CAROS IMPERATOR

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Aprii gli occhi e vidi uno spettacolo incredibile.
Arastasus era paralizzato dalla sorpresa e dal dolore mentre del fumo fuoriusciva da una grossa bruciatura sul suo torace, accanto a lui apparve dal nulla un uomo, era un legionario con una toga nera e simboli scuri che ornavano la sua armatura, stava tenendo la mano di Arastasus e prese la fiala che rimase intatta. Un altro legionario, proprio davanti a me, disattivò quella stessa tecnologia di occultamento. Era il Magister Legionibus, dal suo pesante mantello usciva un lungo braccio chiuso in una possente armatura che impugnava una pistola lec ancora fumante.
Arastasus cadde a terra, i suoi ultimi pensieri furono "Io non capisco...non capisco..." e poi morì.
Il Magister si voltò, abbassò lo sguardo verso di me batté forte la mano con la pistola sul torace, altri legionari neri, i pretoriani in blu e legionari da tutte le legioni apparvero, si teletrasportarono, lasciano la popolazione sbigottita mentre dei grandi galeoni classe grifo iniziavano ad apparire in tutto il sistema unendosi alla battaglia tra le stelle.
Mi alzai sbalordito e schiacciato da tutte le emozioni che si erano scatenate in quel momento e quando fui in piedi il Magister Legionibus pronunciò delle parole che passarono alla storia. O meglio gridò, desideroso di farsi udire da tutto il Cosmo.
"IMPERATORE, AI VOSTRI ORDINI!"
"IN VITA E IN MORTE SIAMO DELL'IMPERATORE!" gridarono gli altri legionari.
"I terroristi...c'erano altri che...non mentiva..."
"I legionari della Prima Legione, i Criptici, hanno già fermato e resi inoffensivi tutti gli assassini, nemmeno un batterio si è diffuso- disse il Magister- Rovia è salva."
Scoppiò una grande acclamazione da parte del popolo su tutti i mondi dell'Impero e nel Foro.
"Avete a disposizione la cura per l'aria di Ghul?" chiesi.
"Certamente Imperator!" disse il Magister.
"Allora allestite in tutta sicurezza...mettete in sicurezza- sospirai e mi misi più dritto che potevo- mettete in sicurezza il Tribunale, in modo da bloccare qualsiasi ulteriore rischio biologico. Somministrate la cura agli ostaggi e per sicurezza esaminate tutti coloro che sono entrati in contratto con l'arma biologica e mandate delle navi a soccorrere la Iupotor e il suo equipaggio!"
"Ita Imperator" disse il Magister Legionibus e subito i pretoriani fecero il loro ingresso nel Tribunale.      
"Imperator, prima del nostro intervento diverse navi vagnar sono arrivate nel sistema e hanno soccorso la Iupotor. Per lo sforzo molte delle loro navi sono in avaria" disse il Magister.
Quel pazzo di Jarl Vlad aveva spinto al massimo i motori delle sue navi e molti galeoni vagnar non avevano retto lo sforzo.
"Voglio che siano soccorsi immediatamente con tutte le navi disponibili" dissi.
"Ita Imperator!"
Mirus ed Ergesius si avvicinarono senza parole.
"Magister... porti qui l'archiatro Imorus, devo sapere se sta bene... è un amico."
"Sarà fatto tutto ciò che ordinate Vostra Serenità Imperiale" disse il grande legionario che si voltò a trasmettere gli ordini dell'Imperatore.
Portarono Imorus pochi istanti dopo, sano, salvo e sudato. Ansimava quasi quanto me.
"Lo hai schiacciato... come un insetto... incredibile... incredibile..." e non era l'unico a pensarla così.
"Dov'è Alemia, Imorus?"
"Come?"
"Dov'è tua moglie?" chiesi.
"A casa nostra, sul Palazzo Centrale."
"MAGISTER!"
Che bisogno avevo di urlare? Era accanto a me...forse era ancora l'emozione.
"Un mezzo per portare me, Mirus Algina e mastro Ergesius alla villa dell'Imperatore sul Palazzo Centrale, un altro per portare l'archiatro Imorus alla sua abitazione...sua moglie sarà preoccupatissima... e voglio che lo Jarl al comando della flotta vagnar giunta in mio soccorso sia condotto alla villa il prima possibile!"
"Imperatore, ai vostri ordini" disse il Magister facendo un inchino e iniziando a dare le istruzioni.
Dopo alcuni secondi arrivarono due veicoli aerei pronti a portarci sul Palazzo Centrale. Che efficienza questi legionari.
"Un'ultima cosa- dissi al Magister- voglio che Leriano da Nichia sia contattato... ditegli che è invitato a Villa Vandor per pranzo."
"Sarà avvisato immediatamente!"
"Magister... grazie... per avermi salvato la vita!"
"Abbiamo aspettato così tanto il tuo ritorno... quando hai dimostrato il carattere del vero Imperatore sei stato il culmine di cinquantamila anni di lavoro, preghiera e attesa. Tu sei quel culmine e la tua vita vale più della mia e di quelle di tutti i miei fratelli. Servirti è il senso della nostra esistenza, Imperatore, che ti sei fatto di meno e ora sei di più. Imperatore, che volevi morire per salvare ogni singolo bambino di questo mondo, ai tuoi ordini."
Avevo capito ormai, finalmente.
"Sileus cercò di spiegarmelo... ma dovevo capirlo da solo" dissi.
"È così Imperatore" disse lui prima di tornare a dare gli ordini ai suoi fratelli.
I veicoli erano piuttosto comodi, anche se l'armatura non facilitava il viaggio. Ero così stanco che quasi non sentii ciò che Mirus ed Ergesius stavano dicendo.
Purtroppo mi persi l'arrivo al Palazzo Centrale a causa della sonnolenza, ma la Villa di Sileus mi apparve di nuovo come una bellissima visione: un'isola pacifica nel mare tempestoso della storia.
Appena scesi dal veicolo vidi Leriano che correva verso di me con delle emozioni molto vivide.
"SEI STATO INCREDIBILE! STRAORDINARIO, INCREDIBILE! LO HAI SCHIACCIATO QUEL INSETTO! GRANDIOSO...!"
Continuò così per chissà quanto tempo, non riuscivo ad ascoltarlo.
Dalla villa vidi uscire mia madre e mia nonna dietro di lei. Mia madre cercò di abbracciarmi ma dovetti trattenerla.
"Lo sai che è pericoloso" dissi sorridendole.
"Bentornato a casa" disse lei piangendo. Non so quanto tempo ci sia voluto perché mi perdonasse, ma ci riuscì.
Mia nonna, con le lacrime agli occhi per l'orgoglio, alzò la mano destra e mi prese il braccio.
"Somigli così tanto a Sileus... ma oggi sei stato immensamente più grande di lui..." disse l'Imperatrice.
"Sono così stanco... ho bisogno di riposare..."
Entrammo nella villa e mi guardai intorno pensando alla prima volta che mio nonno mi aveva portato là dentro, con un teletrasporto a sorpresa.
"Non mi ha mai detto perché... perché voleva abitare in una casa piuttosto piccola rispetto a tutto il Palazzo e il cosmo che aveva conquistato" dissi.
"Diceva sempre che doveva ricordare quanto era piccolo... non ha mai voluto essere un megalomane" disse mia nonna.
"Beh... venite con me per favore... devo parlarvi... con tutti voi..." dissi andando verso il piano superiore. Quando entrai nell'ufficio di Sileus, ormai non avevo più il timore di entrare in quella stanza; ormai era chiaramente venuto il mio turno.
"Tra poco mi dovrò togliere questa benedetta armatura... ma prima..."
Mi avvicinai alla libreria alla destra della stanza vicino al ritratto di Caesar Valens, sbloccai uno degli scomparti e lo spostai rilevando una cassaforte.
"Quella da dove viene?" chiese mia nonna.
"Il nonno mi fece imparare la combinazione anni fa... per questa occasione" dissi digitando e aprendo lo sportello. La collezione più preziosa dell'Imperatore.
"Sette bottiglie di vino, cognac e grappa delle più prestigiose che si possano trovare nei duecento milioni di mondi- dissi- e questo è quello che ci serve."
Una delle bottiglie conteneva un cognac invecchiato duecento anni, ne esistevano solo tre bottiglie quando Sileus l'aveva ricevuta in dono dal Vasilus Merus trent'anni prima.
"Perfetto! Ottimo per festeggiare un'era che porterà il tuo nome" disse Leriano pronto a mettere mano alla bottiglia.
"Fermo lì- dissi- tocca a me" dissi stappando la pregiatissima bottiglia.
Prendemmo i bicchieri e brindammo alla nuova era.
"Adesso dobbiamo decidere- dissi- Gulnius non mi accetterà come Imperatore."
"Non avrà scelta: i legionari sono con te! Hai un esercito potentissimo, molto più grande del suo."
"Mi combatterà nella politica e nei palazzi del potere. Ha molti sostenitori e i suoi meriti sono indiscutibili... grandi quasi quanto la sua ambizione."
L'Imperatrice aprì uno degli armadi e ne trasse uno scrigno in ebano che appoggiò sulla scrivania. La sua mente mi disse che conteneva qualcosa di pericoloso. Era rimasta una guerriera come quando aveva combattuto al fianco di Sileus contro i Makurani o gli anni passati a gestire i palazzi del potere.
"Amici miei... forse dovreste uscire... perché per legge io e l'Imperatrice abbiamo commesso un crimine molto grave solo ad avere questo in casa e nel momento in cui saprete cos'è diventerete nostri complici e..."
"Piantala con queste idiozie e dicci cosa c'è lì dentro!" disse Leriano che, come al solito, non sapeva contenersi ma parlava a nome di tutti.
Aprii lo scrigno e ne trassi un rotolo in cardonite con il sigillo della gens di Gulnius.
"È il suo testamento..."
"Secondo capitolo del codice civile, riguardo al diritto privato: quando un cittadino roviano deposita presso la Gilda Notarile il suo testamento, questo deve essere conservato fino alla sua morte."
Ergesius era troppo pignolo, ma utile.
"Bene... allora io andrò in Senato e ne parlerò con loro... leggerò questo testamento e lo userò per mettere fine a questa storia una volta per tutte!"
"Non sei stanco di tutto questo?" chiese mia madre. Si è sempre preoccupata di me ma aveva ragione: ero veramente stanco ed era per questo che dovevo togliere di mezzo l'ultimo ostacolo. Gulnius doveva tornare in seno all'Impero pur mantenendo il suo prestigio.
"Amici miei... tutti voi siete la mia famiglia... e io vi voglio bene... e mi rendo conto che non sarei mai arrivato fin qui se non fosse stato per il vostro aiuto... ma ora abbiamo moltissime altre sfide che ci attendono. Adesso però voglio riposare... dopo aver visto l'alba insieme. Brindiamo alla fine della lunga notte" dissi dopo aver distribuito gli ultimi sorsi del cognac. Ci voltammo verso la finestra che dava proprio sul grande pianeta Scauron che, finalmente, si fece da parte e la luce della stella ci investì. Finalmente sorse l'alba.
Quel giorno lo passai con i miei cari, togliendo quella dannata armatura e poi dormendo nella mia stessa stanza, quella in cui avevo dormito quando mio nonno mi ospitava. Ricordai la prima notte che avevo passato lì dentro, quando pensai che era l'inizio di qualcosa di grandioso. Era strano tornarci quando ormai era accaduto.

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora