Le memorie di Caros Summanus

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Il mio nomen è Octopon, ma solo i miei cari mi possono chiamare così, tutti gli altri si rivolgono a me con il mio praenomen Caros, o con il mio cognomen Vandor, oppure tanti titoli vari. Oggi è il mio centoventesimo compleanno, ed è anche l'anniversario della mia prima podestà tribunizia, delle mie investiture e della mia consacrazione. Perciò posso essere tanto preciso senza timore di errori o necessità di arrotondamenti. Per novanta dei miei centoventi anni sono .... sono stato .... l'Imperatore di Rovia, e per settantacinque di essi il Summanus dell'intera Umanità. E adesso, nell'ultimo giorno della mia vita, mi rendo conto che non è stata la mia più grande fortuna, ma neanche la mia più grande sventura. Molti si chiedono com'è cominciata la mia storia, non posso dirlo, non lo so nemmeno io; forse è iniziata quando una scimmia si è messa in testa di scendere da un albero e di camminare con due zampe, forse è iniziata con un uomo che ha deciso di essere il capo di un pianeta, forse è cominciata con uno scrittore con manie di grandezza .... forse l'ha cominciata direttamente il Re del Universo quando ha deciso di dare agli uomini una marcia in più, chissà..... Io so che la mia storia come Imperatore inizia molto tempo prima che riuscissi a diventarlo, direi addirittura prima che mio padre nascesse. Fu mio nonno a riuscire a trasformare la Repubblica Roviana nel Grande Impero. Ma devo andare con ordine. Scusami Lettor, è una storia talmente complessa che certi passaggi sfuggono anche a me, cercherò di essere chiaro e ordinato. Il nome di mio nonno era Genor Vandor Sileus. Noi Roviani abbiamo l'usanza di usare molti nomi: il primo è il nome di battesimo, scelto dai genitori, il secondo è il cognome, rappresenta la famiglia e la gente a cui essa appartiene, il terzo è il prenome, un nome che indica un carattere o un merito della persona, esso può essere attribuito dalla famiglia o meritato. Sileus deriva da una parola della lingua makurana "Sileer" e vuol dire "Barrito" o usato comunque per indicare il verso di una bestia poderosa. I Roviani combatterono tre grandi guerre contro il mondo di Makuran, la seconda fu vinta perché un mio antenato uccise il generale makurano, il famigerato Maresciallo Brumar, e ferì un grande animale che il Maresciallo era solito portarsi sul campo facendogli lanciare un grande urlo, un barrito, perciò la sua famiglia elaborò il prenome Sileus e glielo appose in ricordo della sua impresa. Due generazioni dopo nacque mio nonno che ricevette quel prenome dal padre di suo padre come buon auspicio. Ebbe effetto visto che mio nonno guidò Rovia alla terza e definitiva vittoria contro Makuran che da allora fu sottomesso alla mia patria. I Vandor erano già a quei tempi una famiglia molto ricca, ma oltre alla nostra gloria militare e politica avevamo anche l'onore di essere discendenti diretti del Fondatore, il primo sovrano della Terra unita, e degli antichi monarchi di Rovia. Perciò eravamo molto rispettati. Il mio bisnonno si era però ritirato dalla vita pubblica e si era concentrato su attività economiche che avevano enormemente accresciuto il suo patrimonio, specialmente dopo la morte di sua moglie. Sileus era poco più di un bambino quando andò via di casa, disgustato dall'avidità del padre. Iniziò una carriera militare che gli permise di distinguersi nella terza guerra makurana. Prima dei trent'anni ottenne il comando di un esercito con cui arrivò direttamente su Makuran, conquistandola. Non passò molto prima che Sileus iniziasse una campagna militare contro una vicina di Rovia, l'Alleanza Kelsharr. I Roviani la chiamavano Alleanza, ma era in realtà un insieme di diversi popoli e nazioni che certe volte si riunivano in un Concilio e che erano di fatto governati da grandi corporazioni e aziende sotto il controllo del Mattone. Approfittando di alcuni atti di pirateria