Nel tardo pomeriggio, Gabriel si trovava nello studio di suo padre, seduto su una comoda poltrona accanto all'unica finestra della stanza. Di nuovo, le dita erano andate a recuperare il gioiello che portava al collo lasciando che la superficie lucida giocasse con i raggi del sole. Sembrava non fare caso ai lampi improvvisi che lo accecavano per qualche istante, perso nei suoi pensieri.
Alessia era scappata via subito dopo quel bacio preteso con la forza, e lo aveva lasciato da solo in mezzo alla stanza, nudo e sconcertato. Aveva passato il resto del pomeriggio a ragionare su ciò che gli stava succedendo. In un primo momento aveva dato la colpa a un possibile trauma cranico: dopotutto, non sapeva come era atterrato sul terreno, il giorno della freccia. Aveva cercato le scuse più disparate, però alla fine aveva dovuto ammettere che qualcosa stava cambiando nel suo atteggiamento verso la ragazza. Quell'interesse che stava maturando verso la sua persona, poteva andare bene, fino a un certo punto. Finché si fosse trattato di pura attrazione sessuale, non avrebbe avuto problemi. L'aveva pretesa ogni notte da quando l'aveva ricevuta in sposa: era probabile che il suo corpo si fosse adattato a quello di lei, e ora lo pretendeva in ogni modo possibile. Avrebbe dovuto comunque mantenere un certo contegno, tenerla a distanza. La ragazza non era altro che un corpo utile la notte, e il fatto che non la potesse usare per quello scopo, lo aveva confuso.
Ecco.
Era solamente confuso.
Ora doveva solo tornare sulla retta via, e mantenerla il più lontano possibile da sé, fin quando non avrebbe potuto di nuovo usarla come prima.
Doveva solo resisterle.
Per scendere le scale era intervenuto Dorian, fortunatamente, che aveva ceduto quasi subito all'ostinazione dell'amico. Arthur non gliel'avrebbe data vinta così facilmente, anzi. Non gliel'avrebbe data vinta, punto. Non era stata una discesa difficile: la pulsazione della ferita era diventata così tenue che quasi non ci faceva più caso, se stava seduto. Solo appoggiando il piede aveva una leggera fitta, ma nulla di più. L'antibiotico stava facendo il suo lavoro.
« Smettila di giocare con quel ciondolo, e leggi questo, » lo riprese con severità Auguste, passando accanto a lui, impegnato in una lettura di un tomo grande quanto quello che stava porgendo in quel momento al figlio. Obbediente, nascose la collana sotto la camicia e prese tra le mani il libro antico. Lo esaminò attentamente, sfogliandone leggero le pagine, e si accorse che era lo stesso volume che suo padre aveva studiato per mesi.
« Questo non lo avevi già consultato? » chiese curioso. Ginette entrò in quel momento, fermando la lettura ancora prima che iniziasse. Auguste, che era tornato al proprio posto, non alzò lo sguardo dalle carte sparse sulla scrivania. La ragazza si sorprese nel trovare l'amico fuori dal letto, ma alla fine gli sorrise assieme a un breve cenno della testa, rivolgendosi poi all'uomo più anziano. « Mi cercavi, Auguste? »
« Sì. La ragazzina, » borbottò veloce.
« Vuoi sapere di lei? » Chiese conferma, dopo un'attimo di incertezza. Dal giorno del matrimonio, Auguste aveva ignorato palesemente la presenza di Alessia in quella casa. Dubitava che ora potesse essere interessato allo stato di salute della giovane.
« Voglio sapere come si sta comportando, » specificò, spostando un plico di fogli ingialliti per poi sfogliarne un altro.
Ginette sospirò silenziosamente. Che cosa si era aspettata?
« Se intendi sapere se sta cercando un modo per scappare, sembra averci rinunciato. Per il momento, » spiegò, per poi fermarsi incerta. Auguste sollevò gli occhi su Ginette, attendendo. « Ecco... Ogni tanto chiede dei suoi genitori. Vuole sapere perché non li chiamate per un riscatto, per far sapere loro che è viva, almeno. »
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The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspetti
ChickLitAlessia non ha mai davvero scelto niente per sé. Tutto le era imposto, giorno dopo giorno, dalla madre, che dettava legge in casa e nella sua vita. Poco male: vent'anni le erano bastati a farla abituare a quella sorta di schiavitù, e quando iniziata...