Il libro le cascò di mano, quando due paffute braccia tappezzate di tatuaggi le circondarono il collo. Se non fosse stato per quell'abbraccio improvviso, probabilmente sarebbe caduta anche lei dalla sedia, assieme al povero volume che ora giaceva malamente accanto ai suoi piedi.
« Se non fossi la mia migliore amica, mio papà ti avrebbe già diminuito la paga. » La canzonò la voce. Alessia sospirò mettendosi la mano sul cuore, cercando di calmare i battiti accelerati per la sorpresa. Cercò di voltare il viso quel poco che potè verso la proprietaria di quella voce esuberante e argentina, ma l'abbraccio non le permise quasi il movimento e prigioniera di quella stretta non potè fare altro che mettersi a ridere.
« Giuro che non stavo leggendo, stavolta! » Si difese Alessia.
« L'avrei licenziata, altro che ridotto la paghetta... » Sospirò sconfitto un uomo di mezz'età avvicinandosi alle due ragazze, tra le braccia un'alta pila di libri che quasi gli nascondevano gli occhi. Approfittò della difficoltà dell'uomo per sgusciare via dall'abbraccio dell'amica e correre in suo aiuto. Il signor Dante, proprietario della libreria, la ringraziò con un sorriso gentile e insieme appoggiarono i libri sul bancone della cassa. Alessia diede un'occhiata alla ricevuta sopra la prima colonna e capì che si trattava dell'ordine di volumi richiesti da alcuni clienti durante la settimana passata. L'uomo invece raccolse la seconda pila e si diresse in mezzo alle corsie centrali della libreria, per riporre invece le nuove uscite pronte per essere vendute. Alessia prese posto davanti al computer del bancone e, prima di mettersi al lavoro per l'ultima ora della giornata, si chinò per raccogliere il suo libro caduto poco prima e appoggiarlo momentaneamente sulla sedia.
In quel momento entrarono quelli che probabilmente sarebbero stati gli ultimi clienti della giornata. Si trattava di un gruppo di quattro ragazzi, forse poco più grandi di lei. I quattro si guardarono in giro incuriositi, ma Alessia li riconobbe subito.
Si erano presentati in libreria per la prima volta la settimana prima, ed erano tornati quasi ogni giorno. La cosa strana era che non acquistavano mai nulla. Vagavano a coppie lungo le corsie, consultando qualche titolo o fermandosi a chiacchierare a bassa voce tra di loro per qualche minuto. Restavano all'interno del negozio per una decina di minuti e poi se ne andavano via, dopo un silenzioso cenno di saluto. Alessia aveva fatto presente al signor Dante la strana scena e avevano deciso di dare un'occhiata alle telecamere di sicurezza per controllare che non avessero rubato nulla, ma dalle registrazioni non risultava nulla: uscivano dal negozio semplicemente con le tasche vuote. Dante aveva scrollato le spalle e aveva accantonato l'indagine. Sono solo quattro ragazzi che vogliono passare la sera in giro, tutto qui. Aveva deciso l'uomo e la questione era stata chiusa.
Alessia si spostò leggermente dalla postazione del computer che, data la sua scarsa altezza, la nascondeva ed educatamente diede loro il benvenuto per l'ennesima volta. I ragazzi si accorsero della sua presenza e si limitarono a ricambiare con un lieve cenno del capo. La loro presenza la impensieriva, ma dato che quella sera, al contrario delle altre volte, erano con lei Dante e Vittoria, si sentiva più tranquilla. Li osservò scomparire, come previsto, in mezzo alle corsie e dopo un mezzo sospiro tornò al suo lavoro.
« Se non stavi leggendo, che cosa stavi combinando? » Continuò a canzonarla l'amica, che nel frattempo aveva preso tra le mani quel volume e sedendosi lei stessa sullo sgabello girevole.
« Ti dice qualcosa "Patologia Molecolare"? » Borbottò esasperata Alessia, mentre consultava le commissioni sul computer e inviava allo stesso tempo i messaggi pre-registrati ai clienti per avvisare loro che il loro ordine era finalmente arrivato.
« Ma ci sei ancora sopra? » Vittoria corrucciò le sopracciglia curate, spostando dietro le spalle con un movimento della mano i lunghi capelli neri, e sfogliò il testo su cui stava studiando Alessia: la prima metà era già sottolineata e piena di appunti, mentre la seconda era intonsa. « Abbiamo l'esame domani mattina, lo sai, vero? »
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The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspetti
ChickLitAlessia non ha mai davvero scelto niente per sé. Tutto le era imposto, giorno dopo giorno, dalla madre, che dettava legge in casa e nella sua vita. Poco male: vent'anni le erano bastati a farla abituare a quella sorta di schiavitù, e quando iniziata...