dei Kelsharr lungo il confine roviano Sileus iniziò una serie di campagne che lo avrebbero reso trionfatore: distrusse il violento popolo dei Rengoli e uccise il loro re Arbito. Ottenne il trionfo per questo, nel anno quarantottomila centoventitre dalla colonizzazione di Rovia. Fu facile per mio nonno convincere due suoi sostenitori ad aiutarlo a prendere il comando della Repubblica formando il Triunvirato. I tre Triunviri erano i capi della Repubblica e anche tra loro esisteva una gerarchia: il Primo era a capo della politica interna ed era di fatto considerato il capo dello Stato, il Secondo era preposto alla gestione economica e ai rapporti tra lo Stato e le principali entità economiche e sociali interne, il Terzo aveva il compito di gestire la politica estera e di comandare direttamente le forze militari in caso di guerra, seppur sottoposto all'autorità del Primo Triunviro. Sileus fu abbastanza furbo da decidere di essere il Terzo e di ingigantire così l'immagine che già si era fatto di difensore e campione della Repubblica. Non era ignota a nessuno la sua devozione religiosa e la sua profonda avversione verso la società degli adoratori del Mattone, profondamente ateisti e avversi ad ogni culto, nonché portati alla costante ricerca di ricchezza materiale. Prima di ciò però egli riuscì ad approfittare di una guerra civile nel potente e ricco Regno dei Soli Allineati, scelse il nuovo sovrano, il Jaffà Torekos XXXVII, e lo rese suo eterno debitore, riducendo i Soli Allineati dipendenti economicamente da Rovia. In questo modo creò uno Stato cuscinetto tra la Repubblica e il potente Gran Reame di Orissia. Da tempo i due Stati erano avversari, ma erano sempre abbastanza lontani da non voler spendere troppe risorse e tempo per combattersi a vicenda, e poi c'era sempre stato il Nucleo Galattico tra di essi la cui circumnavigazione in qualunque modo era particolarmente difficile, almeno prima che io e un mio buon amico e ingegnere non risolvessimo il problema una volta per tutte. Recentemente Orissia era riuscita ad assicurarsi l'alleanza di alcuni Stati del Nucleo, ma Sileus aveva ristabilito l'equilibrio con il controllo dei Soli Allineati. Voleva concentrarsi sui Kelsharr e, dopo varie altre alleanze e difficoltà, riuscì a mettere insieme un'armata abbastanza forte da sconfiggere in guerra quelle tribù che non abbandonarono il Mattone per unirsi a lui. Nel frattempo il Triunvirato era finito: il Secondo Triunviro, Burga, volle prendere il comando di alcune legioni e portarle contro il Gran Reame, furono annientati appena circumnavigato il Nucleo, mentre il Primo Triunviro, Fornos, vecchio amico e mentore di Sileus, si fece corrompere dai più ricchi e meschini della Repubblica, i più affini ai Mattoni. Tuttavia mia nonna Relian, moglie di Sileus, era una politica eccezionale e riuscì a mantenere l'autorità di Sileus e la sua rispettabilità nel Senato. Intanto tra la gente, più conquiste faceva, più la sua popolarità aumentava. Tra i Kelsharr furono molto rilevanti le battaglie di Geronia e di Elarga in cui Sileus dimostrò il suo genio e la sua determinazione, mentre i suoi soldati dimostravano la loro volontà di ferro e il loro desiderio di seguire il loro comandante verso ogni sorte. Non ho mai compreso come facesse ad esercitare un tale fascino, ma Sileus aveva senza dubbio un carisma incredibile e la sua forza di volontà gli permetteva di ottenere e mantenere un'autorità enorme. Inoltre Sileus era facilitato dal fatto che oltre sette decimi del suo esercito era composto dai Legionari. Questi sono cloni di un solo uomo, ognuno con la sua memoria, ma nessuno sa chi sia, per via dei loro elmi nessuno ha mai visto il volto di un legionario. Nessuno tranne me, che pure non lo posso rivelare a nessuno, è una promessa che ho fatto a quel legionario stesso e a tutti i suoi fratelli. Essi sono guerrieri formidabili e strateghi dall'abilità impareggiabile. Mi hanno sempre impressionato