la gola mi si era serrata e le lacrime minacciavano di sgorgare, guardai in alto per impedirglielo e sbuffai cercando di apparire annoiata più che ferita, "Si sta muovendo proprio adesso" disse lei toccandosi il pancione, la madre di Rory si alzò andandole incontro e poggiando anche la sua mano nel punto in cui Alice si stava toccando, "era proprio un calcio, dai Rory vieni a sentire!" lo incitò mentre il mio cuore sembrava lacerarsi, lui scuotè la testa prima di essere tirato verso la ragazza da Megan che gli prese una mano poggiandola sull'addome di Alice, "Oddio senti Richie come scalcia, ha sentito la mano del papà" sorrise lei, "Richie?" le chiese subito Rory con un sorriso, "Richie, Rory Reed Jr... È un maschietto" disse poggiando la mano su quella di Rory che ancora era impalata sul pancione, ecco perchè i suoi non volevano ci andassi, era un'altro dei loro sporchi trucchi, mi alzai senza che nessuno mi prestasse attenzione e raccolsi dal tavole le chiavi dell'auto di Rory, iniziai a singhiozzare non appena varcai la porta della cucina ritrovandomi nel corridoio, sentì qualcuno seguirmi, pensai fosse Rory, anzi, sperai fosse lui ma non era così, due braccia mi circondarono ed io diedi sfogo a ciò che provavo, "Mi dispiace tu debba sottoporti a tutto questo" mi disse Florence, "Loro sono convinti quel bambino sia la risposta" non dissi niente, continuavo a singhiozzare ma non avevo voglia di risponderle "Florence io ho bisogno di andare in macchina" lei mi annuì, "avviati, io ti porto qualcosa da bere"...

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Era incredibile il modo in cui si sentiva il bambino muoversi, ad un certo punto era comparso un vero e proprio bozzolo sulla pancia di Alice, mi voltai verso Ila ma lei non c'era, ritrassi la mano e cercai di allontanarmi, "Rory ma dove vai?" mi chiese la mora prendendomi nuovamente il braccio, "Da Ila" le risposi, allungai lo sguardo verso la porta del corridoio, se fosse andata in giardino me ne sarei accorto, avrebbe dovuto passarci proprio di fianco, "Sarà andata in bagno, sai, per qualche sua esigenza" ipotizzò facendo spallucce, la cosa mi amareggiò parecchio perchè proprio in quel momento mia madre iniziò a parlare ad Alice del fatto che avessi passato un periodo in comunità e che adesso fossi pulito, "Allora ti dovresti allontanare da certa gente" continuò lei tirandomi il braccio per l'ennesima volta, io me la scrollai di dosso delicatamente "Lasciami Alice, e comunque anche Ila è stata con me in comunità e anche lei è pulita" precisai prima di allontanarmi...
Nel corridoio non c'era ma notai la porta d'entrata fosse aperta, uscì e la vidi in macchina, era con Florence che mi guardò male mentre dava ad Ila un bicchiere alto con dentro del liquido ambrato ed una fetta di limone, pensai fosse Thè freddo, mi avviai verso la macchina e vidi la donna venirmi incontro, "Rory da te proprio non me l'aspettavo, quella povera ragazza ha da poco perso il suo bambino e tu assecondi le stronzate dei tuoi?" mi rimproverò, non le dissi niente, non sapevo cosa mi fosse successo, aveva più che ragione, mi sedetti in auto accanto a lei, "scusami, mi ci hanno tirato dentro, hai visto, io neanche volevo toccarla" non mi rispose, continuava a guardare fuori dal finestrino mentre si abbracciava le ginocchia che aveva tirato al petto, "Ila guardami" le voltai il viso verso il mio ed i suoi occhi lucidi furono per me la più crudele delle torture, "eri lì hai visto che non volevo andarci" ripetei, "Rory, non è il fatto che tu ti sia avvicinato a lei a farmi male ma il sorriso che avevi mentre la toccavi, il sorriso che si è allargato sul tuo viso quando ti ha detto che è un maschio" calò nuovamente il capo sulle sue ginocchia lasciando che di lei vedessi solo le spalle scosse dai singhiozzi, mio padre si affacciò all'entrata e fece per avvicinarsi all'auto, ila si ricompose in parte facendo attenzione a non incrociare il suo sguardo, non ci fù pericolo siccome l'uomo la guardò con indifferenza e non le rivolse parola, "Perché vai via proprio adesso? Volevamo preparare una cena in onore del bambino e del fatto tu fossi pulito" Risi ironicamente alle sue parole, "Papà io non ho nulla da festeggiare, il bambino di cui avevo bisogno, quello che per me contava davvero l'ho perso, io e Ila torniamo a casa, e penso che qui dentro non ci metterò più piede fin quando voi non imparerete a rispettarla" misi in moto "Domattina io e Edward passiamo a prenderti per gli analisi, poi andiamo in azienda" mi disse, io gli annuì ed andai via, mi voltai diverse volte verso Ila, era così nervosa da tremare visibilmente, "lo penso davvero Ila" il suo silenzio mi straziava, "Lo penso sul serio piccola, l'unico bambino di cui mi sia mai importato era il nostro, ho avuto quella reazione perché, cazzo! dimmi tu chi non avrebbe avuto una reazione del genere di fronte ad una cosa così!" lei continuava a non rispondermi mentre io, che iniziavo a subire i primi sintomi della rota, mi sentivo sempre più nervoso...

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