-In questo capitolo sono presenti scene di violenza e torture.-
Quando Draco si trovò smaterializzato davanti all'immenso Malfoy Manor non perse tempo e corse all'ingresso. Varcò i possenti cancelli neri, corse sul sentiero bianco di ghiaia e in un secondo spalancò l'immenso portone di quercia.
La bacchetta era ben salda nella sua mano. Sapeva che non avrebbe esitato nemmeno un istante a colpire suo padre. Non gli importava se Voldemort avrebbe potuto punirlo, se l'avrebbero rinchiuso e fatto marcire nelle segrete, se non avrebbe mai più rivisto la luce del sole. Doveva salvare sua madre.
Era l'unica cosa che contava.Quando spalancò l'ennesima porta trovando la stanza vuota imprecò. Il Manor era enorme, non aveva tempo di controllarlo tutto.
Cercò di ricordare quei pochi dettagli che aveva potuto vedere nella visione, provando a capire in quale stanza suo padre stesse aggredendo Narcissa.Era stato talmente concentrato a capire cosa stesse succedendo che non aveva pensato di guardare la stanza.
Che idiota.
Che stupido idiota.
Era troppo impegnato a realizzare di essere nei panni di sua madre, così piccola, così indifesa, ranicchiata contro il muro su quel grande tappeto verde..
Il tappeto!Vi erano mille arredi al Manor, ma Draco era ben sicuro di dove fossero i suoi genitori.
Si precipitò nell'ala nord, al terzo piano.
Spalancò la porta dell'ufficio di suo padre.Entrambi i Malfoy si voltarono a guardarlo.
Narcissa, il volto rigato di lacrime, ancora piegata sul tavolo. Aveva i vestiti sgualciti, mezzi strappati, la solitamente perfetta acconciatura spettinata e malmessa. Un'espressione di terrore marcava i suoi lineamenti, sorpresi quando vide la figura di Draco entrare nella stanza.
Con un pizzico di speranza quando lo vide. Ma un oceano di paura.
Cosa avrebbe fatto suo marito a Draco, ora?
Draco continuó ad osservarla, stringendo ancor più la bacchetta. Il trucco era sbavato, i suoi occhi sembravano così spenti..
Poi guardò Lucius.
Non portava più la cintura, stretta attorno ai polsi di sua madre. I pantaloni erano sul punto di cadere, così come i boxer in cotone nero.
Nelle mani stringeva un coltellino.Draco tornó a guardare Narcissa. Le sue braccia erano incise di tagli, tagli sanguinanti e lividi.
Ripose nuovamente la sua attenzione su Lucius. Sul suo viso. Un ghigno diabolico dipinto in faccia, una scintilla di mostruosità in quegli occhi di puro male.
Draco arricciò le labbra, facendo un passo avanti."Madre, è il momento di andarsene. Ti porto via da qui" disse nel modo più deciso possibile.
Cercó di ignorare Lucius, avvicinandosi a Narcissa.
Poi, una risata riecheggiò nello studio.Draco si voltó verso suo padre.
Il più grande dei Malfoy rideva, rideva di gusto alla vista di quello stupido ragazzino che tutto d'un tratto aveva deciso di fare l'eroe.
"Tu non farai proprio niente, Draco. Non puoi fare nulla e non farai nulla. O devo rammentarti cos'è successo l'ultima volta che hai disubbidito ai miei ordini?"
Draco rabbrividì.
Lo ricordava bene, lo ricordava fin troppo bene. Aveva solo 14 anni all'epoca. Aveva saltato una partita per andare a casa di Blaise. Quando era tornato, suo padre era furioso.
Lo aspettava al centro della sala, la cintura in mano.
Draco ricordava alla perfezione la paura che aveva avuto. Il dolore acuto alla schiena mentre veniva frustrato, frustrato perché aveva osato disubbidire.I lividi gli erano rimasti per settimane, così come il terrore ogni volta che incrociava gli occhi color ghiaccio di suo padre. Ogni volta che era in sua presenza abbassava il capo, evitando il suo sguardo colpevolizzante.
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She's just a girl || Draco Malfoy
FanfictionCi sono storie di fantasmi che raccontano di principesse, e storie di principesse che raccontano di fantasmi. Questi, specialmente se del passato, possono stravolgere la tua realtà. Beth è al sesto anno, la necessità di ricominciare: il futuro però...