e in effetti le loro armature, i mantelli e gli elmi hanno proprio questo scopo. Sono sempre stati combattenti di Rovia, mai nelle guerre civili, ma solo contro nemici esterni. Sembravano avere una particolare simpatia per Sileus e gli parlavano con preziosi consigli durante tutte le sue imprese. Mai un condottiero roviano, per quanto illustre, aveva ricevuto un tale rispetto da parte di quegli uomini. Perché essi lo concedessero a Sileus non lo sa nessuno. Solo io lo so tra gli Umani. Tornando alla storia, mio nonno impiegò cinque anni e mezzo per conquistare tutta Kelsharr. Lungo e faticoso fu l'assedio ad Albione, pianeta fortezza dove si erano rifugiati i Mattoni e la famosa Volucca, prima e ultima regina di tutti i Kelsharr, ma anche loro cedettero. Nel frattempo era nato mio padre. Si erano tenuti in contatto con messaggi, ologrammi e piccole visite che Sileus aveva potuto fare di tanto in tanto. Non so se mio padre abbia mai perdonato mio nonno, o perlomeno capito le sue ragioni, ma per fortuna era ancora abbastanza piccolo da godere una bellissima giovinezza con lui quando tornò a casa. Quando Sileus fece ritorno i politici erano molto divisi tra i suoi sostenitori e i suoi avversari, ma lui riuscì a prendere definitivamente il potere diventando il Primo Triunviro e ponendo altri due rappresentanti sotto di lui. Di fatto era già Imperatore, anche se la cosa sarebbe diventata ufficiale molto tempo dopo, quando Sileus ebbe vinto una feroce guerra civile, dove per la prima volta anche i legionari presero parte, schierandosi con mio nonno. Intanto mio padre cresceva, diventava un diplomatico e rendeva suo padre fiero. Dopo un breve periodo di servizio militare capì che non era quella la sua strada e iniziò a servire Rovia come funzionario. Faceva davvero un buon lavoro. Ad un certo punto fece una cosa incredibile: si innamorò di una donna di Orissia, Efulsa Murania, mia madre.
Lei era figlia di un grande dignitario del Gran Reame, e anche nelle sue vene scorreva puro sangue valeriano. Così i miei antenati sia paterni che materni mi collegano al Fondatore e al popolo che per ultimo lasciò Terra. Mio nonno non fu particolarmente lieto al inizio, però imparò ad accettare sua nuora e la pace che ne seguì. Si può dire che Rovia e Orissia furono pacificate da quel matrimonio. Poco tempo prima della mia nascita Sileus divenne Imperator acquisendo così i pieni poteri e il diritto di governare Rovia dichiarando la nascita dell'Impero Roviano. Questo segnò anche l'inizio di una nuova serie di guerre con gli Stati minori. Mio nonno aveva convinto tutti che era il momento di unire tutti i popoli ancora una volta sotto una sola autorità. Tuttavia anche qualcun altro era del suo stesso parere. Merus Lyriano, il Vasilus, il Re dei Re di Orissia diede inizio ad una serie di campagne di conquista espandendo il Gran Reame come mai prima di allora. Quando nacqui io la situazione era in stallo: il Gran Reame era di poco più vasto dell'Impero, ma questo era più ricco, più avanzato per tecnologia e società e poteva godere di una grande simpatia da parte della maggior parte delle popolazioni annesse. Io abitavo e studiavo su Crator, il maggior centro culturale dell'Impero, quando mio nonno e il Vasilus Merus invasero su due fronti il vasto Dominio Jain, all'epoca il più esteso degli Stati. Gli Orissiani conquistarono il pianeta capitale dei Jain, mentre i Roviani arrivarono su Chetrala, il pianeta con il più dettagliato archivio storico di quelle regioni galattiche, un mondo su cui erano passati anche i Valeriani, antenati di Roviani e Orissiani e ultimi ad abbandonare il pianeta Terra. Fu lì che il piede roviano si stabilì dopo la più frenetica campagna di Sileus, e fu lì che gli archeologi roviani trovarono qualcosa che avrebbe determinato il mio ingresso in questa storia. Qualcosa che avrebbe cambiato il nostro Cosmo.
Victor Cascalis

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