50 - E se vinci tu?

240 27 0
                                    

« Idiozie, » sbottò Christian. Alexene ne rimase allibita.

« Auguste ha detto che— »

« Non devi credere a quell'uomo. Né a lui, né a quello a cui ti hanno vincolata. » La fermò la sentinella. La ragazza sospirò irritata. « Vincolata. Se hai appena detto— »

« Lo so che cosa ho appena detto, Alex. » Christian aveva abbandonato i titoli altisonanti dopo la tremenda sfuriata che aveva ricevuto da lei, il giorno prima, all'ennesimo Vostra Altezza. Non ne era rimasto troppo sorpreso, anzi. L'ammirazione per la giovane era cresciuta ancora di più. Somigliate terribilmente a vostro padre. Avete la sua stessa forza d'animo e traboccate di bontà come vostra madre. Non c'è dubbio, le aveva detto con sentimento. Voi siete davvero Alexene. La ragazza gli aveva sorriso con imbarazzo e un velo di tristezza le era passato nelle iridi nocciola. Assomigliava anche a qualcun'altro. Assomiglio a Sophie.

« Puoi spiegarti meglio? » gli domandò esasperata, incrociando le braccia.

« Quello che voglio dire, è che solo per loro vale ancora quella cerimonia. A Fleur De Lys non funziona così da oltre un secolo! Chi mai permetterebbe di vincolare in un modo così crudele la donna all'uomo, senza che lei abbia la possibilità di giurare lo stesso amore, se vogliamo chiamarlo romanticamente così, che dice di offrirle l'uomo? » le spiegò con pazienza.

« Oh, ma prego, » rise Gabriel con fastidio. « Fate pure come sei io non fossi qui. »

« E' una cerimonia barbarica e ignobile, » continuò a spiegare Christian, come se non avesse affatto sentito il commento dell'altro.

« Ignobile e barbarico è stato il vostro agguato del mese scorso, quando una delle vostre frecce mi ha quasi ucciso! » ringhiò adirato lui, spostandosi dai gradini su cui si era seduto per fronteggiare la sentinella che a sua volta si era alzata dalla panchina. L'unica barriera a dividerli erano solamente le sbarre della cella.

« Una freccia sprecata. »

« Ringrazia la tua Principessa, perchè sono vivo solo grazie a lei, » sorrise Gabriel, gongolando del suo sguardo furioso.

Se avesse avuto un altro modo di assistere a quella sceneggiata che i due uomini le stavano presentando davanti ai suoi occhi, Alexene non avrebbe risparmiato un paio di genuine risate.

Ma quella non era una commedia.

Un uomo innocente era chiuso in cella senza possibilità d'appello.

Un'altro era prigioniero nel ricordo doloroso della gemella morta.

Una donna era stata privata della libertà di poter scegliere.

« Gabriel, » lo chiamò. Entrambi si voltarono sorpresi, come se si fossero ricordati solo in quel momento che era presente anche la ragazza. « Me lo avevi promesso. »

Sì, glielo aveva promesso, il giorno prima.

Il compagno mugugnò, ricordando il raggiro.

~~~

Rientrarono dal turno di ronda tutti e cinque insieme, quella sera. Gli amici non vedevano l'ora di tornare dalle proprie mogli. E Gabriel condivideva lo stesso ansioso sentimento. Era sempre più difficile starle lontano. Aveva un assurdo bisogno di percepire la sua presenza accanto, per questo seguì i compagni direttamente verso il salotto, al contrario delle sere precedenti, quando si fermava prima nello studio di suo padre per il solito rapporto. Da quel giorno in poi avrebbe aspettato.

Alexene era la sua priorità assoluta.

Fu il primo a varcare la soglia. La trovò a parlottare fitta fitta con le altre ragazze, sul viso un vago rossore imbarazzato. La trovò particolarmente attraente, stretta in quell'abito verde acqua, semplice come sempre. Aveva raccolto i capelli in una coda, quindi potè ammirare meglio l'ampio scollo che le lasciava le spalle nude.

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora