E mentre la mia testa vorticava, io riuscivo solo a guardare mia madre abbracciata al sindaco Smith.
Continuai ad osservare quella fotografia senza dire una parola, a malapena respirando, per un lasso di tempo talmente lungo che Philip iniziò a parlare da solo. Sentivo il ronzio della sua voce che tentava di coprire la pesantezza di quel silenzio tra di noi, ma mi era impossibile distinguere le parole che stavano rotolando fuori dalla sua bocca.
Il sindaco Smith. Il sindaco Smith era mio padre?
Mi ero estraniata da tutto, tanto che non mi voltai neppure quando Alex rientrò nella stanza. Sentii la porta sbattere accanto a me, un'ombra modificare i colori della fotografia che stringevo tra le mani, ma non trasalii, non mi spaventai neppure a quel suono sordo. Ero troppo impegnata a metabolizzare quel viso che avevo di fronte.
Passai l'indice sul foglio lucido. Come poteva essere lui?
Nonostante avessi estromesso il mondo esterno, fu proprio Alex a rendersi conto che qualcosa non andasse. Doveva avermi chiamata un paio di volte, ma il mio cervello aveva escluso la sua voce, proprio come aveva escluso le parole di Philip.
«Cassie».
Una mano sulla mia guancia. La registrai come un dato di fatto. Una semplice pressione calda e delicata, che mi costrinse a sollevare di poco il mento. Alex si era accucciato davanti a me e mi guardava con la fronte corrugata e l'aria tesa. Una lieve linea verticale solcava le labbra appena schiuse, come se per un istante avesse pensato di aggiungere qualcosa, ma poi si fosse imposto di attendere.
Eravamo tornati di nuovo noi due. Occhi azzurri e lievemente assottigliati al posto di quelli grigi e freddi della fotografia. Un sorriso un po' preoccupato, contro quello ammaliante stampato su carta. Il viso di Alex aveva sostituito quello che avevo osservato fino a qualche istante prima, e il tocco delicato delle sue dita sulla mia pelle sembrava in grado di scacciare la freddezza del foglio lucido sotto ai miei polpastrelli.
Quando sprofondai nei suoi occhi, che adesso mi guardavano davvero e non tentavano più di sfuggire come se fossi insignificante, fu come tornare a respirare. Riemersi da un mare di pensieri, di confusione, di dubbi che mi avevano attanagliata e tirata a fondo. E nonostante ancora s'infrangessero su di me, come se fossi una roccia che potevano piegare, il viso che avevo di fronte aveva rimesso in ordine tutte le mie priorità.
Mi gettai su Alex, lasciando che il mio corpo e le mie paure si abbattessero impunemente su di lui. Non lo avevo preventivato, né mi ero chiesta cosa avrebbe pensato di quel mio gesto. Semplicemente, lasciai scivolare l'album dalle mie mani e mi sporsi verso di lui.
Mi scontrai con la sorpresa che gli fece sobbalzare il petto, con il calore che mi avvolse non appena il mio corpo premette sul suo. Non m'importava di ciò che avrebbe potuto pensare. Non m'importava che fosse dalla sera prima, che cercasse di tenermi distante, e probabilmente ero sconvolta per la possibilità che il sindaco Smith fosse mio padre, ma... Ma ancora una volta non m'importava! Non quando Richard non era più la nostra unica opzione. Non quando sfumava la possibilità che io e Alex avessimo il medesimo sangue. E per quello strinsi ancora di più le braccia al suo collo.
Che lui non si aspettasse quella reazione, lo capii dal fatto che impiegò qualche secondo a restituire l'abbraccio. Era stato così bravo a tenermi lontana per tutto quel tempo, così bravo a innalzare un muro tra di noi, che in quel frangente non spingermi via doveva aver richiesto uno sforzo immane, perché sapevo che era il prezzo che la sua coscienza gli stava imponendo.
Alla fine però, nonostante il tentennamento iniziale, mi mise una mano sulla nuca, premendo saldamente le dita sui miei capelli. Percepii il suo tocco come una resa inevitabile a ciò che innegabilmente continuava a esserci tra di noi, e lo accolsi con un lieve sospiro di sollievo, mentre con l'altro braccio mi avvolgeva la schiena per stringermi a sé.
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NOCTE
Misteri / ThrillerSEQUEL DI IGNI C'è un equilibrio indissolubile che governa ogni cosa nel mondo. Non c'è gioia senza dolore. Non c'è silenzio senza rumore. Non c'è luce senza ombra. Fu in quel preciso istante che capii. Ero io. Ero sempre stata io, il punto di c...