56 - La chiave di volta (I)

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Un mese dopo

Sottili lingue di fuoco serpeggiavano contro il vetro lucido del caminetto, sfumando in pennellate color tramonto. Il loro calore era talmente intenso da aver tracciato nuvole di goccioline impalpabili sulla vetrata alla nostra sinistra. Era buio, ma nonostante la notte e la leggera condensa, s'intravedevano ancora alcuni fiocchi di neve volteggiare silenziosi su Boston, terminando la loro caduta sulle sponde del fiume Charles. Sembrava tutto così tranquillo, così pacifico, che mossi gli ultimi passi con estrema cautela, cercando di non fare il minimo rumore.

«Torni a letto con me?» sussurrai avvolgendo le braccia attorno alle spalle di Alex.

Era ancora seduto alla scrivania, di fronte a quel maledetto computer che non mollava da settimane. Mentalmente presi nota di distruggere ogni dispositivo elettronico presente in quell'appartamento, poco importava se fosse tutto nuovo.

Lo sentii chinare il capo per appoggiare le labbra sul mio braccio. «Due minuti e arrivo» confermò, prima di depositare un leggero bacio sul mio polso.

Sapevo perfettamente che due minuti sarebbero diventati venti, ma una cosa su Alex l'avevo capita: era inutile discutere con lui quando abbracciava quella modalità stacanovista. L'unica cosa che potevo fare era cercare di capire cosa gli stesse passando per la testa.

«Hai trovato qualcosa?» chiesi, sporgendomi ancora un po' verso lo schermo del computer.

Numeri: ecco quello che vedevo. Solo una lista infinita di aziende, quotazioni e bilanci consolidati. Qualche settimana fa, nell'inutile tentativo di spiegarmi cosa stesse cercando, Alex mi aveva mostrato l'imponente dispiegamento di aziende che componevano la rete di Smith.

La notizia del suo arresto aveva fatto crollare le azioni, che erano state prontamente riacquistate a un decimo del loro valore da una serie di acquirenti sparsi in tutto il mondo. Non ne capivo abbastanza di finanza per sapere cosa significasse, ma Alex mi aveva spiegato che era come se qualcuno avesse saputo del suo arresto e lo avesse usato per entrare in possesso di una quota decisamente importante di quelle imprese, con il vantaggio di poter contare su un prezzo ridicolo.

«Ho trovato solo un nome familiare» disse criptico, riprendendo a digitare alcuni comandi sulla tastiera.

Sollevai gli occhi al cielo. Avrei dovuto essere abituata a quel comportamento, ma stare con Alex non mi aveva resa più paziente.

«Ti chiederei chi, ma non ho voglia di passare la serata a estrarti informazioni con le tenaglie» dichiarai, prima di staccare le braccia dal suo collo e tornare in posizione eretta. Lanciai un'occhiata alla cucina. La cosa bella del suo nuovo appartamento a Boston era la disposizione delle stanze. Niente rampe di scale per raggiungere tutto ciò di cui avevamo bisogno. Era intimo, accogliente. «Mi faccio un tè e torno a letto» aggiunsi, indicando la mia destra con il pollice.

Non feci in tempo a muovere un passo verso il salotto, che le sue mani mi arpionarono i fianchi, costringendomi ad arretrare contro di lui.

Mi ritrovai seduta sulle gambe di Alex, mentre lui depositava un bacio sulla mia scapola. «Scusa» mormorò seppellendo il viso nell'incavo del mio collo. Cercai di ignorare i brividi che mi danzavano sulla pelle e feci passare distrattamente le dita tra i suoi ricci, mentre mi lasciavo andare contro di lui. Ecco, quello rimaneva il mio posto preferito tra tutti. Strofinò il naso sul mio collo, come se volesse scusarsi ancora. «Stavo facendo partire una nuova ricerca, dopo aver visto chi è l'azionista di maggioranza di una delle vecchie aziende di Smith» mi spiegò.

A quelle parole mi raddrizzai, tornando a sporgermi verso il computer. Un nome stranamente famigliare capeggiava nella barra delle ricerche.

«I-il professor Turner?» balbettai, osservando la fotografia che sicuramente doveva essere stata scattata di recente. A scuola mi era sembrato uno studente un po' troppo cresciuto, ma in quell'immagine la severità del suo volto faceva trasparire la reale età che doveva avere.

NOCTEDove le storie prendono vita. Scoprilo ora