La favola dei quattro Logoteti

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Nei suoi messaggi Sileus mi espresse delle preoccupazioni, ma anche i suoi migliori auguri. Non so dire cosa gli prendesse, la morte di mio padre lo aveva molto.... addolcito direi, tuttavia non aveva abbandonato i suoi propositi: mentre l'esercito di Merus era occupato a sconfiggere l'Alleanza Partiana, Rovia aveva conquistato il pianeta Strang, ribattezzandolo Stragone, che avrebbe costituito una perfetta testa di ponte per l'ormai imminente invasione dei Dodici Tiranni.
Inutile dire che Sibilla approvava l'impresa, anche se non ero proprio sicuro del suo entusiasmo; Merus aveva perdonato a sua moglie il tentativo di far uccidere Sibilla, la regina Oliria le voleva molto bene, ma chi non sarebbe rimasto terrorizzato da ciò che era accaduto? Diedi le istruzioni necessarie per iniziare il viaggio al capitano della Saulus, per fortuna il mio equipaggio mi era fedele, anche se Merus mi aveva detto che non gli era possibile concedermi rinforzi dalla sua armata.
Mirus e Leriano mi davano tutto il loro sostegno, promisi solennemente che li avrei ripagati molto bene una volta tornati a casa. Quanto erano preziosi i miei amici.
Merus approvò il ritiro di Sibilla su Ctefo, in via temporanea; sapeva che su Orissia non era al sicuro ormai.
Quando arrivarono due navi mercantili da Ctefo fu il segno che la nostra impresa poteva cominciare. Era stato deciso che, a parte me, il Vasilus e la mia cerchia, fossimo a conoscenza dello scopo della missione.
Le navi di Ctefo erano giunte su mie istruzioni, a vederle sembravano dei dromoni roviani di tre chilometri, anche se più tozze, con bracci e darsene più corti, una calotta frontale più robusta e una stiva più grande, erano navi eleganti e robuste, anche se poco adatte alla guerra, ma per apparire mercanti erano perfette. Una delle due navi avrebbe portato Sibilla su Ctefo dove credevo che sarebbe stata più al sicuro. L'altra nave sarebbe venuta con la Saulus nei mondi che avremmo dovuto visitare durante la missione.
Orocus e Mologus Braco erano a bordo del vascello che ci avrebbe accompagnato, la loro esperienza e la loro conoscenza delle regioni che avremmo visitato sarebbero state molto preziose. Quando salirono a bordo della Saulus i due figli del capitano di Ctefo chiesero di vedermi, si calmarono solo quando seppero che stavo parlando con il Vasilus.
Era davvero molto diverso da colui che avevo conosciuto al mio arrivo su Orissia: era meno elegante, meno retto ma senza dubbio più umile.
Nel suo studio egli mi guardava seduto e umile.
"Sibilla non vuole vedermi vero?" chiese.
"Eccellentissimo.... le puoi dare torto?" domandai.
Abbassò lo sguardo e sospirò.
"Ho fatto in modo che non corra altri pericoli mentre sarà su Ctefo- mi porse un oggetto molto conosciuto, un grosso cilindro color oro di trenta centimetri- a te conferisco la gedda, il sacro sigillo che ti darà libero accesso a tutte le regioni del Gran Reame."
"E così potrai sapere sempre dove sono" dissi prendendo l'oggetto tra le mani.
"Non ti seguirà nessuno, lo giuro. Forse ti preoccupi di Sarinus? Lui non vuole che tu fallisca... gli ho già comunicato la mia decisione finale: quando avrai compiuto la tua impresa e Sibilla sarà tua, egli diventerà il Re dei Re di Orissia.... io mi farò da parte."
Rimasi interdetto per alcuni secondi.
"Eccellentissimo Merus.... ritieni tuo figlio pronto?"
Lui mi guardò e disse: "No! Ma io non posso più essere il Vasilus... e poi tu potresti metterci molto tempo prima di ritrovare gli occhi di Oromio e raggiungere l'altro obbiettivo. Forse mio figlio sarà pronto ad essere Vasilus quando tu lo sarai per essere Imperatore."
Feci un inchino.
"Che la pace sia con te eccellentissimo Vasilus Merus" dissi.
"E con il tuo spirito" mi rispose Merus prima che io uscissi.
Andai alla piattaforma dove la mia navetta mi aspettava per portarmi sulla Saulus. Lungo il percorso avvenne uno dei momenti più importanti della mia vita.
Usilla Terulea, la levatrice di Sibilla, era appena apparsa da uno dei corridoi.
"In partenza?" chiese.
"Per ottimi motivi" le dissi.
Si guardò intorno, osservò le guardie che mi sorvegliavano da lontano.
"Prendi questo e osservalo quando sarai solo" disse dandomi un oggetto molto prezioso: una piccola scheda di memoria. La sua mente mi disse che ne aveva dato uno simile a Sibilla.
"Ti servirà a capire cose che non devo spiegarti io. Non provare a leggermi i pensieri, so come evitarlo."
In effetti la sua mente diceva solo "Logoteti".
"Ne saprò qualcosa dunque?" le chiesi.
"Solo ciò che devi imparare" disse lei prima di andarsene con un inchino. Mi aveva augurato buona fortuna. Usilla Terulea ebbe un ruolo preziosissimo nella mia vita eppure quella fu l'ultima volta che la vidi.
Incontrai Sibilla nell'anticamera che dava alle piattaforme, mi guardò con un leggero sorriso. Avevamo qualche minuto per salutarci.
"Ti prometto che andrà tutto bene" le dissi.
"Sicuro?"
"È tutto organizzato.... Ctefo non è Orissia ma.... credo che ci starai bene" dissi.
"So che sarà così... io non sarò mai più in grado di vivere qui... Orissia non è più il mio mondo ormai."
L'abbracciai, la strinsi forte un'ultima volta prima di salutarla.
"Presto andremo a casa" le dissi.
"Saprò aspettare, ma non metterci troppo" mi disse.
Ci incamminammo verso la piattaforma, la osservai salire sulla sua navicella, c'era mezzo Surif a sorvegliarci ed era meglio mantenere un basso profilo.
"Ancora per poco" mi dissi.
La mia navicella era molto comoda, abbastanza perché potessi leggere in pace il testo nella scheda lasciatami dalla Terulea.
Era una specie fiaba, una storia che avevo già sentito ma con una versione differente da quelle che conoscevo.

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora