La corsa reale

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Premetti il pedale che attivava i motori e partii a tutta velocità con il propulsore principale. Vlad era stato più veloce di me e aveva un secondo di vantaggio.
Dovevo recuperare senza sbandare, cosa molto difficile con quei comandi ma riuscii a non perdere terreno, non osservavo Vlad, mi concentrai sugli anelli davanti a me. Se avessi sbattuto contro una di quelle strutture a quella velocità sarei sicuramente morto.
Passai i primi anelli i cui fari divennero da rossi a verdi dopo il passaggio di Vlad. Passata la prima struttura avevamo lo spazio aperto davanti a noi, fu l'occasione per ridurre le distanze, ad un certo punto eravamo uno accanto all'altro.
Da lontano vedemmo la seconda serie di anelli che si muovevano posizionandosi verso l'alto. Rallentai prima dello Jarl e così mi posizionai sotto il primo anello e, mantenendomi sul piano iniziale, avviai i propulsori ventrali per salire. Vlad dovette fare dietro front per rientrare sugli anelli e partire in verticale. Io ero al centro della struttura e lo Jarl non poteva superarmi. Appena ebbi superato l'ultimo anello partii a tutta velocità mentre Vlad dovette orientarsi di nuovo prima di trovare il piano giusto.
Riuscii a mantenere il vantaggio anche nella fila successiva di anelli, ma dopo dovemmo fare una curva per passare sulla zona del pianeta in cui si trovavano gli anelli successivi. Vlad riuscì a superarmi ma aveva pochissimo vantaggio. Gli anelli che avevamo davanti ci avrebbero costretti a zigzagare per superarli tutti. A quanto pareva avevo i riflessi più pronti dello Jarl perché accumulai un grosso vantaggio uscendo da quella serie di cerchi prima di lui.
Eravamo molto vicini all'ultima serie di cerchi, quella ci avrebbe costretti a delle difficilissime giravolte e voli a spirale, ma alla fine c'era il traguardo.
Dovevo rallentare, non ero sicuro di farcela, ma sapevo che se avessi fallito tutto quello che avevo fatto fino a quel giorno da quando ero nato sarebbe stato inutile.
Ero dentro la serie, riuscii a roteare e a passare dal primo al secondo anello, gli altri erano più lontani. Ero in testa e Vlad accelerò violentemente nel tentativo di superarmi, ma dovendo rimanere dentro il percorso finì per venirmi addosso. L'urto fu molto violento ma per fortuna ero stato colpito di striscio, potevo proseguire. Mancavano due anelli, ormai avevo vinto.
Mi fermai... il Canto della Creazione sembrava opporsi con delle note molto acute, sentivo angoscia intorno a me; qualcosa non andava, non potevo vedere dietro di me, così voltai la navicella per vedere.
La navicella di Vlad era alla deriva, doveva essersi danneggiata molto gravemente e l'anello contro cui aveva impattato era esploso e aveva scatenato una reazione a catena che stava scagliando diversi detriti contro di lui.
Feci una virata per uscire dal percorso degli anelli e rientrare alle spalle di Vlad. C'era poco tempo ma abbastanza perché notassi una macchia bianca sotto l'orecchio del fenrir riprodotto sulla fiancata della sua navetta. Premetti in avanti i comandi e iniziai a spingere la nave dello Jarl verso la sola direzione possibile. Superammo l'ultimo anello e arrivammo ad almeno venti chilometri dal luogo dell'esplosione prima di fermarci.
I Vagnar furono efficienti nel mandare una nave a recuperarci entro pochi minuti. Il rientro alla stazione d'arrivo era impossibile a causa dei danni alla nave di Vlad.
La nave che ci recuperò era un dragone dalle grandi ali che ci agganciò e ci portò a bordo sul pianeta depositando le due navicelle su una piattaforma vicino al Palazzo del Popolo.
Appena il dragone si fu allontanato io aprii la mia cabina e uscii dalla navicella. Sentivo confusione e dolore: Jarl Vlad era ferito e intontito. Feci scattare la sesta dea destra e tagliai il blocco della capsula; lo Jarl stava soffocando, il sistema dell'aria era danneggiato e il pilota svenuto per mancanza di ossigeno. In quel momento fui colto di sorpresa dai soccorritori giunti sul posto che portarono immediatamente Vlad presso la struttura medica più vicina.
"Mai visto niente di simile- disse Ergesius appena giunto accanto a me- se ne parlerà per anni."
"Sto bene grazie" dissi io ansimando.
"Chiedo scusa Ottimo Caros...lasci che la aiuti" mi disse prendendomi il braccio mentre ci allontanavamo dalle navicelle. Altri vennero ad aiutarmi mentre il vescovo si avvicinava per assicurarsi che stessi bene.
Anche io feci un giro in ospedale, ma sapevo bene che a parte la fatica non avevo niente di cui preoccuparmi, almeno dal punto di vista fisico.
Quella sera seppi che lo Jarl stava bene ed era pronto per la riunione per decretare il vincitore. Gli Jarl e gli altri capi si radunarono al Palazzo del Popolo. Io e Jarl Vlad eravamo in piedi accanto al vescovo sul palco della sala delle assemblee mentre il popolo osservava tutto in diretta da ogni mondo del territorio dei Vagnar.
"Come avete visto- disse il vescovo quando gli venne data la parola- malgrado l'incidente occorso la sfida è stata compiuta nel totale rispetto del codice e delle regole della corsa degli anelli. È davvero da lodare il valore dimostrato dal re e Coimperatore Caros durante questa vicenda- ci fu un grande applauso e io sentivo che lo Jarl si vergognava di ciò che era successo- tuttavia...come prevede il codice di gara, la prima nave ad aver superato l'ultimo anello è stata quella dell'illustre Jarl Vlad che perciò...in base al codice della gara...egli è dichiarato ufficialmente vincitore."
Un applauso poco sentito, un dolore al mio cuore. Il vescovo era addolorato ed Ergesius quasi disperato.
Lo Jarl si fece avanti e disse: "Ho vinto la sfida, di conseguenza io reclamo il mio diritto di far valere il mio volere su quello del re."
Gli altri sei Jarl si alzarono gridando contro il loro collega.
"IO RIVENDICO IL MIO DIRITTO! HO VINTO E CHIEDO CHE IL NOSTRO POPOLO SI DIFENDA INVECE DI ANDARE IN GUERRA! LA LEGGE ME LO PERMETTE ED IO LO IMPONGO!"
Era così, la legge dei Vagnar diceva che Jarl Vlad aveva vinto la sfida perché il suo vascello aveva tagliato il traguardo e aveva il diritto di impedirmi di portare l'armata dei Vagnar in soccorso dei Sileiani.
Gli Jarl erano indignati e accusavano di vigliaccheria e ingratitudine il loro collega. Dovevo fare qualcosa.
Mi avvicinai al pulpito e chiesi il silenzio.
"Illustrissimi Jarl vi prego di mantenere la calma e l'ordine. Io vi ringrazio della possibilità che mi è stata data da tutti voi però non posso essere causa di discordia tra voi. La legge va rispettata e voi dovrete attenervi al diritto di Jarl Vlad. Con i miei ringraziamenti e i miei rispetti io ora vi lascio per andare a salvare gli altri popoli che fanno parte della nostra unità e che ora stanno soffrendo le conseguenze del tradimento. Vi auguro ogni bene gente di Vagnar...io vado a combattere la guerra delle nostre vite."
Mi ritirai mentre gli Jarl gridavano contro Vlad mentre mi ritiravo.
Ergesius venne nel mio attico per aiutarmi a fare i bagagli.
"Ottimo Caros- disse- non è ancora finita. Con i capitali della Bolla Colchide sarà possibile assoldare mercenari del Nucleo e corsari...ci potrebbero essere moltissimi mondi in cui possiamo trovare degli alleati..."
"Non c'è tempo per questo- dissi dopo aver consultato l'Occhio dell'Eternità- i Sileicidi stanno ricevendo rinforzi dal Regno dei Soli Allineati, presto avranno forze sufficienti per assaltare la flotta di Gulnius e prendere Rovia. Devo andare adesso!"
"Ma siamo sicuri che i legionari non interverranno?"
"Non finché qualcuno non dimostrerà di avere il carattere del vero Imperatore altrimenti si rassegneranno ad aspettare ancora."
Prima che Ergesius potesse chiedermi cosa volevo dire il vescovo Brunig entrò dopo aver chiesto di parlarmi.
"Sono desolato per come si è conclusa questa storia" disse.
"La legge va rispettata" dissi io.
"La questione è molto più seria. Se gli assassini dell'Imperatore vinceranno e i legionari li seguiranno...per allora non saremo difendibili. Vi prego di insistere maestà, di pretendere che gli Jarl rispettino i loro voti."
"Se esigo che questo popolo vada contro le sue tradizioni allora non sarei diverso dagli assassini di mio nonno. Quale che sia il motivo non posso trascinare questa gente in guerra specie se non ne ho l'autorità."
"Ma altezza...Jarl Vlad ha ottenuto l'autorità di ostacolare il desiderio del re, ma se gli Jarl decidono di partire per un'impresa allora ne hanno il diritto!"
"E perché dovrebbero?"
"Per bottino, difesa e perché lo chiede il nuovo Fondatore!"
Eccolo lì, il nuovo Fondatore. Mi vedevano come una sorta di profeta e per questo volevano seguirmi malgrado i rischi.
"La legge va rispettata- dissi- e io non ho tempo di aspettare. Il nemico si sta mobilitando e in quanto Coimperatore ho il dovere di raggiungere il fronte immediatamente."
Il vescovo era rammaricato ma allo stesso tempo era molto ammirato dal mio rispetto per la legge dei Vagnar.
Mi preparai per andarmene e chiesi di poter usare un vascello privato del re, sapevo che Gulnius aveva radunato le sue forze su Numa mentre Robbius aveva mobilitato le sue forze intorno ad Ecton. Si stava cercando di tenere il conflitto fuori dalla Provincia Imperia e lontano da Rovia che per il momento era in mano ai Sileiani, ma i disordini e le tensioni erano presenti in tutto l'Impero. La guerra era però molto strana sotto certi punti di vista: i legionari e le loro potentissime navi continuavano a pattugliare i confini e le provincie stroncando ogni ribellione e molestia contro i civili, ma non interferivano con le basi e le forze delle due parti e nemmeno toccavano le navi straniere che andavano a rinforzare il nemico. Ancora non sapevo chi era effettivamente il capo dello schieramento nemico, era necessario capirlo in qualunque modo.
Scesi all'ingresso del Palazzo del Popolo deciso a fare il mio dovere anche se ero deciso a fare di tutto per difendere l'eredità di Sileus anche senza un esercito.
Quando arrivai all'ingresso con Ergesius a seguirmi come un cagnolino impaurito. Fu molto più sorpreso di me quando vide gli Jarl ad aspettarmi. Il vescovo si fece avanti sorpreso e lieto almeno quanto me e stando alle menti di quelle persone c'era una grande folla fuori dal palazzo e in tutto il pianeta.
Uno degli Jarl si fece avanti tenendo in mano uno strano bastone con una croce sul suo vertice.
"Io, Jarl Brod di Vagnar, seguirò con le mie forze il re in guerra contro gli assassini del nostro Imperatore! Lo faccio perché lo decido ed è mio diritto!"
Un altro Jarl si fece avanti e ricevette il bastone.
"Io, Jarl Ragnok di Vagnar, seguirò con le mie forze il nuovo Fondatore in guerra contro i nemici del Redentore! Lo faccio perché è mio dovere e mio diritto e così gli uomini e le donne della mia tribù e della mia famiglia!"
Un altro Jarl afferrò il bastone con un braccio meccanico.
"Io, Jarl Thora di Vagnar, seguirò con le mie forze il re in guerra per la gloria, la fortuna e la giustizia! Lo faccio perché è il desiderio mio e della mia gente!"
Uno Jarl con un occhio artificiale prese lo scettro.
"Io, Jarl Wotan di Vagnar, seguirò con le mie forze il nuovo Fondatore in guerra contro gli adoratori di Zedub e dei Mattoni senz'anima. Lo faccio perché è mio dovere ed è decretato dove si può ciò che si vuole!"
"Io, Jarl Zagrog di Vagnar, seguirò con le mie forze il nuovo Fondatore in guerra contro gli assassini della storia e della tradizione. Lo faccio perché è mio dovere e mio diritto!"
"Io, Jarl Svenn di Vagnar, seguirò con le mie forze il re in guerra contro chi minaccia il nostro popolo. Lo faccio perché voglio proteggere la mia gente ed è mio diritto!"
Si fece avanti Jarl Vlad, completamente rimesso. Non prese lo scettro, mi guardò e mi disse: "Verrò con te se mi prometti che il mio popolo non dovrà pentirsene."
Appoggiai il mio bagaglio a terra e gli risposi: "Vi assicuro che questo è esattamente ciò di cui c'è bisogno oggi. Di certo moltissimi di voi moriranno e forse anche io, ma è la cosa giusta da fare...è una questione di fede!"
Vlad non era convinto, ma dopo ciò che era successo sentiva di non avere altro modo per liberarsi della vergogna. Prese il bastone e me lo diede.
Sette giorni dopo osservavo l'abisso davanti a me sulla grande ammiraglia di Jarl Vlad. Ergesius scriveva con grande entusiasmo e dedizione tutti i dati, i nomi e le cifre delle sedicimila navi da guerra con cui mi stavo muovendo verso il fronte.
Avevo mirato bene e, come il Fondatore aveva detto, adesso avevo il mio esercito.

  

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora