𝐿𝑎 𝑑𝑎𝑚𝑎 𝑑𝑒𝑙𝑙𝑎 𝑚𝑜𝑟𝑡𝑒 -75

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Come previsto, la trappola del ponte funzionò.

Quando la barriera crollò, infatti, i mangiamorte si riversarono verso il castello come mostri desiderosi di sangue e morte.

Senza pensarci incollarono i loro occhi su Neville, inseguendolo lungo la fuga. Il ragazzo griffondoro era terrorizzato perchè, se l'incantesimo che avevano preparato non avrebbe funzionato, lui sicuramente sarebbe morto. Aveva paura di fallire, di essere l'ennesima delusione per tutti.

Eppure, sotto la coltre di timore e terrore, vi era una sorta di scintilla di voglia di mettersi in gioco. Un'adrenalina travolgente, che lo spingeva a voler sfoderare la bacchetta e schiantarli uno dopo l'altro, ottenendo l'ambita vittoria.
Voleva dimostrare agli altri che non era il ragazzino spaventato che tutti credevano, che non era solo il marmocchio con la passione per le piante.

Lui era Neville Paciock, un combattente, un guerriero.

E avrebbe dimostrato a tutti che si sbagliavano.
Che non era un codardo, nè un rammolito, nè un bambino. Avrebbe riscattato se stesso, avrebbe vinto contro le sue paure.

Una volta raggiunto un quarto del ponte Neville, con dietro i seguaci di Lord Voldemort, guardò dritto avanti lui, incontrando gli occhi determinati e pronti di Oliver. Aumentò ancor più che poteva, alzando poi, improvvisamente, la mano destra in cui era racchiusa la bacchetta. Al ragazzo grifondoro dall'altra parte del ponte non bastò altro: con un incantesimo preciso fece scattare la leva che fece azionare ciò che avevano preparato. Oliver, insieme a Neville, chiuse per un attimo gli occhi, preparandosi al peggio.

Neville correva, sperando disperatamente che funzionasse. Eppure, nulla si muoveva.

Quando tutto sembrava perduto e, quando oramai i mangiamorte avevano raggiunto la metà del ponte, qualcosa scoppiò.

Un boato riempì l'aria intorno ai ragazzi e il ponte, pezzo dopo pezzo, iniziava a crollare verso giù, in direzione dell'ignoto e della morte. E mentre gli assassini che sicuramente tutto si aspettavano tranne che una trappola simile venivano risucchiati dall'abisso, Neville correva e correva sentendo come la terra crollava sotto di lui.

Poi, la terra avanti a lui non ci fu più.

Oliver alzò lo sguardo e, tra la polvere, osservò come del ponte -così di come tutte le persone su di esso- non ci fosse più nulla. Fece qualche passo avanti, avvicinandosi all'unica parte che era rimasta intatta. Con le labbra schiuse e lo sguardo terrorizzato cercò disperatamente il suo compagno, sperando che quello che credeva non fosse vero.

Quando ormai l'incubo sembrava essere vero, l'aria parve fermarsi per un secondo. Dall'orlo, lentamente, una coraggiosa mano da griffondoro si intravide, seguita dal busto e dal volto -euforico ma tremendamente scandalizzato- di Neville.

Oliver corse verso la fine del ponte, facendo attenzione, aiutando il giovane griffondoro a rialzarsi. Lo portò via da quella zona spenta e distrutta, curandogli istintivamente le piccole ferite che si era procurato.

Neville lo guardò, porgendogli un sorriso.

Ce l'aveva fatta.

-
Mentre i due ragazzi griffondoro si sorreggevano l'un l'altro e mentre la barriera si disintegrava pezzo dopo pezzo, l'esercito di Lord Voldemort pareva immobile.

Poi, d'improvviso, qualcosa cambiò: con semplici schiocchi di dita i mangiamorte, l'uno dopo l'altro, trasformavano le loro membra, i loro volti, i loro mantelli in fumo. Un fumo nero, denso, terrificante e mortale. E poi, veloci e silenziosi, partivano alla volta del castello.

Alcuni entravano dalle finestre, dalle torri, dalle porte e dai passaggi segreti: la magia nera assieme all'odore di distruzione si infiltravano nella scuola goccia dopo goccia, facendola marcire lentamente. L'attacco di quel giorno era completamente diverso da quello precedente. Non era un segnale, un avvertimento, una dicitura del pericolo che sarebbe venuto.

She's just a girl || Draco MalfoyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora