Entrò in un'ala dello chalet che fino a quel momento le era stata proibita. Finalmente ne intuì il motivo: dava accesso a una possibile via d'uscita. E ora era lì, a un passo dalla libertà.
Mai però le era sembrata così lontana.
Gabriel si era vestito prima di lei ed era sceso, ordinandole di non fare colazione e andare direttamente verso quella porta che non aveva mai varcato.
Si ritrovò in quella che a tutti gli effetti era una stalla, l'odore era fin troppo riconoscibile. Era divisa in una dozzina di logge, e quasi tutte erano vuote. Trovò l'uomo proprio sull'uscita, assieme a due cavalli sellati. Gabriel stava accarezzando con dolcezza la criniera di quello dal manto più chiaro. Il più scuro era imponente, fiero, e Alessia si avvicinò con cautela.
« È innocuo, » la accolse con un sorriso, « Avvicinati, non ti farà nulla. »
« S-sono bellissimi, » mormorò incantata. Si arrischiò di posare una mano sul muso del cavallo bruno e come Gabriel le aveva promesso, si dimostrò docile e propenso a qualche carezza.
« Ho appena finito di prepararli, possiamo partire. » Alessia, intenta ora a dare attenzioni alla cavalla dal manto grigio, registrò a scoppio ritardato le sue parole e ritrasse subito la mano dal muso dell'animale.
« Andremo a cavallo? » Il tono preoccupato mise in guardia Gabriel.
« Qualcosa non va? »
Il silenzio della ragazza però non presagiva nulla di buono. La mente dell'uomo si mise subito in moto. Quel giorno non avrebbe accettato problemi di alcun genere. Il suo piano sarebbe dovuto andare a buon fine, e avrebbe impiegato tutte le forze necessarie per fare in modo che tutto—
« I-io non ho mai... » mormorò infine lei, la frase lasciata in sospeso forse per la vergogna. Teneva lo sguardo fisso sul pavimento, torturandosi le mani con agitazione.
L'ansia di Gabriel svanì del tutto.
... Non sa andare a cavallo!
Lasciò spazio invece a una folle e innaturale voglia di stringerla tra le braccia e non lasciarla più andare.
« Allora lasceremo Anis qui e andremo con Citron, » riuscì a risponderle, dopo aver ripreso il controllo di sé.
« Siete pronti? » Dal grande portone sbucò Nathan. Alessia ne rimase più che sorpresa. « Certo che hai scelto proprio una bella giornata per— »
« Un piccolo cambio di programma, ma arriviamo. Aiutala a salire sul mio cavallo. » L'amico forse avrebbe voluto replicare con qualche commento malizioso, ma Gabriel gli lanciò un'occhiata eloquente e questo bastò a fermarlo.
Si pentì per l'ennesima volta di aver informato di quell'uscita i quattro amici: lui e il gemello non avevano fatto altro che deriderlo maliziosamente. Gli unici due che non avevano proferito parola erano stati Arthur, come suo solito, e Dorian. Ma lo sguardo sapiente di quest'ultimo, che non l'aveva lasciato in pace neppure per un secondo, era stata probabilmente la cosa più irritante.
Sospirò e richiuse il cancellino di legno del box dietro di sé. Anis si avvicinò subito alla palizzata e sbuffò contrariata.
« Magari la prossima volta, » le sorrise con tristezza, accarezzandole il muso. « Te lo prometto. »
Raggiunse Citron, su cui Alessia si era seduta all'amazzone a causa del vestito, e senza difficoltà montò in sella all'animale. La giovane perse per un attimo l'equilibrio e si aggrappò al suo giubbotto scuro, poi lo lasciò subito andare.
STAI LEGGENDO
The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspetti
ChickLitAlessia non ha mai davvero scelto niente per sé. Tutto le era imposto, giorno dopo giorno, dalla madre, che dettava legge in casa e nella sua vita. Poco male: vent'anni le erano bastati a farla abituare a quella sorta di schiavitù, e quando iniziata...