Il maggiore dei valori

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Mi preparavo per una serata speciale, avevo quattro giorni di tempo prima dei Valicalia, durante i quali accaddero molti fatti, a te che leggi, per non annoiarti, racconterò i più importanti.
Il primo fu una convocazione di mio padre per visitare la Cappella della Memoria, anche la delegazione orissiana era stata invitata, anzi tutte le delegazioni, tutte le forze politiche e le autorità statali, c'era tutto l'Imperium.
La Cappella della Memoria era davvero straordinaria, l'aula magna del Palazzo Centrale, una sala rettangolare grande come una piazza ai cui lati i grandi palchi, le scalinate in pietra bianca con cuscini rossi e scrittoi ornati splendidamente, monumenti raffiguranti grandi del passato, le virtù i valori e i miti del nostro popolo. Gli affreschi sulle navate e le pareti storia: storia della fede, storia della virtù, storia dei popoli del valore. Al lato opposto della porta una grande scalinata con in cima un altare posto sotto un grande arco di trionfo su cui era raffigurata la Stella dai Nove Raggi e una grande aquila in diamantifero dorato con le ali spiegate, sotto quel arco tre seggi in sidermo con tre scrivanie, quello al centro sopraelevato rispetto agli altri per essere al di sopra di tutti, dietro di essi un'altra scala e un altro altare, questo era religioso, poiché era l'altare della pace, realizzato per volere di Sileus stesso, una scatola di sidermo bianco, rettangolare, una lunghezza di venti metri e una larghezza di cinque, al suo interno l'altare vero e proprio e il Simbolo. Solo l'Imperatore, il Pontefice e chi da loro invitato avevano il diritto di entrarci e così è ancora oggi, violarlo comporta la galera, ma è così sorvegliato che è impossibile.
La Cappella della Memoria era la sala del Senato, dove la nostra grande assemblea si riuniva in tempo di pace, altrimenti il luogo della riunione era il Bellone, una sala simile ma più attrezzata per le osservazioni e la comunicazione a distanza.
Mi ero recato da solo nella sala e nessuno di coloro che mi avevano accompagnato sapevano cosa si stava organizzando. Mi resi conto che Sileus stava preparando una sorpresa e non voleva che io mi accorgessi di qualcosa.
I Senatori erano radunati sui loro posti, il Pontefice e alcuni cardinali erano sulle tribune alla destra dei seggi mentre Sileus stesso stava scendendo le scale dal Altare della Pace. Lo rividi di nuovo vecchissimo e lo stesso anche molti intorno a lui, mio padre era vicinissimo a lui per sostenerlo in caso di bisogno. Però l'Imperatore mostrava una forza di volontà enorme che rispecchiava e rinvigoriva anche il suo fisico, era davvero un uomo forte e fiero. Il Magister Legionibus era retto davanti e accanto al seggio, ma non fece il saluto militare a Sileus, a differenza dei suoi fratelli legionari, quel saluto non lo faceva a Sileus, non lo faceva mai a nessuno.
Mentre Sileus si avvicinava al trono Sibilla si sedette accanto a me con il suo seguito.
"Buon giorno Octopon" mi disse a bassa voce.
"Spero tu stia bene" cercai di recuperare la scortesia del saluto precedente.
"Abbastanza..... mi chiedo cosa sia questa riunione...."
"Sinceramente non lo so, un annuncio speciale sembra, ma Sileus non mi ha fatto sapere niente. Non è un buon segno.... Comunque: pronta per i Valicalia?"
"Sì, penso che sarà una serata rilassante e di grande interesse culturale" lo disse guardando davanti a se. Uliria aveva sentito tutto dalla fila posteriore e non poté fare a meno di pensare ad una scena che percepii come.... abiti gettati a terra per tutta una stanza, richieste di consigli, esasperazione per un abbinamento di colori.... non potei fare a meno di ridere sotto i baffi.
Sibilla si accorse della mia ridarella e assunse un'espressione di un certo imbarazzo per poi guardare Uliria che sbiancò.
"Vai via!" sussurrò Sibilla con una certa aggressività mentre l'ancella si alzava e si allontanava con rapidità e imbarazzo.
"Leriano- dissi io al mio amico seduto poco distante- i tuoi programmi per i Valicalia?"
Leriano pensò al suo piano personale e ai consigli che gli avevo chiesto per la mia uscita con Sibilla, niente di approfondito ma la telepatia della ragazza le permise di farsi una certa risatina.
"Sei davvero un galantuomo Caros Vandor" mi disse Sibilla di nuovo in pace.
Il suono di una campana, era lo strumento usato per segnalare il discorso dell'Imperatore.
"Ringrazio tutti voi per la vostra presenza malgrado il poco preavviso- disse l'Imperatore- vi prego di unirvi a me in preghiera per il Padre Divino. Il Re del Universo ci è amico e padre ed è nostro dovere renderlo sempre partecipe di ogni nostra azione. Tutto ciò che viene da Lui è eterno."
Ci alzammo in piedi e recitammo dei salmi che erano usati spesso nelle riunioni politiche perché richiedevano la concessione saggezza e capacità di giudizio, oltre che della pietà e della virtù.
Quando avemmo finito ci risedemmo mentre i media interrompevano tutti i programmi in tutto l'Impero e negli Stati federati per trasmettere un annuncio speciale di Sileus Imperatore. La mente di Sileus era distante ma potei capire che mi riguardava. Stava per fare il grande passo e non credevo di essere pronto. Sibilla mi prese una mano, anche lei sentiva che era un momento di massima importanza e che dovevo affrontarlo con forza. Mio padre mi guardò da distanza e mi sorrise, così come mia nonna e mia madre seduta vicino a lei nella tribuna davanti alla nostra. Tutti a farmi capire che non ero solo.
Questo il discorso di Sileus di quel giorno che oggi si legge nei libri di storia, si vede nei film e nelle olopere, alternato alle grida dei presenti e delle folle che lo ascoltarono quel giorno.

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora