Il mio tracollo sportivo era stato veloce e implacabile.
Mentre correvo per la seconda volta sulla salita di Plains Park, mi ritrovai a pensare che i signori Chen, del ristorante cinese dietro l'angolo, dovevano sicuramente essere gli orgogliosi proprietari di un raffinato traffico di metanfetamine nascoste nei loro involtini primavera. Perché non trovavo altra spiegazione alla malsana voglia, che avevo avuto per settimane, di andare a correre incurante delle condizioni climatiche.
E iniziavo a sospettare anche, che mia madre avesse uno strano senso del divertimento, visto che aveva deciso di essere reperibile solamente in un posto che pullulava di gente sportiva. Cosa che io non ero affatto.
Lanciai una veloce occhiata ad Alex, intento a fare due tiri a canestro a pochi metri di distanza, con una sola maglietta e pantaloncini corti a coprirlo dal gelo di un qualsiasi giorno di gennaio nel Massachusetts. Sembrava non prestarmi attenzione, troppo impegnato a far rimbalzare la palla arancio prima di insaccarla con precisione, per considerare il mondo esterno. Ma non appena mi voltai, sentii comunque i suoi occhi indugiare su di me.
Scossi la testa e ripresi a correre. La mia parte lagnosa non sopportava che avessi bisogno di un babysitter per affrontare mia madre, ma nonostante non approvassi il suo comportamento, provai a concentrarmi sui progressi che avevamo fatto: Alex non stava più tentando di lasciarmi in disparte, o di incastrarmi con Philip, come aveva fatto nella biblioteca della Churchill Accademy. Sembrava solo... parecchio apprensivo.
Continuai a scalciare sul sentiero in terra, che sdrucciolava sotto ai miei movimenti veloci. Un giro. Due giri. La mia pazienza stava iniziando a esaurirsi, ancora più velocemente del mio fiato, che si alzava in spirali calde e rarefatte in quel cielo terso.
Fu al terzo giro di quel parco che la vidi. Elizabeth era seduta sulla solita panchina, con quella cascata di capelli rossi dolcemente accompagnati sulla schiena, mentre osservava con attenzione il campetto deserto di fronte a sé.
E con il vento che tossiva dall'ombra di quegli alberi tra i quali mi ero fermata, mentre fingevo di rilassare i muscoli, perché lo sport doveva sembrare l'unica ragione per la quale mi trovavo in quel posto, lasciai che i miei occhi vagassero attorno a noi, analizzando i volti di chi mi passava accanto. Il brulicare di famigliole felici mi faceva pensare che non ci fossero persone avventuratesi in quel parco con l'intenzione di infastidirci, o di osservarci.
Per quello, costrinsi i miei piedi a muoversi nella sua direzione, traendo un profondo sospiro, che aveva lo scopo di ridimensionare la mia collera. Non ci riuscì. Tuttavia, mi resi conto che, dopo tutto ciò che era accaduto in Vermont, dopo tutti quei giorni nei quali avevo solo galleggiato in attesa di maggiori informazioni, finalmente mi sembrava di avere un obiettivo. Scoprire chi fosse il mio vero padre apriva un ventaglio di infinite possibilità. Mi dava un barlume di speranza, dopo settimane nelle quali avevo avuto la sensazione di ristagnare in dense sabbie mobili.
«Non credevo di vederti così presto» mi salutò Elizabeth, quando sentì i miei passi alle sue spalle.
Non avevo neppure tentato di avvicinarmi furtivamente. Non volevo giocare con lei. Non quella volta. Avrei semplicemente dovuto sfruttare l'effetto sorpresa, per estorcerle un nome.
Quando però i suoi occhi speranzosi e commossi incontrarono i miei freddi, mi affrettai a fuggire da quello sguardo, temendo che potesse intravedere le mie vere intenzioni. Mi sedetti sul lato opposto della panchina e, solo a quel punto, mi permisi di mostrare un accenno di emozione.
«Non sei l'unica ad essere sorpresa» intervenni piatta, senza neppure darle il tempo di metabolizzare l'atteggiamento astioso con il quale mi ero presentata. «Io non credevo che James non fosse mio padre» commentai.
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NOCTE
Mystery / ThrillerSEQUEL DI IGNI C'è un equilibrio indissolubile che governa ogni cosa nel mondo. Non c'è gioia senza dolore. Non c'è silenzio senza rumore. Non c'è luce senza ombra. Fu in quel preciso istante che capii. Ero io. Ero sempre stata io, il punto di c...