35 - Desideri e delusioni

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Aveva abbassato la guardia e ne aveva pagato le conseguenze. L'aveva messa sul suo stesso piano e lei aveva osato salire un gradino di troppo. Le aveva lasciato un po' di respiro e lei si era presa anche il suo.

Si era fatto ammaliare, ingannare.

Non pensare di cavartela così facilmente.

La collera pompava potente nelle vene, impedendogli di vedere lucidamente dove mettesse i piedi, facendolo inciampare più volte durante il tragitto.

––––––

I due giovani non avevano parlato, durante il tragitto. La giornata di festa era appena terminata e l'ora di andare a riposare era passata da un pezzo per tutti. Lungo la strada, la ragazza aveva continuato a rimirare il nuovo gioiello che le ornava il dito, assieme alla fede nuziale.

Era fin troppo evidente che, nonostante la sua semplicità, quel piccolo anello avesse un valore economico alto. Lei proveniva da una famiglia che riusciva ad arrivare alla fine del mese senza troppe difficoltà solo se stavano attenti a risparmiare. Quell'anello sarebbe stata una spesa che Alessia non si sarebbe mai potuta permettere e dunque la cosa la colpì ancora di più. Non era a conoscenza del patrimonio di Gabriel, e se l'uomo si fosse potuto permettere anche cento di quei gioielli, si sentiva comunque davvero troppo in debito. A ciò si doveva aggiungere che oltre il dono si nascondeva una richiesta di assoluzione dal comportamento che il ragazzo aveva tenuto nei suoi confronti e questo rendeva l'evento ancora più importante.

Un debito sempre più alto.

Eppure la ragazza sorrideva felice.

No, Alessia non provava nessun sentimento d'amore per quell'uomo a cui era stata legata con la forza e che l'aveva trattata male per tutte quelle settimane. Tuttavia, c'era qualcosa in quegli occhi che la faceva tentennare nell'affermare di odiarlo. Lo detestava: questa era la parola più adeguata, probabilmente. Detestare e odiare possono apparire molto simili tra loro, possono sembrare persino sinonimi. C'è solo un sottile confine che li separa, e Alessia era riuscita a individuarlo: entrambi esprimono sentimenti negativi, certo, ma la differenza maggiore è quanto si riesca a tollerare l'oggetto in questione. Un oggetto detestato è più tollerato di uno odiato. Esattamente questo provava per Gabriel. Lo detestava, quindi riusciva a tollerarlo.

Anche gli occhi sorridevano.

« Smettila. » Il lieve ordine dell'uomo la colse in fallo e sobbalzò, portandosi le mani dietro la schiena. Senza rispondere alzò gli occhi cercando lo sguardo del compagno, ma lui guardava dritto davanti a sé.

Impacciato.

Non riuscì comunque a smettere di sorridere. Rallentò di poco il passo, portandosi appena dietro la sua figura e, incapace di trattenersi, portò di nuovo gli occhi sul piccolo anello. Gabriel se ne accorse, ma si limitò a scuotere piano il capo.

Il sorriso si spense quando arrivarono silenziosi davanti alla porta della stanza di Gabriel. L'uomo aprì la porta e la lasciò entrare per prima. Alessia, passandogli accanto, abbassò gli occhi con imbarazzo: riconobbe immediatamente quella scintilla nel suo sguardo.

Nonostante le avesse assicurato di non voler niente in cambio, quell'espressione le diceva il contrario. Si sentì profondamente delusa.

––––––

« Arthur! » Ruggì Gabriel, facendo irruzione nella camera dell'amico. L'uomo e la compagna si svegliarono di soprassalto. Osservarono con sgomento il giovane vagare inquieto per la stanza alla ricerca di qualcosa.

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora