Tutte le strade dell'Impero

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Tornare al lavoro non fu facile come si può immaginare, ma da quando era nato nostro figlio io e Sibilla ci sentivamo pervasi da un'energia nuova, anche gli staffieri, i pubblicani e i dignitari notarono l'umore molto migliorato, specie in me. Cercarono di approfittarne naturalmente, ma non mi feci fregare.
Appena rientrato comunque c'era molto di cui dovevo occuparmi: Merus Lyriano e sua moglie erano dovuti ripartire per il Gran Reame, mentre la loro figlia sarebbe rimasta con noi per qualche altro tempo, intanto il Vasilus Sarinus aveva chiesto un colloquio e si doveva trovare il pianeta adatto in cui fissarlo. Sarebbe stato il primo incontro tra il Re dei Re di Orissia e l'Imperatore di Rovia, non si poteva rifiutare.
Sibilla aveva deciso di ritirarsi dai doveri dello Stato per qualche tempo in modo da essere sempre vicina al piccolo principe.
No... credo di aver usato il termine sbagliato... se solo me ne fossi reso conto subito.
Ad ogni modo, durante una riunione ordinaria del Senato, un mese dopo il rito della presentazione di Merus, venne sollevata la questione.
Ero al mio posto, sul trono bianco e rosso, quando uno dei senatori prese la parola facendo risuonare la sua voce in tutta la Cappella della Memoria.
"Illustrissimi membri del Senato, vi propongo, con umiltà e rispetto, di riconoscere al nostro Imperatore un encomio speciale, per la fondazione della sua nuova dinastia!"
Alcuni senatori applaudirono, ma moltissimi altri rimasero seduti e mi fissarono, per poi guardarsi l'un l'altro. Non avevo pensato a quella questione.
Mi alzai prendendo la parola.
"Io ringrazio il senatore per questa generosa proposta, ma perché acclamare solo uno che ha avuto un solo figlio? Senatori, io vi chiedo un'acclamazione e un pubblico riconoscimento per tutti coloro che diventano genitori, rendendo sempre più vasto, splendido e potente il nostro giovane Impero."
L'applauso fu più diffuso questa volta, ero riuscito ad uscirne per il momento, ma erano in agguato altri tempi difficili per la mia patria e la mia famiglia.
Finita quella riunione Garrinus mi sussurrò: "Bella mossa, ne sei uscito bene!"
"Per adesso- dissi- si avvicina una nuova tempesta temo."
"Malgrado tutto i Roviani si ricordano ancora della Repubblica e molti di loro conservano l'odio per l'idea di un monarca a cui succede il figlio, mentre molti che vogliono approfittare del cambiamento ti forzeranno la mano d'ora in poi. Devi chiarire la questione e presto."
"Cosa credi che avesse in mente mio nonno?"
Garrinus sospirò.
"Lui voleva addestrare te per essere il suo successore... probabilmente confidava in te per risolvere la questione."
Questa è stata la questione più difficile che abbia mai affrontato in tutta la mia vita Lettor: la successione.
Mentre ci incamminavamo per lasciare la Cappella della Memoria, il Maggiordomo Palatino ricevette un messaggio, un ologramma apparve tra le sue mani, uno schermo.
"Ma guarda un po'- disse- i servizi segreti di Oculus comunicano che il re Garrone di Pira è appena morto."
"Il re Garrone? L'ho incontrato una volta" dissi.
"Pare che sia stato assassinato e il suo figlio più giovane ha preso il suo posto; ora egli è Feretone re di Pira" concluse Garrinus.
"Gli scriverò una lettera di congratulazioni... meglio avere buoni rapporti con il capo del popolo più forte del Nucleo" dissi mentre tornavo sui miei passi.
Feci un teletrasporto veloce e mi ritrovai sul molo d'attracco sopra la Cappella della Memoria, mi aspettava la mia navetta rossa per portarmi al grande edificio rettangolare che era la sede del Ministero della Comunicazione, mentre volavamo osservai i documenti che mi avevano mandato: la nascita di Merus aveva davvero portato moltissimo entusiasmo ma anche voci preoccupate, le stesse che erano sorte quando Sileus aveva preso in mano il potere. Allo stesso tempo ammiravo il Palazzo Centrale, costruito sulla forma della stella del mio popolo; anche se ci ho abitato per tutta la mia vita non ho mai compreso appieno tutte le ramificazioni, i palazzi, le ville, i giardini, le strade, le statue e i fiumi eretti su quelle possenti mura tra il grigio e il bianco. Una volta lessi che il Palazzo Centrale era l'immagine della mente del Fondatore, l'uomo che cinquantamila anni prima aveva organizzato la mia nascita e la mia ascesa, non l'ho mai compreso fino in fondo, nessuno può conoscere alla perfezione il Palazzo Centrale, potresti passare tutta la vita a studiare ogni singolo angolo, via e stanza Lettor... la pazzia sarebbe il tuo destino. Sbarcai su una piattaforma in cima al Magisterio e vidi Ergesius corrermi incontro.
La sera rientrai nella villa mi aspettava il mio spettacolo preferito: Sibilla che mi sorrideva mentre era sdraiata sul divano della nostra stanza, con il nostro bambino tra le sue braccia.
"Com'è andata oggi?" mi chiese.
In quel momento mi ricordai di cosa dovevo parlarle e non sapevo come avrebbe reagito.
"Dobbiamo parlare" chiusi la porta.
Tre giorni dopo entrai in un bar su Meridiana, una delle città in orbita su Rovia, indossavo un mantello grigio e degli abiti comuni, ero in borghese anche se, poco lontano, si trovavano almeno una decina di Vagnar e altre guardie in borghese che mi osservavano da distante. Mi ricordò i miei primi giorni sulla Luna Azzurra e le guardie che Sileus aveva mandato a proteggermi; quella giovane cameriera tremava dopo avermi riconosciuto, lo stesso per tutti gli altri presenti, per fortuna sono sempre pochi i passanti in una città orbitale.
"Sidro di ballinia- dissi- mi sono raccomandato che fosse freschissimo. Anche se non ho mai capito come faccia questa brodaglia a piacerti tanto."
"Sempre meglio della tua cioccolata e degli zuccheri che ti faranno diventare grasso e pigro" disse Leriano alle mie spalle.
"Per tua informazione io sono sempre in esercizio e imperare brucia molto" risposi alzandomi e abbracciando il mio amico che non vedevo da troppo tempo.
"Come mai quassù? Perché non ci siamo incontrati sul Palazzo Centrale o nella bella e fresca atmosfera roviana?"
"Meglio stare in un posto più discreto... per il momento su Rovia ci sono correnti avverse da cui voglio fuggire per una giornata."
"Problemi in famiglia?"
"Non esattamente... ma ora capisco perché mio nonno non era molto trattabile. Piuttosto; il progetto?"
"Procede in maniera a dir poco perfetta, da quando è finita l'ultima guerra le risorse e la forza lavoro avanzate allo Stato posso dirti che i primi nove esemplari saranno montati intorno a questo sistema entro un mese."
Finalmente una notizia costruttiva.
"Tu sei sicuro che funzionerà?" chiesi.
La sua mente fu scatenata, in preda ad un lampo di orgoglio ed euforia.
"Io non ne sono sicuro... so da sempre che funzionerà."
Gli diedi una pacca sulla spalla, fiero di quello che era diventato.
"E allora il decimo lo metteremo ai limiti del sistema Sol. Terra e Rovia saranno così riunite per sempre."
"La copertura galattica non sarà possibile finché non ci sarà un accordo con gli Orissiani temo."
"Per il momento Sarinus ha ben altro a cui pensare... tra non molto lo incontrerò di persona. Potresti venire anche tu."
Leriano bevve un sorso di quel suo orrendo sidro e ripensò al periodo passato su Orissia, in compagnia dell'allora Principe del Fuoco.
"Non penso che mi farebbe piacere rivederlo... non mi hai mai detto che cosa ti disse dopo l'assalto al Surif."
"Ho promesso di non farlo e comunque non ti piacerebbe. Intanto ti prego di iniziare i preparativi per avviare la procedura, al Senato e nella Corporazione Mercantile ci sono moltissimi ansiosi di vedere il capolavoro che ti renderà immortale."
"Sai che non è per questo che mi do tanto da fare."
"Io non parlo dello scopo, solo delle conseguenze."
Leriano sollevò il bicchiere e disse: "Una conseguenza che tu conosci molto bene vero?"
Sollevai il bicchiere con lui.
"Alle conseguenze quindi!"
Leriano partì quello stesso giorno per Cracontos dove avrebbe preparato la macchina.
Io tornai a casa mia e mi riunii alla mia famiglia, fu una bella serata. Lo erano tutte da molto tempo.
"Non dovrebbero piangere i bambini di notte?" chiese Sibilla prima di spegnere la luce quella notte.
"In effetti Merus è molto tranquillo, ma sentendo le storie di altri genitori... non credo dovremmo lamentarci."
"Però sarebbe romantico non credi? Due genitori che cullano il bambino durante la notte, una ninnananna ripetuta quasi all'infinito..."
"Onestamente non so cosa commentare- dissi- ma hai ragione: sarebbe qualcosa da ricordare con affetto."
"Anche se, col lavoro che facciamo, le notti di sonno sono una benedizione."
Guardammo verso la culla, era trasparente e ci permetteva di vedere il nostro piccolo miracolo che dormiva, talmente indifeso ma allo stesso tempo preparato alle sfide che lo attendevano.
"Diventerà un uomo potente- disse Sibilla- figlio di due potenti dinastie."
"Avrà il diritto di scegliere che strada intraprendere, come tutti noi."
Sibilla si sdraiò accanto a me.
"Dicevi che non era sicuro che tu diventassi l'Imperatore. Aspetteremo e vedremo."
Mi sdraiai accanto a lei e la guardai nei suoi splendidi occhi.
"Gli insegneremo tutto quello che sappiamo, lo prepareremo come siamo stati preparati noi e vedrai che si dimostrerà degno agli occhi di questi popoli sui nostri mondi."
Mi accarezzò il viso.
"Aspettiamo- disse- aspettiamo allora, intanto però costruiamogli un cosmo migliore."
"Domani mattina al Senato verrà annunciato finalmente. Tutte le strade che renderanno cento milioni di mondi più uniti avranno Rovia al centro."
"Direi che è un buon inizio" disse prima di addormentarsi.
La Cappella della Memoria era traboccante di energia, emozione e attesa. Erano molti a comprendere l'importanza di quello che stava per accadere e io stesso avevo dei dubbi, ma se l'Impero voleva sopravvivere doveva intraprendere quella strada.
Garrinus stava portando a termine il suo discorso, eravamo in diretta trasmessi su tutti i mondi dell'Impero. Non lo ascoltai, io e Sibilla eravamo in cima al Soglio Imperiale e riflettevamo.
Fu Sibilla a farmi notare che Garrinus mi aveva appena annunciato.
Mi alzai, rendendomi conto di quanto fossero comodi gli abiti da Imperatore ma allo stesso tempo d'ostacolo per i miei movimenti.
Scesi sul pulpito e parlai all'assemblea. Presi un bel respiro.
"Senatori, cittadini, abitanti e militi, per opera di Sileus il Grande, è iniziata una nuova era e abbiamo combattuto per difenderla e per il diritto di edificarla. Oggi, con grande orgoglio, vi annuncio che un altro grande eroe della nostra patria, Leriano da Nichia, il Magister Artificiorum, è pronto a dare il suo contributo per assicurare un futuro al nostro grande Impero e a tutte le genti che lo abitano."
Si attivò un ologramma che rappresentava una specie di sfera, composta da quattro grandi cerchi incrociati, due grandi anelli si trovavano nei due punti in cui i quattro anelli s'incontravano, l'interno era completamente vuoto.
"La struttura che vedete è un arco astrale, ha le dimensioni del gigante gassoso più grande del sistema Sol, undici volte più grande di Rovia- dissi- e il Magister Artificiorum ha sviluppato un sistema che permette di costruirne milioni. Entro pochi anni milioni di questi strumenti si troveranno nei sistemi cardinali e in moltissimi sistemi civilizzati dell'Impero. Entro un mese nove di queste strutture saranno montate intorno al sistema Cocitus e uno al limite del sistema Sol. A cosa servono delle strutture così imponenti, vi chiederete. Molto semplicemente, sono dei portali: gli archi astrali formano dei ponti d'iperspazio di portata virtualmente illimitata. In breve, tra due archi è possibile aprire un portale che permetterà a qualsiasi mezzo di compiere il viaggio tra Terra e Rovia in meno di un secondo. Com'è possibile? Grazie all'ingegno di un uomo illuminato che ha scoperto alcuni segreti dell'universo che hanno permesso la realizzazione di questi monumenti. Lo scopo di Rovia, nei prossimi anni, sarà quello di costruire e organizzare una rete che coprirà tutto l'Ecumene. Ciò significherà viaggi più brevi, spese più basse, più commercio, più lavoro e maggiore prosperità per tutti i popoli dell'Impero. Per questo motivo noi, gli Imperatori Caros e Sibilla, ordiniamo che, tra un mese, tutti i lavoratori dell'Impero avranno un giorno libero e retribuito, in modo da potersi godere l'inaugurazione della Via Valeriana, tra Terra e Rovia. Una nuova pietra posta saldamente sul nostro nuovo cosmo."
Scroscianti applausi, alcune risate, moltissimi erano certi che non avrebbe funzionato. Per fortuna con Leriano c'era sempre la garanzia del successo.
Due ore dopo ero seduto in un chiosco, in mezzo ad un bel giardino vicino ad una terrazza. La cima della Piramide dava una splendida vista, peccato che fosse alle spalle di quelle sedici persone che componevano il Concilium Principis, il Consiglio Imperiale. I Magistri indossavano ciascuno degli abiti propri ma con una fascia rossa, erano gli unici ad essere esentati dall'indossare la toga nel Palazzo Centrale e detenevano il potere esecutivo insieme a me. Quello era il vero Imperium che, al fianco dell'Imperatore, amministrava la Res publica; non erano tutti presenti, alcuni erano presenti in ologramma, collegati da lontano, tra cui Mirus e Leriano.
"Sire- disse Silinia Arbor, la portavoce delle corporazioni mercantili e di trasporto- siamo certi che il dispositivo in questione funzionerà?"
Mi rivolsi verso Leriano.
"Certo che funzionerà. L'arco del sistema Sol è già pronto e funzionante, non appena il primo dei nove archi sarà attivo, e manca solo un mese, attiveremo il collegamento e una sonda compirà il viaggio tra Rovia e Terra, in meno di un nanosecondo, più che sufficiente a superare il Firmamento dell'Esilio."
"Ma come funziona esattamente?" chiese l'Arcicappellano Seridus, il contatto tra l'Imperium e l'Ecclesia.
"Il principio è lo stesso dei ponti d'iperspazio- rispose Leriano- la portata è molto più ampia di qualsiasi astronave perché gli archi fungono da catalizzatore, concentrando l'energia al centro dei loro archi aprendo e contenendo un ponte d'iperspazio di portata virtualmente illimitata."
"Dove si potrebbe arrivare precisamente?" chiese i nuovo la magistra Arbor.
"In qualunque punto dell'intero universo- dissi- basta posizionare un arco su Rovia, un altro ai limiti della radiazione e potremmo vedere i confini dell'universo per poi tornare indietro nello stesso giorno."
I presenti si guardarono tra di loro. Erano pieni di dubbi, Mirus era decisamente il più sicuro, ma gli altri si rendevano conto del fatto che, se avesse funzionato, le possibilità di espansione e progresso sarebbero state infinite.
"Perché ne costruiamo nove intorno al sistema Cocitus e solo uno nel sistema Sol?" chiese il Magistro Barinus, rappresentante del Congresso Informativo Imperiale.
"Una questione puramente pratica- spiegò Leriano- sarà così un po' ovunque. Ovviamente non saremo mai in grado di collegare tutti i sistemi civilizzati, ma possiamo posizionarne almeno uno nei luoghi in cui si trovano i mondi più popolosi e produttivi e almeno nove intorno ai sistemi cardinali che, come tutti sappiamo, sono i crocevia di ogni nostro viaggio da un mondo ad un altro. Lo scopo di quest'azione è garantire un traffico costante e ricco tra i nostri mondi."
"Ma come si può alimentare una macchina così imponente?"
"Le infrastrutture funzionano con regolari nuclei di fusione per le operazioni ordinarie, ma per il generatore del ponte iperspaziale abbiamo sviluppato un'elica ad energia oscura" risposi lasciando gran parte del consiglio sgomenta.
"È davvero possibile? Dovrebbe essere pura teoria."
"Siamo andati oltre la teoria- commentò Leriano con un'espressione soddisfatta- con l'appoggio di Rovia e il grande contributo degli Imperatori Sileus e Caros, le industrie di Cracontos sono riuscite a costruire questo catalizzatore in grado di generare energia sfruttando la forza dell'elemento più potente e presente nell'intero universo. Il primo prototipo dell'elica sta alimentando le industrie di Cracontos da più di un anno ormai e ha reso possibile la costruzione dei primi dieci archi."
"Ma non rappresenteranno un pericolo per nostri sistemi?" chiese l'Arcicappellano.
"No eminenza- dissi- sono strutture molto leggere, sono composti di diversi pezzi molto facili sia da costruire che da smontare. Il Magistro Leriano ha inventato una tecnologia molto simile al sistema legio per costruire gli archi."
"Ogni singolo mattone non è più grande di una nave legionaria ed è piuttosto semplice da controllare. Basterà posizionare gli archi ai limiti dei sistemi" rispose il mio amico.
"Maestà... l'annuncio fatto ha avuto un impatto davvero profondo sulla Comunitas e sulle potenze esterne all'Impero e senza dubbio aprirà le porte ad una nuova era appena sarà pronta ma... con rispetto... se il sistema non funzionasse?" chiese di nuovo Barinus, il giornalista più esperto ed influente dell'Impero.
Io e Leriano ci guardammo e sorridemmo.
"Allora io e il Magister Artificiorum faremo una grossa figuraccia" dissi.
"Inutile parlarne! Il sistema funzionerà" disse Leriano prima di scollegarsi e sparire. Probabilmente si era offeso, ma non importava, avevamo altro a cui pensare.
"Direi che questo conclude il nostro incontro- dissi- il Consiglio Imperiale si aggiorna, grazie a tutti voi. Pace a voi."
"Pace a voi, Serenissimo Imperatore" dissero tutti i presenti all'unisono prima di alzarsi e di sparire.
Garrinus mi si avvicinò chiedendo di parlarmi.
"Dunque?" chiesi. Sapevo cosa voleva dirmi, mi dispiaceva.
"Sono sicuro che sarà un successo- disse- ma vedi ragazzo mio... io sono un vecchio soldato e comincio ad essere troppo stanco."
"Per questo posto? Per essere il terzo uomo più potente dello Stato?"
"Ascolta Octopon... io ho superato gli ottant'anni ormai, ho una nipotina che non ho mai visto e non posso sostenere il peso di cento milioni di mondi ancora per molto... per favore ragazzo mio."
Era vecchio e stanco, ma avevo bisogno di lui.
"Sono disposto ad accettare le tue dimissioni dalla carica di Maggiordomo Palatino, ma a tre condizioni: aiutami con l'incontro che devo avere con il Vasilus Sarinus, solo l'organizzazione, niente di più, poi presiedi con me la cerimonia d'inaugurazione dei primi archi astrali e, infine, aiutami a trovare un successore degno di te e di mio padre per questo ruolo. Mi aiuterai vecchio amico?"
Mi sorrise, pensando che somigliavo molto a mio nonno.
"Un'idea l'avrei su chi possa prendere posto... ne parleremo più avanti. Ma l'Imperatrice è d'accordo?"
"Lei è molto grata per tutto il tuo aiuto e sta anche preparando un regalo per te. Dove passerai la pensione?"
"Me ne andrò su Asuras, da mia figlia e dalla mia nipotina, ho già preparato tutto. Sono almeno quarant'anni che non ci torno, sarà bello andare a casa finalmente."
Pensieri di malinconia ma anche di pace venivano dalla sua mente, mi chiesi se quello non era il mio futuro.
"Ti capisco- dissi- non sai quanto Maggiordomo Palatino."
"Comunque tu lo sai vero... che se quegli affari non funzionano dovrai trovare un capro espiatorio vero? Molti sovrani hanno perso il trono per molto meno."
"Stai tranquillo Maggiordomo: gli archi funzioneranno, così come i rapporti con Orissia."
Era sollevato, ma in fondo non gl'importava più molto.
"Un'ultima cosa- disse Garrinus- quel Feretone, il re di Pira, tienilo d'occhio... è un barbaro che vuole imitare l'Imperatore, non esiste niente di più pericoloso... per adesso è giovane ed inesperto... bisognerà prendere provvedimenti per quanto lo riguarda."
"Me ne ricorderò" dissi prima del teletrasporto che mi portò nel mio ufficio.
Un mese dopo il Senato, il Concilio, erano radunati nella Cappella della Memoria, nella Basilica dei Sette Santi il Sommo Pontefice e l'assemblea dei cardinali osservavano quegli schermi, milioni di mondi erano concentrati su quelle macchine. Sembravano dei grandi occhi fatti di metallo e circuiti, solo l'anello d'entrata era largo quanto un pianeta. Non ho mai compreso come funzionassero veramente, ma vedere cosa Leriano aveva costruito in un mese, dopo aver lavorato una vita, era sufficiente a farlo passare alla storia.
Io, Sibilla e Mirus eravamo sulla Cor Fidelis nelle vicinanze del primo arco. Eravamo a distanza di sicurezza ma lo avremmo visto con i nostri veri occhi.
Il piccolo Merus era ancora molto tranquillo, ma quel giorno si guardava intorno, come se stesse aspettando qualcosa.
Leriano e i suoi collaboratori erano su una nave poco distante, pronti ad attivare il portale, un elegante vascello a forma di manta. C'erano emozioni potenti quel giorno, il Canto della Creazione era placido, ma si sentiva comunque la tensione.
La voce del grande inventore risuonò su milioni di mondi, non faceva discorsi però, niente elogi e nemmeno promesse, solo le istruzioni. Probabilmente non sapeva nemmeno di essere in diretta, Mirus pensò che fosse ubriaco come al solito e forse aveva ragione.
"Attivare flusso tachionico- disse- orientamento portale d'entrata."
La grande sfera iniziò a muoversi, i suoi anelli d'ingresso e d'uscita si stavano allineando con la macchina gemella vicino a Terra.
"Flusso tachionico stabile- disse di nuovo Leriano- e adesso il momento che stavamo aspettando. Questa è la parte più delicata ragazzi, attenti a non rovinarmela perché ho degli amici importanti, gente che sta in alto... proiettori interni pronti... acceleratori di particelle in attività..."
Dalla nave di Leriano venne sganciato un grande oggetto sferico, una sonda dotata di sensori, processori e materiale organico, tutto quello che si può trovare su una nave; era ciò che serviva per determinare gli effetti di un salto.
"Attivate l'elica ad energia oscura. Avvertitemi quando i condensatori arriveranno all'88%... Timor metti la sonda in posizione e preparala per il lancio, il tuo bersaglio ha un raggio di settemila chilometri, cerca di mirare al centro. Ci siamo! Attenti che sarà un bel botto, una nuova grande esplosione."
"Ma non lo sa che è in diretta?" chiese Mirus.
"Lo sa ma è il nostro Leriano" disse Sibilla.
Scattò un allarme, il segnale che il sistema stava per attivarsi.
"Ci siamo" dissi.
La voce di Leriano risuonò di nuovo sulla nostra nave interrompendo i media che stavano raccontando quello che vedevano.
"Forza ci siamo... proiettori d'energia attivati, le comunicazioni potrebbero subire qualche interferenza. Tre, due, uno... attivare la concentrazione."
Dall'interno degli anelli dei potenti raggi energetici, folgori gigantesche di energia cosmica che solo un genio poteva comprendere e raccogliere. Si scontrarono al centro esatto della sfera ma fu solo un istante prima di un lampo e del risultato. Non lo so descrivere, forse la mente umana non è in grado di comprendere un fenomeno come quello. Era lo stesso principio dell'ineffabilità: non si può ricordare tutto quello che si vede e non si può descrivere tutto quello che si ricorda. Io vedevo solo una grande sfera di luce all'interno degli anelli. Proprio in quel momento mio figlio iniziò a piangere come mai prima di allora.
"Ma cos'è?" chiese Mirus rapito da quello che stava accadendo.
"Un ponte d'iperspazio... aperto e stabile- dissi- solo mantenuto così allungo da diventare enorme."
"Ma come ha fatto? Com'è riuscito a raccogliere l'energia necessaria e a contenerlo? Già così è il più grande e longevo ponte d'iperspazio che sia mai esistito, naturale e artificiale."
"Non lo so... ma non ha ancora finito" dissi.
"Timor- diceva Leriano- lancia la sonda."
Il veicolo partì a tutta velocità verso l'anello e si tuffò nel portale. A quel punto fu una questione di secondi, un'attesa.
Dopo qualche secondo arrivò una comunicazione dal sistema Sol, un messaggio scritto mandato per tachioni.
"Portale attivato con successo. Sonda ricevuta. Tutti i sistemi sono perfettamente funzionanti, materiale biologico intatto."
Il portale si spense, mio figlio piangeva.

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora