25 - L'associazione (Parte 1)

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Da ore giocava con il ciondolo d'argento, avvolgendo tra le dita la catena sottile. Il dolore all'inguine era quasi del tutto sparito: non rimanevano altro che piccole fitte, che seguivano il ritmo del pulsare del sangue nelle vene. Era consapevole del fatto che da quel momento la ferita sarebbe guarita senza problemi, solo grazie alla giovane donna che gli riposava vicino.

Seduto contro i cuscini, abbassò gli occhi su lei addossatagli contro il fianco sinistro, un braccio accavallato sul ventre e il viso che riposava sugli addominali nudi, la gamba intrecciata tra le sue, come la notte prima. Rispetto al risveglio precedente, non l'aveva allontanata.

Prima che se lo potesse impedire, lo sguardo cadde sulle sue labbra dischiuse. La sua angoscia era rivolta solo e soltanto a quelle. Non riusciva a capacitarsi del fatto di averle desiderate, poche ore prima. Era sceso sulla sua bocca bramoso di quel contatto, la mente completamente sgombra di qualsiasi pensiero che non fosse baciarla, e all'ultimo la ragazza, ancora addormentata e dopo essersi strofinata gli occhi, si era raggomitolata nascondendo il viso dietro il dorso di una mano. Gabriel si era congelato a metà gesto, ridestatosi dall'attimo di follia.

Sconvolto, non era più riuscito a riprendere sonno.

Che cosa cazzo mi ha preso? Si domandò esasperato, passandosi la mano libera sul viso. Fremette, accorgendosi che non aveva utilizzato l'altra perché impegnata a riposare sulla spalla nuda di Alessia. Solo in quel momento si accorse del calore che si espandeva dalla sua pelle al suo palmo, e ne contemplò l'effetto che gli fece. Cautamente lasciò che i polpastrelli ne studiassero la forma in una delicata carezza. Indugiò qualche secondo, per poi decidere di scendere lungo il braccio, al caldo sotto il piumone. Si beò di quel calore anche lui, dondolando le dita in piccoli e leggeri cerchi concentrici, fin dove arrivava, che provocarono brividi incoscienti sia ad Alessia che a lui stesso. Tracciò un'ampia curva con le nocche della mano, per arrivare alla schiena su cui poggiò il palmo completamente aperto, e rilasciò un sospiro agitato.

Alessia si mosse nel sonno e la sua mano, dal fianco, scese inerme accanto alla benda pulita. Gabriel ne osservò silenzioso il movimento. La repulsione che sentiva nel toccarla e farsi toccare da lei, era svanita e non ne aveva compreso appieno la causa. Le uniche volte in cui aveva permesso alla ragazza di toccarlo davvero, o lui di toccare lei, era stato durante il sesso. Mai, per nessuna ragione, all'infuori di quei momenti. Ebbe la sensazione che quel ribrezzo non avesse lasciato alcun vuoto, come se fosse stato scambiato con qualcos'altro.

... Forse con la delizia che provava a contatto con il suo corpo.

Il trillo della sveglia analogica sul suo comodino lo riscosse all'improvviso. Tentò di spegnere in fretta l'allarme, ma questa svegliò comunque la giovane. Gabriel si tese, aspettando.

Osservò Alessia riprendersi lentamente, le labbra distese in un broncio per il brusco risveglio. Nascondendo la bocca dietro una mano sbadigliò, e la riappoggiò fiaccamente sul torace dell'uomo, accarezzandolo inconsciamente, con molta probabilità. Gabriel gemette sconcertato per la sensazione che gli diede quel tocco e la ragazza si riscosse al suo lamento. Alzò il viso verso quello di lui e lo osservò confusa, in totale silenzio.

Il giovane non apprezzò il gelo che gli penetrò nella pelle quando si scostò da lui. Ebbe la malsana voglia di fermarla, farla tornare accanto a sé. Tentennò troppo e ne perse l'occasione: Alessia si era già alzata. Fu sul punto anche di richiamarla, con un ordine magari, temendo che sarebbe uscita dalla stanza, ma si trattenne vedendola aggirare il letto e raggiungerlo dall'altra parte. Non lo degnò di uno sguardo, aprendo il cassetto del suo comodino per tirarne fuori un paio di garze e cerotti medici.

Gabriel non fu da meno. Rimase in perfetto silenzio, mentre si lasciava scoprire fino ai lombi. Non fiatò neanche quando Alessia si sedette accanto a lui, strappando con delicatezza il vecchio bendaggio per posizionare quello nuovo.

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora