Un consiglio per un anniversario

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"Ancora a scrivere quelle memorie?" chiese Sibilla.
Caros si voltò di scatto, sua moglie era sempre la sola in grado di coglierlo di sorpresa. Si strofinò gli occhi rendendosi finalmente conto di quanto fosse stanco. Vedere Sibilla però era sempre una fonte di energia per lui, specie dopo dieci giorni di lontananza.
"Già...e tu? Fatto un buon viaggio?" chiese l'Imperatore.
"Terribilmente noioso...ma comunque produttivo."
"I ragazzi come stanno?"
"Si sono divertiti e hanno voglia di rivederti."
Caros si rialzò per abbracciare sua moglie mettendo da parte quel suo libro per una volta.
"E qui? Com'è andata la conferenza?"
Caros sospirò.
"Quei vecchi tromboni e la loro burocrazia...meno male che la Banca è stata già formata...Quindici anni...perché ci vuole sempre così tanto per consolidare ciò di cui gli uomini hanno bisogno?"
"Sono anni che ti fai questa domanda mio caro e... non sei stanco di tutta questa filosofia? Non è che hai messo anche nel tuo libro queste digressioni vero?"
Caros abbassò lo sguardo leggermente imbarazzato.
"Non avrai molti lettori" disse l'Imperatrice accennando una risata.
"Chi lo vuole leggere lo merita...anche se devo dire che ho deciso di semplificare qualche passaggio. Sto rivedendo il capitolo in cui descrivo il mio primo incontro con il Pontefice Adlor. Ti ricordi di lui?"
Sibilla abbassò lo sguardo.
"Mi ricordo cos'è successo dopo- disse- e il perché non ti piace parlarne."
"Ma è importante che i posteri lo sappiano, a loro il giudizio. Tranquilla non ci sono dettagli riguardo a ciò che stavi facendo tu."
"Lo racconterò quando lo riterrò opportuno. Piuttosto, non sei troppo stanco vero?"
"Per te non sono mai stanco...ma a cosa ti riferisci?"
"Abbiamo un dovere da compiere, tu...sai che giorno è oggi vero?"
Ecco uno dei momenti in cui il potente Octopon Vandor Caros, Summanus et Imperator, avrebbe voluto essere capace di  leggere la mente di sua moglie.
"Andiamo...lo senti?"
Caros doveva essere davvero stanco per non aver percepito prima la mente del segretario che stava per bussare alla porta del cortile.
"AVANTI!"
Caros adorava la perplessità dei sottoposti che si sentivano ordinare di entrare ancora prima di bussare, anche più di quanto detestava la loro presenza negli appartamenti privati della sua famiglia. Fece il suo ingresso un timido ometto dalla pelle blu con la toga marrone dei pubblicani, tanto utile quanto fastidioso quel Bolanus, inopportuno e opportunista proprio come ogni burocrate del suo stampo.
"Ave Summani- disse Bolanus- Bentornata Summana serenissima. Siete pronti?"
Il contenuto della sua mente fece venire di nuovo a Caros la voglia di strofinarsi gli occhi.
"Celebrazione al Senato per l'anniversario dell'incoronazione" disse sofferente al pensiero del Padiglione dei Meli pieno di senatori, magistri, generali, politici, cardinali e altri pomposi imbecilli capaci solo di essere terribilmente noiosi e opportunisti.
"L'avevi dimenticato?" chiese Sibilla.
"Tu resta pure qui- disse l'Imperatore- almeno tu risparmiatelo..."
"No, sai che dobbiamo essere sempre insieme. Siamo ascesi entrambi quel giorno e quindi dobbiamo reggerne il peso insieme. Ma non ricordi anche cos'altro vuol dire?"
Caros ripensò al giorno in cui il suo Impero era iniziato e a cosa corrispondeva. Fece un gesto al pubblicano che capì di doversene andare con tre inchini e camminando all'indietro.
L'Imperatore alzò la mano destra e il suo potere recuperò e gli portò dall'interno della villa lo scettro che Sibilla gli aveva donato molto tempo prima.
"Buon compleanno amor mio" disse voltandosi verso di lei.
Sibilla gli prese il braccio e lo baciò.
"Buon compleanno mio buon Scrittor" rispose.
Si incamminarono verso i mezzi di trasporto del Palazzo Centrale. Caros non aveva smesso di odiare con tutte le sue forze il Padiglione dei Meli, però aveva anche promesso di conservarlo e di usarlo. Era come i pubblicani: insopportabile ma fastidiosamente utile.
La macchina li trasportò verso la zona del Padiglione, ma non si fermò lì. Quando Caros se ne accorse era troppo tardi.
"Perché la terrazza settentrionale?" disse l'Imperatore.
"Non hai sempre detto che ti piaceva molto il paesaggio da qui?"
In effetti era vero, ma ancora non aveva capito...chissà perché?
La cosa fu chiara quando arrivò un'eco...una traccia emotiva di quel bischero.
"No...si è avvicinato troppo! Ma perché deve sempre rovinare tutto?" disse Sibilla demoralizzata.
"Lo conosci- rispose lui- è ubriaco come al solito."
Avrebbe voluto farle percepire quanto la riteneva speciale ancora dopo tanto tempo.
Leriano fu il primo degli amici e dei parenti per quella bella e tutt'altro che noiosa e sovraffollata festa di compleanno.
Caros e Sibilla festeggiarono così in pace e tranquillità i loro cinquantasette anni di età, mentre tutti i duecento milioni di mondi i 27 anni del loro Impero.
"Come va quel libro..."Le memorie dell'Imperatore" amico mio? Lo aspettiamo da troppo!" disse Mirus.
"È a buon punto...ma c'è ancora molto da rivedere. Intanto...buona serata Lettor!"

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora