13 - L'abito non fa il monaco

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« No. »

« Sette. Sette dannatissimi attacchi in una sola giornata, Gabriel, » sbuffò irritato Arthur. « Come puoi avere ancora dei dubbi, dopo oggi? »

« Le somiglia molto, tutto qui, » considerò sbrigativo e testardo.

« Sai bene quanto me che non è vero, » intervenne Dorian con calma, anticipando una forte imprecazione di Arthur. « Fino ad oggi, quelli non si sono spinti così oltre i confini. »

« E' già successo, » lo corresse con rabbia, in un sussurro affilato e ostile. « Una volta. Quella volta. »

« Gabriel– » mormorò Cesàr crucciato, aggrottando le sopracciglia. Si fermò, non sapendo come continuare. Anche gli altri rimasero in silenzio, gli occhi bassi, persi nei propri pensieri.

« Non è la prima volta che ci sbagliamo, » continuò Gabriel, imperterrito.

« Oh, dannazione! » adirato Arthur si alzò dal divano rosso e, aggirato il tavolino di legno, raggiunse in poche falcate l'amico, fronteggiandolo senza paura. « Mi ha stancato questo tuo atteggiamento da primadonna. Ti stai comportando da poppante, e non farai altro che peggiorare la situazione! » lo rimproverò. Sospirò pesantemente quando l'amico rispose con una scrollata di spalle, per poi voltargli la schiena e continuare la sua camminata irata per il salotto, mentre Arthur si accostò al fuoco scoppiettante e confortevole del camino, con le membra ancora intorpidite dal gelo della lunga giornata invernale.

« Probabilmente quei miserabili c'hanno seguito fin dal nostro rientro in Francia, » soppesò Nathan, mordendosi con ansia il labbro inferiore, seduto su uno dei divanetti, assieme al gemello. « Se penso che avrebbero potuto tenderci un'imboscata in ogni momento, lungo la strada... »

« Siamo stati fortunati, non c'è che dire, » concordò Dorian, lanciando una veloce occhiata ad Auguste, seduto poco distante ad un tavolo, immerso come ogni volta nella lettura di uno dei suoi antichi tomi misteriosi. L'uomo più anziano, al contrario dei cinque giovani, sembrava aver assimilato la sconvolgente conferma in modo davvero impassibile. Niente pareva angosciarlo.

Accanto al camino Arthur, ancora accecato dal terrore di aver corso, durante la missione, un certo numero di pericoli mortali, posò con irritazione gli occhi su Gabriel che, assorto nei suoi pensieri, camminava a grandi passi per l'intera stanza.

« Smettila di vagare come un'anima in pena, » lo minacciò senza troppe cerimonie, puntandogli un dito contro. Auguste alzò lo sguardo sul figlio e, sospirando scocciato, tornò annoiato al suo prezioso libro, « O giuro che ti uccido prima che tu possa anche solo infilare la punta del tuo misero– »

« Fallo! Fallo, e poni fine a questa follia, prima che inizi davvero! » lo supplicò, voltandosi di scatto e sorprendendo il gruppo di amici. Cesàr e Nathan, sghignazzarono divertiti, rompendo il silenzio che si era creato. Anche Dorian e Arthur si permisero di sorridere sornioni.

« Hai paura, » constatò con soddisfazione il primo gemello, « E chi lo avrebbe mai detto? »

Gabriel roteò gli occhi, agitando infastidito una mano, come per cacciare via una mosca.

« Non ho paura di niente! Specialmente di una ragazzina sgradevole, cocciuta e testarda come lei! »

« Pardon, » sussurrò una voce, alle sue spalle e gli uomini alzarono gli occhi incuriositi verso la nuova arrivata.

La figura esile di Alessia fece silenziosamente il suo ingresso nel salotto e tra le mani trasportava un piccolo vassoio. Durante quella prima settimana, aveva imparato com'era organizzata la vita all'interno dello chalet, assieme a quella strana famiglia che la teneva prigioniera.

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora