Jack De Mattheis, Hotel De Mattheis, Las Vegas, Stati Uniti d'America.
Il giorno seguente assistetti alle prove dell'orchestra per tutta la durata delle stesse, obbligando Keegan a sedere al mio fianco per le sei ore successive e tutto il mio sforzo era volto per tenere d'occhio Ella Ivanov.
"Dimmi almeno che poi te la scoperai o tutta questa fatica sarà sprecata."
"Chiudi quella cazzo di bocca, Keeg."
Ma mio cugino decise di non tapparsi quella cazzo di bocca e continuare a infastidirmi durante la pausa.
"Ma hai detto che ti ha baciato."
Mi allungai verso di lui con fastidio. "Non ti ho detto che mi ha baciato, ma quella stronza di mia sorella Laoise ha deciso di farti sapere che la russa mi ha quasi preso a calci in culo e mi ha beccato con le mani sporche di sangue, del sangue di quel bastardo di un russo."
Gli occhi di Keegan si illuminarono e prese una manciata di popcorn dal sacchetto che teneva stretto tra le gambe.
"Almeno non ti ha staccato le palle." Masticò e ingoiò in pochi secondi. "Mi sembra la tipa che potrebbe farlo, se solo avesse voglia di sprecare del tempo con te."
"Ma sono sicuro che Dimitri Alexander Ivanov lo farebbe prima e con molto piacere, in più di quella non mi interessa un cazzo, lo faccio solo per salvarci il culo dall'ira di mia madre."
"Oh, se sapesse che la sua principessa ha appoggiato le sue belle labbra su un rottame irlandese, certo che sì." Mi passò il sacchetto di popocorn, che rifiutai. "Ma non penso tu sia immune a-
"Non ti azzardare nemmeno a percorrere quella strada, Keeg."
Sorrise con divertimento.
"Ricordati che questa sera abbiamo la festa al casinò e indovina chi tornerà ad allietarci l'evento?" Sollevò le sopracciglia più volte. "Indovina quali bellissime mutandine tornano a Las Vegas?"
A quella sua frase mi venne voglia di tirare un pugno contro la poltrona di velluto rosso del teatro di fronte a me, ma riuscii a contenermi.
"Non mi dire." Mi passai una mano sul viso e lo guardai appoggiandomi al palmo. "Le cheerleader del Nevada?"
"No, no, no." Si schiaffò un grosso boccone di pop corn e masticò con la bocca aperta. "Meglio, meglio."
Non risposi, perché in quel momento Ella Lyudmila Ivanov attraversò il corridoio laterale, non accorgendosi della presenza di mio cugino e del sottoscritto a causa del buio che regnava nella platea; decisi di sfruttare quel vantaggio: portai una mano contro la bocca di Keegan e mi allungai per ascoltare la conversazione della ragazza dagli occhi blu.
"Non posso parlare," bisbigliò. "Non adesso, Van." Poi si girò come se qualcuno l'avesse chiamata e chiuse il telefono con velocità. "Che c'è, Clare?" Fronteggiò la musicista che le stava sempre alle costole, una ragazza dall'aria piuttosto noiosa e con gli occhiali. "Mh?"
"Io e gli altri ci stavamo chiedendo se questa sera avessi voglia di venire con noi."
Captai il fastidio dietro la maschera impassibile della russa, ma non riuscì a fare altrettanto l'arguta Clare, che sorrise con rinnovato vigore.
"Dove esattamente?"
Infossò le mani nelle tasche posteriori dei pantaloni e la seta fasciò con particolare efficienza la coscia muscolosa; Keegan si allungò per sbirciare il di dietro e dovetti tenerlo fermo per non farci scoprire.
"Laoise De Mattheis, la figlia di Roberto De Mattheis, ci ha invitato ad una festa annuale che danno nel casinò principale." Si portò una mano alla fronte. "Non mi ricordo il nome, forse il The Apocalypse."
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Il branco di San Patrizio |THE NY RUSSIAN MAFIA #7|
ChickLit*Si consiglia la lettura del primo libro: Promessa| I 'leoni di San Patrizio" sono un gruppo criminale Italo-irlandese della peggior specie. Senza scrupoli, senza vergogna, ma soprattutto senza restrizioni. Ella Lyudmila Ivanov si troverà ad affron...