40. Dillon

6.6K 248 7
                                    

'Ciao Dillon! Tutto bene il week end?'

Alza lo sguardo dalle fatture che sta sistemando nel classificatore. Domenica hanno portato la roba da bere e si è scordato di mettere via i documenti, sa che Ginger non lo sopporta. La vede sorridere radiosa mentre si chiude la porta alle spalle, indossa un vestitino estivo color giada. E' una visione.

'Accidenti, che allegria. Tu devi aver passato una domenica decisamente super. Che ti è successo? Racconta.'

Lei si siede sull'angolo della scrivania come al suo solito, l'orlo del vestito sale vertiginosamente e deve imporsi di non restare a fissare le sue cosce nude mentre la mente immagina cosa potrebbero fare lui e lei, chiusi in ufficio, su quella scrivania.

'In realtà è stato un lunedì super: Cain mi ha appena offerto 10.000 per fare il lavoro, e io ho ovviamente accettato. Ti rendi conto? 10.000!! Dio... non ci posso credere, avrei detto di si per 5.000.'

Dillon ride, divertito.

'Davvero? So che lui mi aveva parlato di 13.000 come tetto massimo.'

Ginger torna immediatamente seria.

'13.000 dollari? Stai scherzando?

'Affatto. Non conosci Cain, è uno che gioca bene le sue carte. Sia sul ring, che fuori a quanto pare. Non è facile fregarti ma lui non è uno stupido, anzi. Avrebbe potuto fare qualunque cosa nella vita.'

'Mi ha detto chi sono i suoi genitori, accipicchia... gente importante.'

Dillon aggrotta le sopracciglia stupito. Sa che è un argomento di cui Cain non parla volentieri neanche con lui, si stupisce che lo abbia fatto con Ginger, la guarda serio.

'Davvero? Ti ha parlato dei suoi? Siete davvero molto più in confidenza di quanto mi aspettassi.'

Vede che Ginger s'irrigidisce.

'E' venuto fuori per caso, poi ha subito cambiato discorso. Per questo mi sono incuriosita, come mai ha deciso di dedicarsi alle arti marziali invece che studiare?'

Dillon scuote la testa, sa che è una domanda a cui non dovrebbe rispondere, lo fa solo perché Ginger è una persona riservata e perché vestita così... bhè, potrebbe chiedergli praticamente qualunque cosa e lui non potrebbe negargliela.

'Non dovrei risponderti, quindi tienitelo per te , ok? Cain e i suoi genitori non sono mai stati sulla stessa frequenza, diciamo così. E lui da giovane era a dir poco ribelle, nei confronto di tutto e tutti, convenzioni sociali, istituzioni, divieti... Penso che abbia deciso di combattere proprio per fare un torto a suo padre che aveva già pianificato per lui una brillante carriera accademica. Scegliere uno sport in cui rischi di rimanere suonato... bhè, puoi immaginare...per suo padre deve essere stato a dir poco uno shock.'

Ginger lo guarda orripilata.

'E' tremendo.'

Dillon è pianamente d'accordo con lei.

'Sì, non ho mai saputo perché lo odiasse tanto e non so se i loro rapporti siano appianati nel tempo. So solo che all'epoca questi combattimenti gli rendevano un sacco di soldi e con l'indipendenza si è affrancato dalla sua famiglia. E' un argomento di cui non parla mai , quindi per qualunque altra domanda dovrai rivolgerti a lui. Io non voglio entrarci.'

'Certo, scusa se te l'ho chiesto. Non ne avevo idea.'

Dillon si alza e chiude il classificatore.

'Sicura stasera di voler restare vestita così?'

Ginger abbassa gli occhi e si guarda senza capire.

'Perché? Sto male?'

Lui sorride divertito.

'Al contrario, quel vestito sembra fatto a posta per te... avrai tutti gli uomini alle calcagna.'

Lei salta giù dalla scrivania.

'Stasera sono di buon umore, posso sopportare tutto.'

'Non pensavo che i soldi ti rendessero così felice'

La prende in giro lui.

'Con quei soldi, sono un passo più vicina alla libertà. Per questo sono felice. Non hai idea da quanto tempo sogno di saldare questo vecchio debito.'

Respira sollevata.

'Mi sento più leggera. Tu piuttosto, come mai sei qui? Avevo capito che il lunedì era la sera libera di tua sorella e che tu da bravo zio ti saresti occupato di tuo nipote.'

'Infatti, sono passato solo per assicurarmi che non aveste bisogno di me. Oggi ce ne andiamo al cinema.'

Ginger sorride, illuminando la stanza.

'Davvero? Stasera?'

Lui prende la giacca e apre la porta.

'Sì lo spettacolo delle 20,30. Bisogna che vada se no facciamo tardi. – la squadra da capo a piedi – Dirò ai ragazzi di tenerti d'occhio... vestita così sei pericolosa.'

Ed esce maledicendo suo nipote, il lunedì è da sempre la serata più tranquilla della settimana, non gli sarebbe dispiaciuto affatto restare a chiacchierare con Ginger al locale.

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora