Ella Lyudmila Ivanov, Hotel De Mattheis, Las Vegas, Stati Uniti d'America.
Quella notte mi addentrai nei sotterranei del lussuoso palazzo degli irlandesi con il cuore che tamburellava come un cavallo impazzito all'interno della cassa toracica e pregai che non rimbombasse tra le pareti.
Ero così vicino alla meta che quasi non mi sembrava vero di essere riuscita a svicolare lontano dalla festa, dagli occhi guardinghi di Aimee Linneth e addentrarmi negli scantinati. Ero quasi nella base di controllo dei De Mattheis, ma ovviamente qualcuno aveva altro per la testa.
Noah O'Crowley si palesò di fronte a me, e fui in grado di sopprimere un verso di stizza solo perché comprendevo la gravità della mia posizione, ma la voglia di tirargli un pugno fu disarmante e dovetti morsicarmi il labbro inferiore per impedirmi di correre al suo collo.
"Levati, Noah," bisbigliai e fissai il buio oltre alle sue spalle; alle sue grosse spalle muscolose e... mi morsicai di nuovo il labbro con forza e scossi la testa. "Sei già stato abbastanza chiaro." Cercai di superarlo ma le sue mani scivolarono lungo il mio fianco e con troppa facilità mi sollevò da terra. "Lasciami subito."
Gli battei un pugno contro la schiena e lo stronzo ridacchiò sottovoce.
"È meglio che ti tappi quella boccaccia malevola o ci farai scoprire e come ti ho già detto, non ho voglia di saggiare gli artigli della leonessa."
Mi diede una pacca sul di dietro, per tutti gli Ivanov!, mi diede una pacca... scalciai furiosa e Noah ridacchiò ancor più forte, salvo poi chiudermi con lui dentro l'ascensore.
"Sei pazzo?" Una volta che mi appoggiò con i piedi per terra lo affrontai a muso duro. "Come ti sei permesso?"
"Ho gia detto che-
"Ho capito quello che hai detto," ringhiai e Noah schiacciò il bottone del piano più alto: il cinquanta. "Che fai, Noah? Dove mi stai portando?"
L'uomo si guardò allo specchio e si sistemò i capelli biondi già perfettamente in disordine.
"Lontano dal luogo in cui volevi ammazzarti," disse con tono annoiato. "Non mi andava proprio di assistere ad una carneficina."
"Avevo tutto sotto controllo." Incrociai le braccia sotto al seno e solo un secondo dopo registrai la profondità della scollatura e dove gli occhi di Noah fossero andati a parare. "Solleva lo sguardo."
Un angolo della bocca si curvò in un ghigno malizioso e che mio padre mi fulmini, fece la sua apparizione una dannata fossetta; una fossetta di cui non conoscevo l'esistenza... rimasi un attimo incantata, ma poi la sua costante attenzione su di me mi fece imprecare a mezza voce e mi voltai dandogli le spalle.
"Così forse è ancora meglio."
Fui conscia che divenni rossa come un peperone, per questo mi appiattii contro la parete dell'ascensore e fissai in silenzio, dritta di fronte a me, i numeri che mano a mano si illuminavano, con fin troppa lentezza. Battei a ritmo il tempo con il piede e fui seriamente intenzionata a spaccare l'ascensore... quanto ci metteva per salire di cinquanta piani?
All'improvviso l'ascensore si arrestò bruscamente e dovetti aggrapparmi alla balaustra per non sbattere contro il corpo di Noah.
"Che diavolo è successo?" Mi avvicinai al quadro e iniziai a tastare i bottoni alla rinfusa. "Perché non va su? Perché diavolo siamo bloccati al quarantesimo piano? Oh, mio Dio! E se dovesse... se dovessimo precipitare verso il basso?" Mi portai le mani nei capelli e quasi mi dimenticai della presenza di Noah al mio fianco. "Oh, mio Dio." Mi appoggiai una mano sul petto. "Non ho nemmeno il cellulare, in questo stupido abito striminzito non avevo nemmeno lo spazio per il cellulare."
STAI LEGGENDO
Il branco di San Patrizio |THE NY RUSSIAN MAFIA #7|
ChickLit*Si consiglia la lettura del primo libro: Promessa| I 'leoni di San Patrizio" sono un gruppo criminale Italo-irlandese della peggior specie. Senza scrupoli, senza vergogna, ma soprattutto senza restrizioni. Ella Lyudmila Ivanov si troverà ad affron...