Quella domenica mattina ero rimasta sotto al getto della doccia, finché non avevo sentito le tubature gemere per lo sforzo di incanalare tutta quell'acqua calda su di me. Avevo passato l'intera notte cercando di capire dove avessi sbagliato, come avessi fatto a trasformare quella serata già di per sé iniziata non proprio brillantemente, in un epilogo tanto rovinoso.
Avevo mentito ad Alex, o comunque avevo omesso una serie di informazioni su Michael, vero. Ma Alex scattava sempre troppo velocemente quando si parlava di lui. Quindi no, non sentivo che la colpa fosse mia. O, non del tutto, in ogni caso. Ciò che mi più mi innervosiva, però, era la consapevolezza che non mi avesse cercata neppure una volta, dalla sera precedente.
Ad Alex piace avere tante amiche.
Perché quella frase non riusciva a lasciare la mia testa? Dio, mi sentivo talmente stupida, perché ero sempre così insicura, sempre così impacciata, quando si trattava di lui. Eppure, non avevamo parlato neppure una volta delle nostre esperienze precedenti, che nel mio caso si riducevano a un paio di baci imbarazzanti di quando ero decisamente più piccola.
Credo che Alex lo facesse per non mettermi a disagio. No, meglio, per non mettermi pressioni, perché lo vedevo quanto cercasse sempre di assecondare me e i miei tempi. Avevo l'impressione che non si lasciasse andare del tutto proprio per quello.
Ma lui... Lui quante ragazze aveva lasciato, dietro di sé?
Quella domanda mi faceva bruciare di uno strano senso di inadeguatezza. Non era stato con Claire, vero, ma non m'illudevo che per questo la lista si riducesse di molto. Ripensai alla cattiveria con la quale Rachel mi aveva messo in testa quel dubbio, con il preciso scopo di allontanarmi da lui. Da quante altre ragazze mi sarei dovuta guardare le spalle?
Scossi la testa, abbracciandomi il busto, per mettere a tacere tutte quelle emozioni che non sapevo bene come gestire. Perché mi facevo del male, in quel modo? Perché non provavo solamente ad avere fiducia in lui? In Alex e in ciò che c'era tra di noi...
Perché non lo sapevo gestire. Questa era la verità. Non sapevo come comportarmi, quando non ero io al controllo, quando sapevo che qualcun altro aveva il potere di ferirmi, quando sapevo di essermi ormai spinta troppo in là, per tornare indietro.
L'ennesimo tuono rimbombò tra le pareti del bagno, facendomi sobbalzare e costringendomi ad abbandonare quei pensieri. Gettai l'accappatoio nella cesta del bucato, prima di infilare il vestito che avevo scelto. Dovevo muovermi, se volevo mettere in atto il mio piano.
Mentre sistemavo gli anfibi, sollevai lo sguardo sullo specchio di fronte a me. Il vetro parzialmente appannato riusciva comunque a restituire il profilo dei miei occhi spenti e il gonfiore diffuso da cui erano circondati, a causa dello scarso sonno.
Non sapevo proprio come avrei fatto a tornare al Ranch del Sole, dopo ciò che era accaduto con Michael. Ogni volta che pensavo a lui, sentivo il sangue fremere sottopelle, come se il mio corpo lo stesse pompando al doppio della velocità per prepararsi alla fuga. Persino adesso, avvertivo tutto quel vapore acqueo, che mi serrava la gola, a causa dei respiri frenetici che scuotevano il mio corpo.
Fingere che andasse tutto bene mi era sembrato intelligente, la sera prima, perché significava proteggere il nostro piano, evitare che la mia copertura saltasse. Era stato una sorta di istinto di sopravvivenza, per permettermi di uscire indenne da quel posto. Ma come avrei potuto impormi di rientrare in quella casa, quando il panico s'impossessava di ogni fibra del mio corpo, ogni volta che ripensavo alle dita di Michael strette attorno al mio braccio? Ogni volta che mi ricordavo, quanto ero stata debole di fronte a lui?
Se avessi raccontato ad Alex e Philip ciò che era successo, poi... Non volevo neppure pensarci, perché per quanto fossero due persone ragionevoli, avevo la sensazione che ciò non sarebbe bastato a fermarli. In ogni caso, non mi sarei dovuta preoccupare di quel dettaglio. Io e Alex non ci parlavamo di nuovo e Philip si era accontentato di un lungo aggiornamento telefonico, dal momento che non voleva condividere con la sua famiglia i nostri progressi, finché non avessimo avuto in mano qualcosa di concreto.
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NOCTE
Mystery / ThrillerSEQUEL DI IGNI C'è un equilibrio indissolubile che governa ogni cosa nel mondo. Non c'è gioia senza dolore. Non c'è silenzio senza rumore. Non c'è luce senza ombra. Fu in quel preciso istante che capii. Ero io. Ero sempre stata io, il punto di c...