Faceva male. Non tanto quanto però il dolore bruciante che pulsava da qualche parte nel corpo. Era più un dolore agognato, desiderato, quello. Aprire gli occhi fu difficile: i raggi del sole avevano infastidito la cornea, deliziosamente, costringendolo a richiudere quasi immediatamente gli occhi. Solo in quel momento quasi capì quanto un cieco potesse bramare la luce. Incapace di usare momentaneamente la vista, si ritrovò obbligato ad acuire gli altri sensi, aspettando che le pupille si riadattassero alla luce da dietro le palpebre. Acqua. Una gran sete. La gola era tremendamente secca, anche se, passando la lingua sulle labbra, le sentì stranamente umide e fresche. Storse debolmente il naso, accorgendosi dello sgradevole sapore in bocca, come quello di quando si dorme troppo a lungo, misto a quello pungente del tabacco della sigaretta che aveva fumato la sera prima.
Eppure sembrava essere passata più di una notte.
Provò a parlare, ma dalle labbra uscì solo un debole rantolo, appena percettibile. Gli parve impossibile. La mattina non aveva mai quella voce così stentata e fiacca. Neanche un'influenza lo debilitava in quel modo.
Inspirò profondamente e i polmoni si rinfrescarono quasi all'istante. Limoni. Il profumo di foglie di limoni. Anche se non era più il periodo adatto, in paese un anziano signore continuava a coltivarli in una serra, assieme ad altri frutti fuori stagione. Ed erano così buoni che ne andava pazzo. Il sapore aspro e pungente di quella gemma gialla dalla pelle d'oca, che scendeva giù per la gola, era come oro incandescente per lui. Non era un frutto piacevole da mangiare per molte persone, ma nessuno poteva lamentarsi assaggiandolo nelle confetture che preparava sua madre. Semplicemente stratosferiche. E l'odore delle sue foglie, fresco quasi quanto quello della menta, era meglio di una sveglia. Soprattutto per lo stomaco, che cominciò subito a protestare per la fame.
Accidenti, è come se non mangiassi da giorni.
Tentò di alzarsi un pelo con la schiena, aiutandosi anche con le braccia facendo pressione sul materasso. Si spaventò, quando il destro, al contrario di quello sinistro, e l'addome, non risposero ai suoi comandi. Riprovò il movimento, ma quello che riuscì a identificare come un peso non eccessivo lo bloccò, facendolo ricadere di peso sul cuscino. Nel brusco spostamento, una fitta lancinante all'inguine lo fece gemere di dolore.
La freccia, si ricordò improvvisamente. Un respiro regolare si fece strada nelle sue orecchie.
Non è il mio, si preoccupò e un'idea s'impossessò di lui. Mi hanno catturato.
Aprì di scatto gli occhi, e lentamente le pupille si riabituarono alla luce del sole. L'immagine fredda e buia di una cella, che si era figurato, venne cancellata da quella di una stanza da letto, elegantemente arredata. Le tende azzurro-chiaro del letto a baldacchino in mogano, il quadro prezioso appeso sopra la testata, il comò intagliato finemente, il soffitto decorato. Tutto era reale. Si trovava nella stanza degli ospiti di casa sua. Espirò confortato dalla scoperta, rendendosi conto di aver trattenuto il fiato per lo spavento.
Se fossi stato davvero in mano loro...
Inspirò più volte, lentamente, tentando di calmare il battito furioso del cuore, che sentiva anche in gola e che rimbombava ovattato anche nei timpani.
Sei a casa, Gabriel, si convinse.
Il respiro gli si fermò di nuovo in gola, quando si ricordò di quel sospiro che non era il suo, e abbassò gli occhi su proprio busto. Scoprì una cascata castana ricoprirgli il petto, e il viso addormentato e rilassato di Alessia lo sconvolse.
Che cosa ci fa qui?
Si rese conto di essere completamente nudo, coperto solo da un lenzuolo che gli nascondeva solo parte inferiore del corpo. Il basso addome e la parte alta della coscia destra erano stretti in una fasciatura candida e pulita. Neanche una goccia di sangue traspariva dalla benda, segno che era stata cambiata solo da poche ore, probabilmente. Si chiese se fosse stata lei a medicarlo. Rialzò gli occhi sulla giovane ragazza, e la osservò mentre continuava a dormire beata, le labbra socchiuse e il viso rivolto verso di lui. La mano sinistra scavalcava l'inguine, e riposava a pochi passi dalla ferita, come una piccola sentinella pronta a scattare in caso di pericolo.
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The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspetti
ChickLitAlessia non ha mai davvero scelto niente per sé. Tutto le era imposto, giorno dopo giorno, dalla madre, che dettava legge in casa e nella sua vita. Poco male: vent'anni le erano bastati a farla abituare a quella sorta di schiavitù, e quando iniziata...