Parlami di Crator

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Io e i miei compagni avremmo dormito con un occhio aperto quella notte. Era davvero un mondo diverso eppure Merus si era comportato esattamente come prevedeva la sua legge e Chibronte era diventato uno shazo dopo aver annientato i maggiori sostenitori del traditore.
Merus aveva smesso di farmi spiare, non che si fidasse, ma voleva che io lo facessi. Tuttavia rimanere chiuso nella mia stanza con le guardie alla porta era abbastanza sconfortante.
La terrazza era molto interessante: c'era una strana struttura, simile ad una scala di pietra, che collegava tutti i piani del Surif. Era una pazzia ma, dopo aver ucciso un Paraetorium, non sarebbe stato così difficile.
Con il mio potere mi aggrappai alla scala e iniziai a salire aggrappandomi con mani e potere, preferii non guardare in basso ma ero deciso a proseguire, mentre percepivo le emozioni e i pensieri dalle stanze che passavano accanto alla mia ascesa.
Al piano superiore al mio alloggio: uno shazo con l'indigestione, la sua mente era terribilmente dolorante, due piani sopra l'alloggio un altro shazo in compagnia delle due mogli.... barbarico. Tre piani sopra il mio alloggio: luci accese, niente, nessuna percezione.
Mi reggevo con il mio potere e un braccio, con l'altro attivai un comunicatore e la chiamai.
"Possiamo parlare?" chiesi.
"Adesso sì" disse Sibilla.
"Speravo di poterti chiedere alcune cose" le dissi.
"Faccia a faccia?" chiese lei.
"Sono accanto al tuo terrazzo."
Appena ebbi detto queste parole percepii una presenza che entrava nella stanza, una donna che sembrava lieta di rivedere Sibilla, ma lei non ci pensò: venne fuori sulla terrazza e, quando mi vide appeso lì fuori.... non so descrivere la sua espressione.
"Vieni subito dentro prima che ti veda qualcuno, spericolato di un Roviano!"
"Ti ricordo che sono per metà Orissiano" dissi io saltando sulla terrazza.
"Poca metà.... e ora sbrigati ad entrare prima che ti veda qualcuno" disse prendendomi per un braccio e conducendomi nella stanza.
Appena entrato vidi una signora un po' bassa, con un velo scarlatto che la copriva dalla testa ai piedi. Teneva il volto coperto e aveva degli occhi verdi molto profondi e sembravano feroci. La sua mente mi diceva che mi stava giudicando aspramente; anche su Rovia sarei stato considerato per lo meno uno scostumato.
"Caros.... ti presento Usilla Terulea, la mia nutrice e insegnante....." disse Sibilla.
"Nonché responsabile dell'educazione della principessa della seta- disse la signora con un tono forte e deciso mentre iniziava ad avanzare verso di me- che di certo non è stata favorita da un anno passato in mezzo a dei barbari che, a quanto pare, osservando poi i modi di questo ragazzo a dir poco fuori luogo!"
Stava anche pensando qualcos'altro. Sibilla rimase imbarazzata..... e anche io.
"Donna Terulea..... come.....?"
Sibilla fu interrotta da uno sguardo indecifrabile della donna.
"Vorresti dirmi che.....?"
"Sì.... il nuovo Fondatore.... è lui" disse Sibilla quasi sussurrando.
"Questo lo vedremo! Un passo avanti signore, e tu signorina tre passi a sinistra!"
"Signora, forse non ha capito con chi....." fui interrotto dai tre passi che Sibilla stava facendo alla sua sinistra. Evidentemente, malgrado la telepatia, ero io a non aver capito con chi stavo parlando.
"Un passo avanti ho detto!" ripeté la signora con un tono più forte.
"Vorrei sapere, per favore, chi è lei e cosa....."
"Sono una signora educata che entra dalle porte e non dalle finestre come un ladro. Fatti vedere!"
Sembrava Sileus con quell'aria autoritaria, la sua mente era autoritaria, ma anche affettuosa.
La mente di quella donna mi diceva che era la madre di Sibilla, dal punto di vista affettivo almeno. Sibilla mi aveva parlato di lei e del motivo per cui portava quel velo. Credo che Sibilla si stesse divertendo un cosmo mentre la signora iniziava a girarmi intorno, osservando, valutando e..... come dire? Misurando.
Ad un certo punto mi sentii lusingato, però anche imbarazzato.
"Beh... modestamente...." mi interruppe lo sguardo glaciale di Sibilla. Capii che non era uno scherzo, ma una cosa serissima.
"Anche tu guantato? Sempre chiuso? Fa vedere le mani!" disse la signora
"Signora temo che......"
"Octopon- disse Sibilla ammiccante- fa quello che dice per favore."
"Ma è....."
"Pericoloso? Sono preparata logoteta, avanti fammi vedere le mani!"
"Come mi ha chiamato?"
La sua mente mi disse qualcosa di speciale, ma quella donna aveva la capacità di seppellire i pensieri in profondità sostituendoli con valutazioni varie.
"Non male- disse- davvero non male. Mani pallide ma evidentemente forti, da artigiano e guerriero, fronte non troppo larga ma abbastanza per indicare una persona saggia. Il torace è ben proporzionato, il ventre largo e sanguigno..... ottimi polpacci, Sibilla mi ha scritto che sei un lottatore piuttosto discreto...."
"Abbastanza discreto da scalare il Surif e uccidere un Paraetorium imbizzarrito. Nel caso volesse saperlo sappia che potrei portare in dote cinquantacinque milioni di talchi e una rendita personale di duecentocinquantamila sidi mensili. Vale a dire....."
"Centouno milioni di pastari di dote, la rendita non è niente in confronto a quella di Sibilla. Fosse per il denaro dovrei buttarti fuori immediatamente. Dal punto di vista fisico non sei da buttare via, anche se la principessa della seta potrebbe avere partiti ben più prestanti. I Roviani, a furia di fare gli artisti e i burocrati gli sono venute le mani flaccide...... ma forse abbastanza svelte dopotutto. Chi è il tuo avo più illustre?"
Assurdo! Non ci potevo credere. Guardai Sibilla, mi fece un cenno di incoraggiamento.
Fissai quel giudice della malora e raccolsi il fiato.
"Io, Octopon Vandor Caros, Coimperatore di Rovia, sono figlio di Renor Vandor Licario, vincitore della guerra Jain e onoratissimo Maggiordomo Palatino di Rovia. Egli era l'unico figlio di Genor Vandor Sileus, fondatore e Imperatore dell'Impero Roviano, nipote di Ismior Vandor Sileus che portò la Repubblica Roviana alla vittoria nella Seconda Guerra Makurana. Egli era diretto discendente di Asuleus Vandor, scopritore dei Firmamenti Estremi e primo vero esploratore valeriano delle Spirali Esterne. Fonti storiche e prove genetiche dimostrano che la mia famiglia discende, per linea diretta, dai Valesi, capi della tribù valeriana di Ausonia e signori della nazione Espera, tra i Valesi ci sono da ricordare i dodici principi che governarono l'antica monarchia di Rovia con il nome di Proteo, ognuno condottiero di grandi imprese, il primo di essi avviò la costruzione di quello che sarebbe diventato il Palazzo Centrale di Vandorra, su Rovia, glielo farò visitare volentieri se vorrà un giorno. Non devo dimenticare dei Valesi il grande principe Basilio che regnò su Rovia per settantacinque anni e diede inizio allo sviluppo della tecnologia dello scalpello atomico. Degno di citazione suo fratello Eugenio dei Valesi, grande statista, consigliere e poeta e il figlio di quest'ultimo era il principe Domizio Valesio che per primo guidò in guerra i legionari e sconfisse quel invasore che teneva sotto un grande giogo i discendenti della tribù di Dara. La dinastia dei Valesi ereditò il comando del popolo valeriano dalle famiglie che, nella linea di ascendenza, erano tra loro e Caesar Valens, l'ultimo Imperatore di Terra, il primo principe della Nuova Nutrice che è Rovia. Venti generazioni prima di lui..... il Fondatore, che per primo fu monarca di tutto il genere umano. Dovrei scrivere un trattato su ciascuno di coloro che, nel mio lignaggio, hanno compiuto grandi imprese.
Da parte di mia madre, Efulsa Murania, non mi è stato permesso di saperne di più, se non che suo padre era uno shazo del Gran Reame. Di più.... lo voglio imparare."
Quella donna mi guardò con uno sguardo piuttosto indecifrabile, ma percepivo che la mia risposta le era piaciuta.
"La principessa della seta dice che tu, Caros Vandor, sei la reincarnazione del Fondatore. Non lo affermare, sennò non sei degno di fiducia. Provamelo!"
Aprii il guanto della mano sinistra e la porsi a Sibilla che si tolse il guanto destro e mi diede la mano, senza che nessuno dei due subisse alcun male.
Era commossa. Quella donna corse subito ad abbracciare Sibilla, piangeva commossa per la sua figliola e il mantenimento della promessa che aveva visto fare a lei molto tempo prima.
"Figliola adorata..... figliola mia..... quanta gioia..... quanta gioia......"
"Abbiamo aspettato tanto, ma alla fine è arrivato ed è lui" disse Sibilla abbracciandola con forza.
La donna tornò a guardarmi. Qualche secondo da quella fessura venne uno spiraglio di approvazione, sia nella mente che nello sguardo.
"Tu sai cosa abbiamo appena fatto, non è vero?"
"Donna Terulea, sappia che ne sono onorato...." dissi io.
Vedi Lettor su Orissia la tradizione dice che, se una vergine ha uno spasimante, questo deve sottoporsi al giudizio della persona che si è curata della sua educazione, normalmente la madre o, come in quel caso, la nutrice. Dopo il giudizio positivo di Usilla Terulea Merus sarebbe stato costretto ad ascoltarmi se avessi manifestato delle intenzioni serie nei riguardi di Sibilla. Ma sapevamo tutti che non era ancora il momento giusto.
"Sinceramente però, stando a ciò che mi ha raccontato Sibilla, mi sarei aspettata di vederti salire un po' prima da quella terrazza" disse Terulea.
"Devo dire che l'essere spiati era un buon deterrente. A dire il vero speravo di parlare con Sibilla...."
"Della strage al banchetto? Le cose nel Gran Reame funzionano così; erano parte di un complotto che ora sarà in grosse difficoltà e lo shazo Chibronte sarà molto più utile di tutti quei grassi inutili se non per l'immagine" disse Terulea con noncuranza.
"In effetti la situazione è stata improvvisa e complessa. Mi dispiace Octopon che tu abbia dovuto assistere a tutto questo....." disse Sibilla tenendo il capo basso.
"Nella mente di Merus ho percepito che Chibronte ha scoperto il complotto, ha fatto scoprire e confessare uno dei traditori e ha eseguito l'ordine di catturare gli altri" dissi io.
"Sì è così, ma non hanno ancora scoperto quale membro della famiglia sia coinvolto."
"Donna Terulea posso chiederle di lasciarci soli un momento?" chiesi.
"Vorresti parlare della strage che hai appena visto? Le cose sono sempre andate così nel Gran Reame ed è un modo come un altro per risolvere una crisi interna alla corte....."
"Cara madre..... ti prego" disse Sibilla.
La signora si offese non poco, però decise di acconsentire uscendo dalla stanza con un passo cadenzato.
"La nutrice più feroce che abbia mai visto" dissi.
"La madre più amorevole che abbia mai conosciuto" replicò Sibilla.
Mi misi a guardare il panorama.
"È molto diverso da casa mia" dissi osservando il grande mare in lontananza mentre il tramonto di Demevas mi illuminava con la placida luce rossa.
"Hai capito anche tu cosa sta succedendo vero?" chiese Sibilla.
"Vuole essere il Re dei Re oppure costruirsi un Gran Reame tutto suo..... ovunque vada la storia è sempre la stessa" dissi.
"Merus era sulle tracce dei congiurati da molto..... è da tanto tempo che i Vasili risolvono così le controversie" disse Sibilla.
"Cosa ne sarà delle loro famiglie?" chiesi.
"Per evitare che si ribellino verranno privati dei loro beni, messi in un mondo di segregazione e lasciati a vivere senza discendenti ma in isolamento totale."
Non distoglievo lo sguardo dal tramonto e dal mare in lontananza.
"Credi che siamo dei barbari vero?" mi chiese.
"Mai sentito parlare dei Terdor?" le chiesi.
"Ho sentito una canzone su Rovia..... ma solo di sfuggita, mi pareva che si intitolasse proprio..... "
"L'eredità dei Terdor- dissi io incrociando le braccia- poco prima della mia nascita il senatore Ormus Terdor guidò l'ultima congiura contro Sileus, per ucciderlo e prendere il controllo della Repubblica. Ormai l'Impero era già al comando e consolidato, ma Terdor e la sua famiglia erano molto potenti, ricchi e determinati. Radunarono un esercito di mercenari del Nucleo per scacciare i Vandor da Rovia, dopo aver organizzato diversi attentati e congiure nella capitale. Fu per questo che mia madre venne mandata su Crator. Uccisero però mia zia Telmia Vandor, la sorella di Sileus. L'ira di mio nonno fu terribile; Ormus Terdor fu inseguito per tutta Vandorra dall'Imperatore in persona..... lo bruciò vivo, intanto i pretoriani sparavano a suo fratello e al figlio. Gli altri Terdor fuggirono sul loro mondo privato, una grande città costruita in un enorme asteroide. I loro mercenari furono mandati a saccheggiare Rovia, i legionari li ridussero in cenere intercettandoli prima ancora che entrassero nella provincia. Sileus poi guidò personalmente un grande assalto contro i Terdor e la loro città..... Li stanò uno per uno..... era stato davvero clemente con i suoi nemici e con i barbari..... ma con gli assassini di sua sorella.... non ne risparmiò nemmeno uno. La città venne abbandonata e nessuno osa più andarci..... eppure i Terdor erano tra i più ricchi e potenti di Rovia e avrebbero davvero potuto impedire la nascita dell'Impero oppure farlo proprio. Ma oggi solo il freddo e il buio abitano la loro città nel vuoto. Solo questo è la loro eredità: il buio, il freddo..... una canzone popolare che avvolte Zugdulo canta nei bar, e che si sente gironzolare per le navi e le strade. Un monito per chiunque pensi di sfidare Sileus e il suo ordine."
Sibilla rimase in silenzio alcuni secondi, poi si mise al mio fianco.
"Pensi che lo farai anche tu..... quando verrà il tuo momento?" mi chiese.
"Temo che qualcun altro farà la stessa fine dei Terdor..... ma rispetterò la legge di Dio..... per quanto me lo permetteranno."
Dovevo scendere presto, dopo aver parlato con Sibilla di una cosa molto importante.
Scendere fu più semplice che salire, anche se mi fece più impressione.
Mi misi a dormire con serenità anche se non ero sicuro di non essere sorvegliato..... ma nel Surif, se non fai delle congiure non sei niente.
Non era ancora l'alba quando mi svegliai trovando uno degli eunuchi in nero che mi fissava nel buio.
"Prego?" chiesi io leggendo le sue intenzioni dopo uno sbadiglio.
"Il Vasilus, l'Unico gli dia lunga vita e vittoria, richiede la presenza del Coimperatore."
Mi alzai e mi vestii indossando la toga grigia seguendo il servitore fino alla Sala delle Fiamme. Il Vasilus era lì, in ginocchio a pregare. L'eunuco si prostrò prima di uscire, c'erano due cecchini che puntavano le armi contro di me dall'altra parte del salone, oltre a sette guardie del corpo del sovrano che sorvegliavano la sala e aspettavano solo il momento opportuno per farmi a pezzi. Ma Merus non lo voleva.
"Sono arrivate delle notizie da Rovia- disse Merus- una questione ufficiale. Tu sei davvero devoto, Caros Vandor?"
"Eccellentissimo..... mi stai chiedendo se credo in Dio?" chiesi.
"Esatto" disse lui alzandosi e guardandomi dopo aver spento una candela davanti al suo altare.
"Con ogni fibra del mio essere" risposi ascoltando il Canto della Creazione.
"Quel globo che mi hai donato..... mi sembra che mi renda più vicino..... più facilitato alla preghiera. Temo di doverti dare una triste notizia buon Caros; quel ottimo e santo sacerdote che per te è Sommo Pontefice è stato richiamato oltre la soglia della morte" era davvero dispiaciuto mentre me lo diceva.
Rimasi molto addolorato da quella notizia, era una grave perdita per Rovia. Sperai, e in effetti avrei visto in seguito, che l'Impero e l'Ecclesia fossero preparati per un simile lutto.
"Con umiltà.... eccellentissimo sovrano..... vorrei chiederti di poter compiere, con i miei camerati, una piccola cerimonia di cordoglio per sua Santità" dissi ricevendo un cenno di Merus. Per lui significava una concessione, niente di diverso da ciò a cui era abituato. Il Vasilus era stato davvero gentile da parte sua ad avvisarmi della triste notizia di persona.
Quando tornai nella sezione del palazzo dove si trovavano le nostre stanze vidi i miei amici che si erano appena alzati. Ergesius fu quello che rimase più rattristato oltre a me; era molto devoto.
Andammo nella mia stanza, io, Mirus, Leriano ed Ergesius, accendemmo un globo luminoso che si innalzò sulla stanza buia. Recitammo insieme la preghiera per il Sommo Pontefice:

Le memorie dell'Imperatore CarosDove le storie prendono vita. Scoprilo ora