Il festino di un re, la marcia dell'Imperatore

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Il generale Pauero, dell'esercito reale adokese, era pronto a morire. Gli era stato insegnato che sin dal momento del concepimento ogni uomo è pronto a morire. Essendo nato in una famiglia di soldati lui era particolarmente preparato a quel destino. Pauero era sopravvissuto a cinque guerre, tre contro i Roviani. Era sempre sopravvissuto, ormai temeva che avrebbe deluso i suoi antenati morendo di vecchiaia, invece l'Imperatore Caros era in vista e quel giorno, nell'orbita di Menfi, gli avrebbe dato l'onore di sacrificarsi per il Jaffà.
Pauero non aveva mai visto una flotta come quella; sembrava una nube immensa che aveva oscurato le stelle. Il sacerdote gli aveva ordinato di tenere a bada l'avanguardia roviana per dare il tempo alla corte di Menfi di fuggire.
Pauero era pronto a morire e finalmente lo avrebbe fatto con onore.

Cinquanta navi adokesi spararono contro le cinquecento navi alfiere che volavano verso di loro. Alle spalle di quella immensa flotta trecento grandi navi rettangolari che i legionari avevano progettato per l'invasione planetaria, molto aerodinamiche e veloci.
Gli alfieri bombardarono con nuclei rossi gli Adokesi che furono presto circondati, i legionari non ebbero pietà e li massacrarono tutti. Quelle navi servivano solo a dare un po' di tempo per permettere alla grande nave da trasporto di allontanarsi dal pianeta Menfi, un mondo verde e azzurro, con città fortificate e idoli raffiguranti gli dei di Adok che orbitavano intorno ad esso.
Quei soldati adokesi erano davvero coraggiosi, mi dispiaceva vederli morire inutilmente.
Io ero sulla Cor Fidelis, in arrivo con il grosso della flotta che stava occupando quel sistema. Fui messo in contatto con il tribuno che aveva guidato l'assalto. Il suo ologramma apparve davanti a me che ero seduto sul mio trono nel caput della Cor Fidelis.
"Ebbene?" chiesi.
"Il pianeta è sicuro e le truppe di terra stanno occupando le città Imperatore. Ma il sacerdote che comandava Menfi sta tentando la fuga. Ho mandato un drappello di alfieri per  catturarlo."
"Richiamali tribuno, voglio che tutte le forze disponibili si concentrino nel prendere il controllo di Menfi. Che vadano e raccontino cosa sta succedendo qui... tanto sappiamo dove stanno andando!"
In effetti lo sapevamo bene: tutti coloro che l'immensa armata dell'Impero sconfiggeva fuggivano verso il pianeta Adok in cerca di riparo presso il Jaffà. Ad ogni battaglia il dominio del mio nemico si restringeva e i capi dei vari pianeti fuggivano verso il mondo capitale.
Sul pianeta Adok arrivavano molti a cercare protezione mentre il popolo di quel mondo non si rendeva conto del fatto che l'Impero stava arrivando e che i suoi giorni erano finiti.

Il sacerdote Morokoss, ex signore di Menfi, arrivò su Adok una settimana dopo la conquista del pianeta, mi venne raccontato quello che accadde. Probabilmente molte leggende sono sorte intorno a quegli eventi, Lettor, io ti riporterò quanto mi venne riferito, anche se molto di esso probabilmente è già mito.
Morokoss viaggiava verso il pianeta Adok trasportando le sue reliquie e i tesori del suo pianeta che aveva preferito alla sua gente.
L'avidità aveva distrutto gli Adokesi e gli dei fatti di metallo, sordi e ciechi non potevano fare nulla contro il milione di navi legionarie che io e i miei generali stavamo conducendo contro di loro.
Arrivato in orbita accanto ad Adok il sacerdote Morokoss chiese di essere messo in contatto con il Jaffà, ma sullo schermo davanti a lui, nella sua cabina sulla grande nave, apparve il volto di un uomo con un volto magro e un'espressione seria.
"Visir Apino- disse il sacerdote sorpreso- speravo di..."
"Cos'è successo Morokoss?"
La voce del gran visir era molto forte, usava un tono severo.
"Siamo stati attaccati. Menfi è caduto..."
"Com'è possibile? Gli dei ti hanno abbandonato?"
Incredibile come quel visir riuscisse a scherzare anche in quella circostanza.
"Devo fare rapporto al Jaffà immediatamente" disse il sacerdote.
"In questo momento non è possibile, è occupato in affari di estrema importanza per il Regno."
"Cosa? Ma vi rendete conto di cosa sta succedendo? Rovia ci ha mandato contro un esercito più numeroso del nostro popolo... su Menfi le loro navi erano così tante che hanno oscurato le nostre stelle. L'esercito roviano è numeroso e potentissimo... potrebbe essere su Adok da un momento all'altro... forse anche tra una settimana... come potremo difendere il nostro mondo allora?"
Stando a quello che mi venne raccontato il sacerdote scese sul pianeta e venne messo in catene per aver abbandonato il suo pianeta.
Il giovane Jaffà Mursilli passava tutto il suo tempo a banchettare e a godere di piaceri del suo grado. Mi faceva molta pena perché non si rendeva conto di cosa stava accadendo.

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora