XLIV

3.3K 189 16
                                    

Ella Lyudmila Ivanov, Casa Sicura, paese remoto vicino a Belfast, Irlanda del Nord.

Noah mi aveva promesso quattro giorni di fuoco e non sarei stata di certo la ragazza che si sarebbe lamentata, ma la mattina seguente, uno stupido interrogativo continuava a martellarmi nelle tempie e non mi permetteva di godermi la stucchevole sensazione di indolenzimento.

Che diavolo eravamo noi adesso?

Era infantile come richiesta, ma non riuscivo a non pensarci; per questo, indossai l'accappatoio e mi rannicchiai sulla poltrona rosso sangue di fronte al fuoco.

Pioveva ancora, ma forse non mi dovevo impressionare poi molto, considerato che l'Irlanda era un luogo in cui la pioggia era presente per più della metà dell'anno solare, ma era uno scrosciare dolce e in linea con il mio stato d'animo un po' malinconico, forse imputabile al fatto che Noah fosse scappato dalla stanza senza tornare da più di mezz'ora.

Mi raggomitolai e chiusi gli occhi, fino a quando un dolce profumino non mi indusse a sospirare di piacere.

"Per la mia donna preferita in questa tenuta."

Sollevai le palpebre con pigrizia e sorrisi a Noah, con in mano un vassoio pieno di dolci e una dolce espressione a stirargli quei bei lineamenti.

"Grazie," mormorai in imbarazzo, perché nessuno si era mai premurato di corteggiarmi e quello mi sembrava tanto un corteggiamento, un bel corteggiamento, che mio padre avrebbe sicuramente approvato. "Davvero."

Feci per allungarmi a prender una brioche al pistacchio succulenta, cibo che adorava anche mia madre, ma Noah mi diede un buffetto sulle nocche e fu lui ad allungarmi il dolce. La temperatura del mio corpo aumentò a dismisura e fui certa che un rossore adolescenziale colorasse le mie guance quando mi protesi verso di lui, soprattutto a causa di quel suo dannato ghigno che esponeva quella dannata fossetta.

Aprii la bocca e addentai la brioche al pistacchio; quando la crema si adagiò sulle mie papille gustative, mugolai dall'assoluto piacere.

Adoravo il pistacchio, ma ancor di più adoravo i dolci con la crema al pistacchio e quella brioche era qualcosa di magnifico; appoggiai la mano su quella di Noah e con avidità ne mangiai un altro pezzettino.

"Come"— mi leccai le labbra e socchiusi le palpebre senza riuscire a terminare la frase—"dove diavolo l'hai trovata questa brioche?"

Noah sghignazzò.

"Nelle cucine." Me ne allungò un altro pezzetto e con il pollice mi pulì un angolino della bocca, per poi leccarsi la crema dalle dita. "Sono molto fornite."

Fissai la sua lingua sul dito. "Immagino."

"Claude, il cuoco, è francese."

"Si ma"—gliela rubai e la terminai—"nemmeno mia madre, in Russia, e mia madre adora il pistacchio," masticai e mi portai la mano davanti alla bocca. "Nemmeno a casa ho mai mangiato una brioche al pistacchio così buona." Sorrisi con la bocca piena. "Dico davvero, mia madre la adorerebbe."

"Tua madre sembra una persona squisita."

Ridacchiai.

"Non dirlo davanti a mio padre."

Noah si avvicinò di qualche centimetro e il suo accappatoio si aprì leggermente mentre l'atmosfera diventava tesa e ricca di suspence.

"Sei bellissima."

Deglutii il boccone e spalancai la bocca.

"Dico davvero," sussurrò e mi sistemò una ciocca di capelli dietro l'orecchio. "Sei davvero bellissima."

Il branco di San Patrizio |THE NY RUSSIAN MAFIA #7|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora