Si asciuga con rabbia le lacrime, che non smettono di cadere.
Il telefono vibra nella borsa ma non vuole rispondere, per dirgli cosa poi? Che lui aveva ragione e lei torto? Che si è comportata da ingenua, da ragazzina di 13 anni?
E' appena entrata in casa e l'unica cosa che vorrebbe fare è urlare.
Dio ! Possibile che non impari mai?!
Lascia cadere la borsa sul divano.
Gli uomini sono tutti stronzi, con qualche rarissima eccezione. E lei non è capace di distinguerli. Si avvia veloce verso il bagno e per sciacquarsi la faccia e guardarsi allo specchio. Non è tanto il labbro tumefatto a preoccuparla quanto i lividi che gli ha lasciato attorno al collo.
'Merda!'
Si affretta in cucina per prendere del ghiaccio dal freezer, lo mette in un tovagliolo e se lo preme sul labbro, per il collo invece teme che non ci sia nulla da fare. Quei segni le resteranno per un po', potrà solo camuffarli con un po' di trucco.
Ha capito appena arrivata che l'incontro non sarebbe andato come si aspettava e le sono tornate alla mente le parole di Cain.
Quando ha chiesto di Dorian non è stata accompagnata al ristorante infatti, ma alla sua depandance, lontana dall'edificio principale. Ha scoperto che Dorian abita lì con qualche altro studente dell'ultimo anno che gode come lui della borsa di studio per meriti sportivi. L'ha accolta sorridente, lo stronzo, dicendole che erano soli e che avrebbero pranzato in giardino, era già tutto pronto.
Doveva girare sui tacchi e andarsene lì, ma per quanto grande e grosso, quella faccia da ragazzino di vent'un anni l 'ha spinta a restare.
La bella giornata, il sole ed il cielo terso, il prato incredibilmente verde tutto attorno a loro.... nulla faceva presagire che quella giornata perfetta potesse diventare così assurda.
E' stato gentile all'inizio, hanno parlato del più e del meno mentre mangiavano sotto il gazebo, una cosa innocua. Banale. Come farebbero due normalissimi ragazzi di vent'anni. Gli ha chiesto della sua famiglia, dei suoi amici, di com'era essere una promessa del football americano.
Hanno riso anche , hanno fatto qualche battuta stupida, poi lei gli ha dato una mano a sparecchiare e hanno portato i piatti in casa, insieme alle poche cose che avevano usato per pranzo.
Lui ha detto che li avrebbe sciacquati mentre lei poteva guardarsi intorno, rilassarsi un po', così ne ha approfittato per andare in bagno. Aveva messo in conto di restare al massimo due ore, quindi appena uscita è andata subito al punto.
Gli ha detto che si vedeva con una persona e che quindi non voleva fargli perdere tempo, gli ha spiegato come quel video avesse fatto troppo clamore e che sarebbe stato meglio toglierlo per entrambi . Gli ha anche riportato il commento del dj che aveva sentito alla radio, in modo da fargli capire bene come quella bravata poteva danneggiare anche lui.
Da lì tutto è degenerato in un attimo.
Lui ha cominciato ad alzare la voce, a sembrarle ogni secondo un po' meno un innocuo ragazzino . Gli si è avvicinato minaccioso, imponente... non ha idea di che cosa possa averlo infastidito così tanto ma sembrava improvvisamente una persona completamente differente.
L'ha accusata di essere andata fin lì solo per illuderlo e che poi sul più bello si tirava indietro. Che la sera prima aveva fatto di tutto per sedurlo e ora che era in casa gli si negava con la scusa di una frequentazione inesistente.
E che no, non se la sarebbe cavata così.
Quando lei ha preso la borsa per girare i tacchi ed andarsene l'ha afferrata per un braccio strattonandola e costringendola a restare. L'ha bloccata con le spalle al muro prendendola per il collo e approfittando della sua evidente inferiorità fisica l'ha baciata per poi schiaffeggiarla quando lei si era ribellata mordendogli un labbro.
In un qualche modo è riuscita a colpirlo con una ginocchiata strategica e ne ha approfittato per andarsene trafelata, senza voltarsi indietro.
Le tremano ancora le mani al pensiero di quello che avrebbe potuto accadere.
Si prepara una tisana, indossa una tuta da casa e sempre tenendosi premuto il ghiaccio sul labbro dove l'ha colpita si rannicchia sul divano, dopo aver preso il cellulare dalla borsa.
Il nome di Cain è su tutti i messaggi e le chiamate senza risposta.
Beve un sorso dalla tazza, non vuole che si preoccupi per lei .
Gli manda un messaggio rapido
'Sono a casa. Sto bene. Ma non mi và di parlare. Ci vediamo quando torni.'
Si chiede come farà questa sera ad andare al locale conciata così, spera che con il ghiaccio almeno il labbro si sgonfi e che il trucco camuffi il resto. Non vuole mettere Dillon o Ross nei guai, ma è consapevole di avere un problema enorme.
E se Dorian si dovesse presentare al locale?
Se l'aspettasse sotto casa?
Dovrà parlarne con i ragazzi. Immagina già l'espressione preoccupata di Dillon, gli aveva consigliato di lasciar perdere, che tutto si sarebbe sistemato da solo ... adesso ha combinato un bel disastro. In più Dillon non ha ancora levato il video, ovviamente.
Stronzo.
Era tutto un'imbroglio e lei c'è cascata in pieno.
Cerca di non pensarci, accende la tv e si raggomitola sul divano come un gatto. Guarda distratta i programmi che si succedono uno dopo l'altro fino a quando non si appisola.
E' un bussare sommesso alla porta che la sveglia all'improvviso. Si guarda introno senza capire da dove venga quel rumore, poi sente di nuovo un bussare alla porta, questa volta più deciso.
Guarda l'ora. Chi può essere? Non aspetta nessuno.
Per un attimo pensa a Dorian, ma è impossibile: non può sapere dove abita. Si alza dal divano e si avvicina piano alla porta.
'Sì?'
'Sono io, Lilith. Apri.'
C'è una sola persona al mondo che la chiama così...ma come è possibile? E' a Las Vegas fino a domani! Apre la porta e in un attimo si ritrova circondata dalle braccia muscolose di Cain, il suo profumo muschiato l'avvolge come una coperta, chiude gli occhi, finalmente al sicuro.
'Cristo.. mi hai fatto davvero preoccupare.'
Esclama lui, ma Ginger continua a stringerselo contro senza mollare la presa. Non sà che cosa ci faccia lì, ma non le interessa. Ha bisogno di sentirselo addosso.
Stringe gli occhi e respira il suo profumo.
'Dio..- sospira - .. che bello averti qui.'
Cain si fà un po' indietro per prenderle il volto fra le mani e baciarla ma poi si ferma. Ginger apre gli occhi e vede la sua espressione attonita.
'Ma che accidenti...'
Spalanca gli occhi consapevole di come gli debba sembrare.
Cain mormora incredulo '...che cavolo ti è successo.. .. Dorian!' La consapevolezza fà spazio alla rabbia in un secondo. 'E' stato lui!'
Ginger annuisce, anche se non ce n'è bisogno. La sua non è una domanda.
La gravità di quello che è successo solo poche ore prima la colpisce improvvisamente come uno schiaffo, sente che gli occhi le si riempiono di lacrime che cominciano a rigarle le guance inarrestabili. Vorrebbe fermarsi ma non ce la fà, possibile che con Cain finisce sempre per sembrare una ragazzina?
Lui se la stringe al petto, proprio come farebbe con una bimba, mentre lei piange . Cain le accarezza i capelli mentre continua a singhiozzare sulla sua camicia perfetta, senza riuscire a smettere.
Ma è un pianto liberatorio, saperlo lì con lei la fà sentire di nuovo al sicuro.
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Fuoco e fiamme
ChickLitGinger è una ragazza di provincia, costretta dalla vita ad accantonare i sogni di gloria e diventare donna in fretta. Ha imparato sulla sua pelle che gli errori si pagano, tutti, e che la passione travolgente spesso ti lascia in mano solo un pugno...