61. Ginger

7.4K 270 17
                                    

Prima di suonare il campanello si ripete le tre semplici regole che si è imposta.

Primo: evitare di parlare a Cain della sua vita privata. Per qualche inspiegabile ragione, ogni volta che sono insieme si ritrova a confidargli cose del suo passato che non ha mai raccontato a nessuno. Questa cosa deve finire.

Secondo: è li solo ed esclusivamente per lavoro , quindi quello che faranno oggi sarà inerente al contratto che hanno in essere. Nessuno spuntino amichevole, nessuna assistenza medica imprevista, nessuna confidenza personale - vedi sopra. Parleranno del cantiere, lei si appunterà cosa riferire a Roger e se ne andrà. Nient'altro.

Terzo: sabato sera non è successo niente. Sa bene cosa le ha scritto Cain nel suo ultimo messaggio ma lei non ha intenzione di parlarne. Punto.

Con queste coordinate da seguire ben impresse in testa, suona il campanello.

Ormai conosce la strada, stringe al petto il suo quaderno rosso e avanza facendosi coraggio. A ogni passo le esplode in testa un flash di sabato sera e ogni istantanea è peggiore -o migliore - della precedente. Sente che le guance cominciano a bruciare.. dio, il tempo di attraversare il giardino e arrivare in casa e sarà rossa come un peperone.

Che imbarazzo!

Quando varca la soglia però è distratta dalla voce di Cain. Attraverso le pareti vetrate lo vede camminare avanti e indietro in terrazza, urla nel telefono.

'Desidera qualcosa da bere?'

Sobbalza nel sentire quella voce estranea. Si volta.

Una signora attempata la guarda con un sorriso gentile.

'Scusi, non volevo spaventarla. Desidera qualcosa da bere?'

Le ripete.

Ginger sorride di rimando.

'Scusi lei, mi ha colto alla sprovvista.' Scuote la testa 'No grazie, sono a posto.'

La signora le indica il salotto

'La Sig. ina Moore, vero?'

Ginger annuisce.

'Prego, si accomodi. Era attesa, Cain sarà da lei a breve.'

Ginger si dirige verso il divano, uno dei pochi elementi di arredo presenti nella sala e si siede, chiedendosi chi sia quella signora gentile. La governante?

Le grida di Cain echeggiano per tutta la casa, chissà chi è la poveretta che sta suscitando la sua ira funesta. Non la invidia, decisamente.

'..no che non vengo. Lo sai...te l'ho già detto perché....'

Lo vede gesticolare nervoso.

'Ogni anno la stessa cosa..... facciamo sempre le stesse considerazioni..... certo, è così!'

Vorrebbe riuscire a farsi i fatti suoi, ma è impossibile. Si guarda introno per capire se sia il caso di aspettarlo altrove, è chiaro che lì dov'è sentirà tutta la telefonata, ma la casa è deserta .. la gentile signora è svanita nel nulla e lei non pensa sia il caso di mettersi a girare per le stanze senza chiedere  permesso.

Vede il biglietto d'invito di cui hanno discusso l'ultima volta che è stata lì a cena. E' appoggiato sul tavolino basso di vetro, davanti a lei. Si chiede se sia quello l'oggetto del contendere.

'No .... e comunque nessuna che mi vada di portare, ok? Lo sai come sono... le persone che frequento io? Non farmi ridere ... figurati, nessuna andrebbe bene.... Ma come no ... già sento i commenti.... troppo volgare, troppo appariscente, troppo sguaiata.... Me ne sono andato proprio perché era tutto insopportabile per loro..niente di quello che faccio gli va bene.'

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora