38 - Chiacchiere

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Quella volta impiegò solo pochi secondi per fare mente locale: era già passato più di un mese da quel giorno, e ormai svegliarsi in un posto che non fosse la sua vecchia stanza non era più una brutta sorpresa. Esattamente come ormai aveva fatto l'abitudine ritrovarsi nel letto di Gabriel anziché in quello in cui aveva riposato la prima settimana.

Schiudendo gli occhi, la prima cosa su cui posò lo sguardo fu la camicia grigia dell'uomo, abbandonata sulla poltrona poco distante. Nel torpore del risveglio registrò il suo respiro lento e regolare che le solleticava l'orecchio destro. Inumidendosi le labbra ravvivò il vago sapore della bocca di Gabriel che le aveva rubato quel lungo bacio la notte precedente. Muovendosi impercettibilmente riprese coscienza del proprio corpo e la pelle le trasmise la presenza di quello di lui. Annusò l'aria satura del profumo dell'uomo, a cui lentamente si andava ad accostare il proprio, giorno dopo giorno.

Non trovò nulla di strano, in tutto ciò. Si sentiva a proprio agio, immersa in una tranquillità ordinaria di cui mai avrebbe immaginato di poter condividere con quell'uomo. Nonostante tutto, la stava vivendo.

Tuttavia, in quella nuova ordinarietà si era insinuata un'inaspettata singolarità: la stava abbracciando. Non era un abbraccio debole, assente. Gabriel era completamente avviluppato a lei, con le gambe intrecciate alle sue e le braccia che la tenevano saldamente prigioniera contro il suo petto. Non c'era un centimetro di pelle che non fosse a contatto con quella della ragazza. Così vicini che Alessia riusciva a sentire, seppur debolmente, il pulsare costante del sangue che scorreva nelle vene dell'uomo, interrotto solo dalla sensazione del torace di lui che si muoveva regolare contro il suo petto.

Talmente avvinghiato a lei, che la ragazza sentì muoversi anche qualcos'altro.

La giovane arrossendo provò ad allontanarsi dalla sua stretta, il più silenziosamente possibile, ma nel sonno Gabriel non la lasciò andare. Alessia non si diede per vinta e furono i suoi leggeri tentativi di fuga che lo svegliarono.

« Se stai tentando di scappare anche oggi, » la sorprese la voce assonnata di Gabriel, mentre questo affondava il viso nei capelli della ragazza stringendola di più contro il suo corpo e assaporandone il contatto, « ti incateno a questo letto a vita. »

Non fu la ridicola minaccia del compagno a fermare i suoi tentativi di fuga, ma ciò che fece l'uomo subito dopo, che non le lasciò il tempo di metabolizzare: Gabriel aveva cominciato a sfiorarle la schiena in una lunga carezza, fino a disegnarle la curva dei fianchi.

« Gabriel, c-che stai facendo? » sobbalzando quando sentì l'uomo mugugnare deliziato contro il suo collo, diventato preda di una lunga serie di baci strascicati. Alessia era sull'orlo di un imbarazzo tale da essere sicura di stare andando in iperventilazione.

Non si è mai comportato così.

Un brivido la investì quando la mano del giovane percorse stancamente un tragitto fatto di ghirigori dalla schiena fino ai fianchi.

« Ti sto ricordando che non mi stancherò mai del tuo corpo, » le rivelò, sorprendendola e le rubò un altro tremore quando soffiò contro la clavicola umida di baci. « E in più, ti sto svegliando. »

« E-Ero già sveglia, » riuscì a rispondergli, naufragando in quella fin troppo piacevole distrazione. « Poi ci sono altri modi di svegliare una persona, » gli fece notare, nascondendo a stento un mugolio di piacere.

« Credo che questo sia più divertente e... appagante. Hai qualcosa in contrario? » la sfidò divertito, lasciando che una mano si posasse leggera su un suo seno. Le donò un sorriso provocante, beandosi del rossore pudico sulle sue guance che aveva provocato lui stesso.

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora