« Conosco Gabriel da sette anni, ormai. Non farebbe nulla del genere, te lo assicuro, Alessia, » le promise. La ragazza la scrutò attentamente e nei suoi occhi vide preoccupazione. Le stava nascondendo qualcosa.
« Niente musi lunghi! » rise Elettra, stringendola ancora di più contro la sua spalla. « Accidenti, abbiamo meno di sei mesi per organizzare il nostro compleanno! Sei nata anche tu il 14 di Aprile, giusto? »
« Elettra! »
« C-cosa? »
Emma e Alessia parlarono in contemporanea, la prima ammonitrice, aiutata dalle occhiate di rimprovero delle altre due ragazze, e l'ultima sorpresa. All'improvviso, ogni piccolo indizio che prima non aveva afferrato, la investì, facendola boccheggiare incredula.
– Ci abbiamo provato, a nostro tempo! –
– Sono felice di essere rimasta... –
– Conosco Gabriel da sette anni, ormai. –
Un lungo brivido percorse la schiena di Alessia, che lentamente si scanso dall'abbraccio di Elettra. Si alzò in piedi, sconvolta, arretrando verso la porta del bagno.
« A-anche voi... » mormorò attonita, guardandole una alla volta. Le loro espressioni colpevoli, confermarono le sue paure.
Erano state rapite anche loro.
Claire si sporse verso di lei, ma Alessia aprì veloce la porta del bagno, e si chiuse dentro, appoggiandosi con affanno ad essa.
« Alessia, ascoltaci un attimo. Noi–» provò a dirle Ginette, dall'altra parte.
« Andate via! » urlò lei. « Lasciatemi sola! »
Scivolò contro la porta di legno, sul pavimento freddo del bagno, e stringendosi le gambe tra le braccia, nascose il viso in lacrime in mezzo ad esse. Ascoltò per qualche minuto le sue coetanee bisbigliare e poi la camera che veniva nuovamente chiusa a chiave. L'unica cosa che sentiva ora era il suo respiro rantolante e il furioso battito del suo cuore. Non riusciva a credere quello che la sua mente stava cercando di dirle.
Quelle donne, erano degli ostaggi, esattamente come lo era lei. Erano state date in sposa ai quattro uomini che l'avevano rapita e portata in Francia, come presto lo sarebbe diventata lei. Claire, era incinta di uno di loro.
Alessia si prese la testa tra le mani, con angoscia.
E la cosa più preoccupante... è che si comportano come se ne fossero innamorate!
21 Novembre 2013 – Francia – La Tour
Da pochi minuti era passata la mezzanotte. Il piccolo orologio dorato accanto al lavandino glielo diceva chiaramente. L'unico rumore che proveniva da quella stanza era solo il leggero ticchettio di quello, e il suo respiro, diventato più regolare con il passare del tempo. Era rimasta chiusa dentro il bagno per più di due ore. Le ragazze erano rientrate in camera da letto un paio di volte, provando a farla uscire, ma Alessia non ne aveva voluto sapere. Era rimasta in silenzio, ad ascoltare le loro suppliche, ancora sconvolta per quello che aveva scoperto. Ginette le aveva ricordato la tisana che aveva lasciato accanto al letto, ma di nuovo aveva sentito il suo stomaco contorcersi per protesta. Nonostante i crampi di fame, dato che non mangiava da quella mattina, sentiva che se avesse provato a mettere qualcosa sotto i denti, avrebbe rimesso anche l'anima.
Non si sentiva più nessun suono all'interno dello chalet. Fuori, neanche tanto distante, solo l'abbaiare di qualche cane interrompeva quella quiete. Il sonno aveva preso tutti.
Se mi addormento, magari mi sveglio e sarà stato solo un incubo. Sospirò pesantemente, sollevandosi a fatica dal pavimento. In ogni caso, è meglio se riposo qualche ora.
![](https://img.wattpad.com/cover/283778603-288-k563740.jpg)
STAI LEGGENDO
The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspetti
Romanzi rosa / ChickLitAlessia non ha mai davvero scelto niente per sé. Tutto le era imposto, giorno dopo giorno, dalla madre, che dettava legge in casa e nella sua vita. Poco male: vent'anni le erano bastati a farla abituare a quella sorta di schiavitù, e quando iniziata...