72. Ginger

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Mentre sale le scale per i 4 piani che la separano dal suo appartamento avrebbe tutto il tempo per ripensarci.

Sà bene cosa accadrà quando varcheranno quella soglia. Le vibrazioni che emana Cain accanto a lei sono inequivocabili: sembra un felino, pronto a spiccare il balzo sulla preda.

Stargli vicino dà lo stesso patos e la stessa ansia della caccia:  c'è l' eccitazione nel percepire che qualcosa di ineluttabile sta per accadere e al tempo stesso paura ed incertezza, per quello che avverrà.

Non vuole tirarsi indietro. Non sarebbe leale. 

Cain non l'ha fatto. 

Sapeva a cosa andava incontro stasera, ma ha comunque varcato quella soglia e fatto del suo meglio per affrontare la sua famiglia e le sue paure.

Vuole fare lo stesso anche lei.

E' stanca di tirarsi indietro, vuole affrontarle.

Quando arriva davanti alla porta con le scarpe in una mano e la borsetta nell'alta, l'aria è carica di elettricità. Cain incombe su di lei da dietro, non lo vede ma avverte la sua impazienza, la sua fisicità imponente. Senza scarpe la loro differenza di altezza è ancora più marcata.

Prende le chiavi dalla borsetta con gesti nervosi, il pianerottolo è buio da due giorni, è saltata la lampadina e nessuno si è dato pena di sostituirla. Le infila nella serratura, ma è così agitata che manca il bersaglio, sospira irrequieta. 

Non ha però occasione di riprovarci, le mani di lui le circondano la vita, la costringono a voltarsi e la bacia. Ginger lascia cadere le scarpe per terra per fargli scorrere una mano dietro la nuca e premerselo contro, esplora la bocca di lui con un'audacia che non riconosce come sua, non sà cosa gli faccia quest'uomo, ma non è mai stata tanto impaziente di baciare qualcuno.  

Cain fà risalire le mani percorrendo il suo corpo fino a fermarsi sui seni e lei geme, in modo involontario. Una parte di lei vorrebbe scomparire, ma l'altra è troppo impegnata a baciarlo con tutti i sensi all'erta per percepire ogni sfumatura di quella mascolinità che crea dipendenza.

Sente che lui sorride, soddisfatto, mentre infila le dita nel profondo scollo del suo vestito per trovare i  capezzoli eretti. Li stimola  costringendola a gemere ancora, poi le abbassa le spalline del vestito scoprendole completamente i seni nudi e si china per assaggiarli, vorace.

Sono sul pianerottolo, davanti al suo appartamento, alle 11 di un qualunque venerdì sera. L'ascensore non funziona e chiunque potrebbe passare e vederli in ogni momento, nella penombra, ok, ma sempre vederli. Invece che terrorizzarla, si accorge che  la cosa, incredibilmente, la eccita.

Ginger stringe le chiavi nel pugno, mentre con l'altra mano gli afferra i capelli in un gesto involontario, ha bisogno di aggrapparsi a qualcosa . Il peso del  corpo di lui la spinge contro la porta, mentre Cain le mordicchia i capezzoli turgidi, provocandole scintille di piacere in tutto il corpo.

Sente il calore dell'eccitazione tra le gambe, quel corpo  duro e pesante contro al suo, talmente possente da sembrare di marmo. Si aggrappa ancora di più con la mano libera a quei capelli ricci mentre si morde disperatamente il labbro inferiore per non gemere ancora, è certa che lui potrebbe farla venire semplicemente così, sollecitando con la lingua i capezzoli sensibili. E proprio quando sente che sta per gridare,  la mano di Cain circonda la sua, sfilandole le chiavi dalle dita e si ritrovano dentro casa, non sa bene come. 

La guarda socchiudendo gli occhi, come se volesse divorarla.

'Se vuoi che me ne vada devi dirmelo adesso.'

E' chiaro che questo è l'ultimo avvertimento.

Le sembra un autentico guerriero vikingo pronto alla battaglia : dalla camicia sbottonata  fanno capolino   i tatuaggi colorati, ha i capelli biondi ormai sciolti sulle spalle, in disordine ed i muscoli contratti evidenziano lo sforzo che sta facendo per starle lontano.

Fuoco e fiammeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora