16.Ginger

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'Ciao Lilith, prego, accomodati.'

Ginger spalanca gli occhi, presa alla sprovvista. Cain indossa un paio di jeans e una maglietta blu a maniche corte ed è decisamente notevole. Ha i capelli legati in alto e i suoi occhi azzurri la fissano glaciali. Tiene il corpo appoggiato alla porta e con la testa le fa cenno di passare sotto al suo braccio, ha la mano appoggiata allo stipite, dalla parte opposta.

E' un gigante. Lei si piega leggermente ed entra in casa.

Si è svegliata tardi e prima di uscire ha indossato velocemente un paio di jenas, una maglietta a maniche lunghe e le infradito, accanto a lui si sente una nana. Se non altro però si è stirata i capelli e anche se non ne aveva voglia ha optato per eyeliner, mascara e un paio di orecchini ad anelle.

'Ciao Cain.'

Lui le chiude la porta alle spalle e resta immobile a fissarla. Alza un sopracciglio.

'Cain? Sbaglio o l'ultima volta che mi hai rivolto la parola preferivi chiamarmi Troglodita.'

Ginger trattiene il sorriso a stento.

'Bhè.. immagino che tutto dipenda da come ti comporti, se fai l'uomo delle caverne, sicuramente Troglodita è più appropriato.'

Vede che sorride anche lui , bene, se non altro ha capito che era una battuta.

Si sente a disagio però, perché  continua a fissarla intensamente.

Fa un passo indietro .

Lui ne fa uno avanti.

'Sentiamo Lilith, cos'è esattamente che ti ha dato più fastidio del nostro primo incontro?'

Lei lo guarda senza capire.

Cain prosegue senza levarle quegli occhi pungenti dalla faccia.

'E' stato il fatto che il qui presente uomo delle caverne ti abbia presa in braccio toccandoti il culo o piuttosto il fatto che poi ti abbia rimessa a terra senza più sfiorarti?'

Ginger lo guarda attonita, presa in contro piede. Davvero non capisce perché i ragazzi belli debbano sempre essere così pieni di sé. Scuote la testa scoraggiata .

'Sai cosa? Ha ragione....  forse  Troglodita è un termine che non  ti rende pienamente giustizia. Stronzo. Sì, stronzo  è decisamente molto più appropriato.'

Si volta e se ne và, lasciandolo all'ingresso.

Dio come non lo sopporta.

Sa anche perché.

Le ricorda Aaron. 

Glielo ricorda in ogni più piccolo dettaglio : il modo di fare sprezzante, l'atteggiamento sicuro di sé, la bellezza dogmatica , il fare da bullo, lo sguardo intelligente e attento. Tutto,  tutto in lui grida pericolo.

Stargli lontana è l'unica strategia possibile.

Esce in giardino e raggiunge le ragazze: opss, ha sbagliato look? Sono tutte tirate, per non parlare di Nina. Ma come fa a camminare con quelle scarpe sul prato?

Saluta tutte. Poi chiede a Sam in un bisbiglio.

'Hey..mi sono persa qualcosa?' Indica il suo vestitino estivo 'Non era solo una grigliata? Andiamo da qualche parte dopo?'

Sam ride divertita.

'Dai Red.. potevi impegnarti un po' di più... infradito, jeans e maglietta? Una volta che abbiamo tra noi una celebrità!'

Lei la guarda incredula.

'Vi siete conciate così... per Cain?! Sam! Tu hai anche il moroso... - si guarda intorno – a proposito, dov'è Jack?'

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora