126. Ginger

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Spalanca gli occhi nel cuore della notte.

E' sveglia.

Ha il cuore a mille e nella mente, vivide,  le tracce dell'incubo che l'ha appena svegliata. Sente ancora i tonfi sordi  e le urla di Aaron che le grida di farlo entrare, mentre lei lo tiene  fuori dalla porta.

Non ci vuole Freud per interpretarlo.

Chiude gli occhi  e cerca di controllare il respiro. Sentire il ritmo regolare di quello di  Cain che dorme accanto a lei la tranquillizza, come il calore che emana il suo corpo statuario. Resta immobile ad occhi chiusi fino a quando il suo cuore smette di correre e prova a riprendere sonno.

Non ci riesce. 

La sua mente è sveglia.  Rivive la scena che si è svolta poco prima  sul pianerottolo di casa sua con Dorian e poi in salotto con Cain la chiacchierata che hanno avuto. Osservandola  da mille diverse angolazioni   la conclusione  è sempre la stessa: se la scenata di Dorian  non ha fatto essenzialmente danni , la conversazione con Cain ha cambiato tutto.

Non per quello che è riuscita a confessare lei, ma per come lui ha reagito. E' come se avesse portato il gioco di cui sono protagonisti entrambi ad un livello superiore, in cui non si finge più ma si fà terribilmente sul serio.

Si volta su un fianco, mette le mani tra la guancia ed il cuscino e resta immobile a guardarlo. La prima volta che lo ha visto al locale non si è fidata affatto di lui: dei  muscoli, dei tatuaggi, dello sguardo freddo. Ha diffidato all'istante del suo aspetto pericoloso, dell' atteggiamento supponente da maschio alfa troppo sicuro di se.

Ora non solo dormono nello stesso letto, ma gli ha anche raccontato tutta la sua vita.

Non se ne pente.

Continua a fissarlo. Il naso dritto, le sopracciglia chiare, quella barbetta  che davvero gli dà l'aria di un vikingo assieme ai capelli lunghi e al corpo tatuato.

Abbassa lo sguardo sul petto nudo, lo fà scorrere sulle braccia muscolose, sulle spalle... non pensava che avrebbe mai visto tanti muscoli così da vicino, come avrebbe giurato che non sarebbe mai stata attratta in vita sua da un lottatore di arti marziali miste e invece, guardala adesso...fà fatica a riportare lo sguardo sul suo viso.

Quando lo fà, si accorge che Cain ha gli occhi aperti.

Due occhi azzurri come il mare del nord, freddo e tempestoso, la fissano attenti. Restano a guardarsi per lunghi secondi senza dire niente, è lui il primo a parlare.

'E' la seconda volta che dormiamo insieme, ed è la seconda volta che mi sveglio con te che mi osservi, eppure dovrei essere io quello che soffre d'insonnia.'

Non sà cosa rispondere, è vero. Restano immobili a guardarsi ancora, al buio. Cain è di nuovo il primo a parlare.

'Non riesci a dormire?'

Lei fà segno di no con la testa.

'E' per Dorian?'

Fà di nuovo segno di no.

'E' per Aaron?'

Lo fissa, chiedendosi come fà a capire sempre tutto, ma non gli risponde. Si limita ad avvicinarsi e  rannicchiarsi contro al suo petto nudo mentre Cain la prende tra le braccia avvolgendola come una coperta.

'Non può più farti niente, devi lasciartelo alle spalle e guardare solo avanti.'

Lei gli si stringe addosso, affonda il viso nella piega del collo  e respira il suo odore, cercando rifugio nel  calore di quel corpo che sta imparando a conoscere. Si chiede come sia possibile che un fisico forgiato ed allenato per combattere possa essere  tanto  accogliente e riesca a farla sentire così al sicuro. Respira la sua pelle, mentre sente le mani di Cain che le accarezzano la schiena rassicuranti. Intreccia le gambe con quelle di lui, così che ogni centimetro di pelle nuda possa combaciare .

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora