Gennady Andrej Ivanov, Villa Ivanov, Mosca, Russia.
"Gen, tu rimani qui."
Mio padre aveva appena terminato la sfuriata con Fillip e a quanto pareva aveva intenzione di tenermi nel suo studio ancora per un po'.
"Che cosa c'è?" Domandai un pochino incerto, quando mi fui seduto e rimanemmo solo noi due nella stanza. "Qualcosa non va?"
Si allungò sullo schienale della poltrona e mi studiò con intensità prima di parlare, il che era un classico, considerato che mio padre razionalizzava anche il come allacciarsi le scarpe.
"Sono tuo padre."
Inarcai le sopracciglia al suo silenzio.
"Questo lo so."
Si grattò la nuca. "Potevi dirmelo."
Un grosso peso mi precipitò sullo stomaco e feci vagare lo sguardo su tutto tranne che sul volto triste di mio padre raccolto nel suo silenzio.
"Non lo sapeva nessuno," bisbigliai solo quando mi fui ripreso e fui sicuro di non cedere. "Nessuno, papà."
"Tesoro." Si allungò per raggiungere la mia mano e fece prima del previsto: riuscì a prenderla e mi tenne fermo. "Non avrei mai messo i bastoni fra le ruote ad una tua possibile ragazza, anche se questo mondo è crudele."
Sorressi il suo sguardo abbastanza a lungo da sapere che le sue parole fossero vere ed intrise di tristezza.
"Inessa"— mi schiarii la gola in difficoltà— "Inessa non avrebbe potuto far parte di questo mondo." E forse quella era la verità che era più difficile da accettare, perché Inessa sarebbe stata troppo debole, troppo pura e semplice, e sarebbe morta pur di trovare del buono in un posto pieno di marciume. "Non era nata per questo scopo."
"Mi dispiace, Gen." Mio padre mi strinse la mano per poi alzarsi dalla sedia e riempirmi un bicchiere di scotch, che mi bruciò la gola, ma che accolsi come una benedizione. "Qual era il suo scopo secondo te?" Domandò con dolcezza ed estremo tatto, e se non fosse stato per gli abiti scuri e le fondine, in quel momento sarebbe potuto benissimo passare inosservato come pastore. "Sempre se hai piacere a parlarmene."
E mi trovai particolarmente propenso a svuotare la mente ed a raccontare anche a lui tutta la storia di Inessa; durante tutto il racconto mio padre fece domande e fu colpito da quei nefasti avvenimenti, e mi accorsi che un altro po' della mia preoccupazione scemò... forse davvero faceva bene all'anima confidarsi con i propri cari.
"Quindi, tesoro, quale credi che sia stato il suo scopo?" Sorseggiò un po' di birra. "Mi hai detto che ne avevi uno in mente."
"Esatto." Annuii. "Credo fermamente che Inessa sia stato un dono dal cielo; un pizzico di magia per uno come noi. Mi ha permesso di conoscere quale potrebbe essere il volto del vero amore, così da non farmi sprecare una seconda occasione, se mai me ne si fosse presentata una di fronte."
Mio padre sorrise leggermente.
LE pensi di aver trovato quello che cercavi?" Si schiarì la gola. "Pensi che Inessa abbia adempiuto al suo compito?"
Appoggiai il bicchiere sul tavolino e sospirai.
"Credo di essere sulla buona strada."
Mi strinse la spalla con forza e questa volta sorrise davvero.
"Tu non hai idea di quanto sia fiero di te, figlio mio." Mi abbracciò di slancio e per un attimo fui colpito da quella sua tenerezza, ma ricambiai subito dopo senza timori. "Di tutti voi, davvero." Chiusi gli occhi, sospirai sereno e forse compresi che tutto ciò di cui avessi bisogno era semplicemente un abbraccio, un contatto fisico che non fosse solo istintivo con... "Vai, tesoro."
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Il branco di San Patrizio |THE NY RUSSIAN MAFIA #7|
ChickLit*Si consiglia la lettura del primo libro: Promessa| I 'leoni di San Patrizio" sono un gruppo criminale Italo-irlandese della peggior specie. Senza scrupoli, senza vergogna, ma soprattutto senza restrizioni. Ella Lyudmila Ivanov si troverà ad affron...