Rientrò in camera solo dopo cena. Gabriel sembrava ancora non essere tornato. In quei giorni era capitato che gli uomini facessero più tardi del solito, soprattutto lui e suo padre Auguste.
Meglio per me, ho più tempo per trovare un modo per scappare da qui.
Evitò anche solo di posare gli occhi su quel materasso ancora sfatto, e si diresse spedita verso il divanetto sotto l'abbaino. Aveva provato ad andare in quella che era stata camera sua fino al giorno prima, ma la porta chiusa a chiave era stato un chiaro messaggio di Auguste: dato che ora era la compagna di Gabriel, dovevano condividere lo stesso letto.
Appoggiò la fronte al vetro della finestra. Anche da lì la vista era spettacolare: nonostante il buio, grazie alla luna piena riusciva a scorgere un piccolo fiumiciattolo, a poche decine di metri dallo chalet e lontano si intravedeva il profilo di una catena di montagne innevate, la più alta sulla sinistra.
« C'est la Dame Blanche. »
Alessia sobbalzò. Gabriel era sulla soglia del bagno, con addosso solo un asciugamano a coprirgli la vita. Con un altro si asciugava i riccioli fradici.
Quando accidenti è tornato?
« Il Monte Bianco, » le spiegò osservando il suo sguardo confuso. « In Francia lo chiamiamo anche così. Dame Blanche. Dama Bianca. » Avanzò verso di lei, ma Alessia si alzò immediatamente ed evitando il suo sguardo, gli passò accanto. L'uomo prontamente la fermò per un polso.
« Où tu vas aller? »
La ragazza cercò di divincolarsi, ma senza risultati.
« Sto solo andando in bagno, » rispose infastidita, dopo che Gabriel le ripetè la stessa domanda nella sua lingua. « Voglio cambiarmi, e andare a letto. »
Gabriel ghignò divertito.
« Sai, vero, che sprechi solo del tempo, a indossare qualcos'altro? Non ti servirà a niente una camicia da notte, a letto con me, » le insinuò malizioso, osservandola arrossire. « Spogliati qui, e basta. »
Alessia sgranò gli occhi.
Questo mai.
« Sei un dannato maniaco! »
« È un ordine, Alessia, » l'avvisò, stringendole ancora di più il polso.
« No! » si ribellò. Straordinariamente riuscì a scappare dalla presa ferrea dell'uomo, e spaventata corse verso il bagno, dandogli le spalle.
Errore imperdonabile.
Gabriel la raggiunse prima che riuscisse a toccare il pomello della porta, e la bloccò contro di essa, imprigionandola contro il suo corpo, i polsi stretti sopra la sua testa da una mano di lui, mentre l'altra le teneva fermo il mento.
« Cosa ti avevo detto? » ringhiò pericoloso, a un passo dalle sue labbra. « Devi. Eseguire. Ogni. Mio. Ordine. » Senza aspettare che la giovane eseguisse effettivamente ciò che le aveva imposto, la trascinò verso il letto, e cominciò a spogliarla lui stesso, tirando qualcosa e strappando qualcos'altro. Alessia cercò invano di fermarlo, ma Gabriel era nettamente in vantaggio grazie alla sua forza fisica. In pochi istanti, la ragazza rimase nuda di fronte a lui, nudo come lei. Il telo gli era probabilmente caduto durante la colluttazione. Con prepotenza la fece girare di schiena rispetto a lui, e la fece appoggiare contro il suo corpo. Senza problemi la giovane sentì la sua presenza turgida contro la base della schiena e serrò gli occhi, di nuovo spaventata. Lo sentì ridere della sua paura, e poi sobbalzò quando le sue labbra iniziarono a succhiare aggressive la base del collo, un punto proprio sotto l'attaccatura dei capelli, esattamente al centro della linea delle scapole. Tremò quando le sentì poi raggiungere una spalla, e nel contempo le mani di lui sul seno. Mugugnò lamentandosi del fastidio, quando lo strinse con poca cura.
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The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspetti
ChickLitAlessia non ha mai davvero scelto niente per sé. Tutto le era imposto, giorno dopo giorno, dalla madre, che dettava legge in casa e nella sua vita. Poco male: vent'anni le erano bastati a farla abituare a quella sorta di schiavitù, e quando iniziata...