Una promessa sul Nucleo

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Quando mi risvegliai ero nel mio alloggio sulla Saulus, mi misi seduto e piansi, un pianto nervoso, uno sfogo.
"Stai bene?"
Mi voltai, Sibilla era lì, nella stessa stanza, si era appena alzata da una sedia posta accanto al letto.
"È vero?"
Lei abbassò il capo.
"Oh no- dissi io- è accaduto veramente. Sileus è morto."
Sentii la mano di Sibilla sulla mia spalla.
"Mi dispiace- disse- mi dispiace tanto."
"Io l'ho sentito...come quando è morto mio padre ma questa volta è stato qualcosa di più forte...di più grave...Che cosa è successo dopo? Quanto...?"
"Io ho cercato di contenere la tua energia, altrimenti credo che il Palazzo Arancione sarebbe crollato. Molti hanno pensato ad un terribile terremoto improvviso...qualcuno dichiara che tutti i mondi dei Valeriani hanno tremato per la morte dell'Imperatore. Sei rimasto privo di conoscenza solo per un giorno, ma abbiamo preferito che tornassi qui sulla nave."
Sospirai e la guardai.
"Devo parlare con gli altri...è necessario che io parta."
"Dove vorresti andare?"
"Su Rovia, io sono il Coimperatore, devo tornare sul mondo capitale il prima possibile!"
Sibilla si alzò e suonò un campanello.
"In realtà siamo già in viaggio verso il confine...mio zio ci sta accompagnando con la sua nave...si è reso conto che è il caso di chiudere i confini."
In quel momento Mirus e Leriano entrarono nella stanza. Erano lieti di vedermi sveglio ma allo stesso tempo sconvolti quanto me.
"Si sa chi è stato?"
Mirus sospirò e poi rispose: "Sembra sia stato un gruppo di estremisti che proclama la rinascita della Repubblica, hanno bombardato Ottalia con testate nucleari sganciate da navi cargo. Il Magister Classes Gulnius è intervenuto e i pretoriani stanno combattendo i ribelli...ma sembra che ci siano scontri anche tra i civili."
"Le notizie sono molto confuse...in realtà non sappiamo cosa sta davvero succedendo a casa" disse Leriano.
"Dopo un solo giorno non posso di certo pensare di avere notizie certe- dissi- voglio che sia attivato il faro tachionico, devo avere notizie e so a chi chiederle."
Scrissi tre messaggi da trasmettere con urgenza al Pontefice, a mia nonna e a Gulnius, in ognuna chiedevo notizie e promettevo il mio arrivo il prima possibile. Quanto avrei voluto disporre subito di ciò che io e Leriano stavamo progettando, mi sarebbe stato utile, anche se su Rovia non avrei potuto fare niente in quel momento.
Mi diressi al caput dove il capitano mi consegnò un rotolo di cardonite flessibile su cui era appena stata stampata una risposta per me. Mi sedetti sul mio seggio, in cima al soppalco del caput e lo lessi con Sibilla al mio fianco.

"A sua signoria Octopon Vandor Caros Aedifus Sileus, le mie condoglianze. Tutto ciò che posso dirvi è che, dopo il vile assassinio dell'Imperatore, i traditori hanno preso d'assalto il mondo capitale cercando di prenderne il controllo. In questo momento il Magister Classes, al comando delle truppe dei pretoriani e di alcune legioni giunte in supporto sta tentando di fermare il loro impeto ma non è certo che ciò sia possibile. So che i legionari hanno prelevato l'Imperatrice con l'intento di portarla in un luogo sicuro insieme a diversi membri del Senato anche se non so dove. Il console Garrinus era stato fatto prigioniero dai traditori ma i pretoriani lo hanno liberato e condotto presso il Magister Classes. Al momento egli è la massima autorità politica presente su Rovia, in quanto sembra che il console Orgonius sia morto durante il bombardamento di Ottalia, anche se non posso affermarlo con certezza. Gli scontri armati si stanno svolgendo anche a Vandorra. Il Senato ha dichiarato lo stato di emergenza e al momento è riunito su alcune navi in orbita su Scauron. Anche alcuni membri del Concistoro sono stati fatti evacuare, poiché i ribelli si sono dimostrati particolarmente violenti anche nei riguardi dei membri del clero. Io mi trovo nel Palazzo Apostolico e non intendo lasciare il mio posto, prego per lei, signoria e Coimperatore. Spero che il vostro ritorno avvenga presto, perché il popolo roviano ne ha un gran bisogno, ora più che mai. Annuncerò nei canali a me disponibili che state dirigendovi verso la patria.
Vi sostengo con le mie preghiere e tutta l'influenza che esercito. Il Redentore salvi l'Impero!
Igniatius CCXVI Pontifex Maximus."

"Capitano- dissi dopo aver richiuso il rotolo- quanto ci vorrà per arrivare su Rovia?"
"Non possiamo arrivare al sistema Cocitus prima di almeno tre mesi, vostra signoria" disse lui.
"Aggiornatemi per favore; il Vasilus ci sta seguendo?"
"L'ammiraglia orissiana ci sta scortando con altri cinquanta galeoni dei Diecimila. La corte del Vasilus Merus si è trasferita sull'ammiraglia in quanto il sovrano vuole sovrintendere di persona lo schieramento difensivo lungo i confini del suo regno, anche la Ualla ci segue signoria" disse il capitano.
Notai qualcosa in lui e nel resto del equipaggio: certo Sileus era morto e ora...mi guardavano con una certa espressione.
"Contattate l'ammiraglia- dissi- comunicate che mi sono svegliato e che ringrazio il Vasilus della sua scorta."
"Immediatamente vostra signoria" disse il capitano.
Mi alzai di nuovo e osservai i miei amici e Sibilla che mi guardavano da lontano. Avevo bisogno di loro, in quel momento più che mai.
Mi avvicinai, ma loro erano già pronti.
"Credo che Ironor Robbius sarà un alleato prezioso" disse Mirus. Sapeva che gli avrei chiesto di contattarlo per me e oltre a lui anche altri ufficiali con cui Mirus aveva stabilito dei contatti in passato. Leriano mi avrebbe aiutato a monitorare la situazione, ma stando alle notizie che aveva raccolto per il momento il conflitto sembrava concentrato solo su Rovia. Sibilla mi avrebbe aiutato in altri modi.
Non mi potevo comportare come avevo fatto alla morte di mio padre.
Avvisai l'equipaggio di ciò che stavo per fare. Entrai nel mio alloggio e aprii quel fagotto che ogni Roviano si porta dietro sperando di non dover aprire mai, ne presi il mantello nero che portai nella cappella di bordo dove Sibilla mi stava già aspettando. Chissà cosa ne era stato del corpo di mio nonno? Sperai di poterlo seppellire un giorno, ma non mi era impossibile dirgli addio.
"Grazie per non avermi lasciato solo" dissi a Sibilla.
"Così come io ringrazio te" mi rispose.
Accendemmo un fuoco su un braciere al centro della cappella, sotto al Simbolo. Lì indossai il mantello nero e mi misi il cappuccio, osservai le fiamme e aprii le mani. Il Canto della Creazione si fece più forte, più vivo, come quel fuoco e seguiva il ritmo delle mie parole, la mia preghiera.

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora