49 - Fiducia

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In quel piccolo gesto le aveva anticipato il dono che l'attendeva in camera da letto, e le lasciava la scelta di accettarlo o meno. Lascio tutto nelle sue mani.

In cuor suo, aveva sperato che la ragazza rispondesse al suo bacio, come aveva fatto a Capodanno. Quando invece la giovane gli pose una leggera pressione sul petto, Gabriel credette di morirne.

Passo falso.

Con sincero orrore, vide con un occhio al futuro i suoi incubi diventare reali. Non avrebbe più potuto osservarla, accarezzarla, baciarla, riempirla di lui. L'avrebbe escluso totalmente dalla sua vita e lui — sconfitto, conquistato, innamorato — avrebbe rispettato la sua volontà. Settimane prima non avrebbe tentennato un attimo nell'ottenere ciò che voleva: muovendo mari e monti, sarebbe stata sua.

Aveva cercato i suoi occhi, con il cuore in gola, ma la compagna aveva tenuto il capo abbassato sulla ghiaia e i capelli ne celavano lo sguardo. Allora aveva pazientemente atteso che pronunciasse una qualsiasi parola, ma più i minuti passavano, più l'alba si alzava in cielo per lasciare posto al mattino. Ad un certo punto aveva desiderato richiamarla all'attenzione, ma si era ritrovato incapace di chiamarla per nome.

Alessia?

Alexene?

Come vuole essere chiamata ora?

« Voglio andare in camera, » l'aveva sentita mormorare infine. Gabriel allora aveva fatto per allontanarsi e lasciarla riposare. Non si impose. Non replicò. Era giusto che la giovane non lo volesse accanto, con tutto il male che le aveva fatto, e i segreti che le aveva nascosto. Poco importava ormai; se ne sarebbe fatto una ragione, pur di saperla serena. La mano di lei lo aveva fermato con delicatezza, impedendogli di compiere un solo altro passo. Poi, con un filo di voce, aveva aggiunto due brevi parole che avevano capovolto l'intero futuro che il compagno aveva appena accettato di dover vivere. « Con te. »

Gabriel raggelò. Cercò milioni di significati diversi per quella frase e per quella mano che lo tratteneva con una non tanto celata disperazione, eppure c'era qualcosa nel tono con cui si era pronunciata che purtroppo non gli lasciava nessun dubbio.

Timore.

Non esisteva nessun'altra lettura in quelle parole, se non la scelta della giovane di fidarsi di nuovo del compagno. Anche se provava timore. La rivelazione scioccò Gabriel e ne ebbe paura: l'ansia l'aveva colto impreparato, e l'orrore delle sue azioni e parole passate lo immobilizzò. Il solo sapere che la compagna era disposta per l'ennesima volta a dargli una fiducia che non aveva mai meritato davvero, lo straziò.

Se è così, ti prego: non farlo, la supplicò nel cuore, incapace di trovare la voce.

Non aveva mai avuto così tanto terrore di qualcosa quanto la paura di deluderla.

Non mi fido di me stesso.

Le farò di nuovo del male.

Questo era ciò che si era ripetuto per tutto il tragitto, dopo che senza protestare aveva seguito docilmente la giovane.

Stretto in quella morsa di terrore che lo aveva assalito pochi istanti dopo quel bacio riempito di promesse, posava ogni passo con difficoltà, come quando in un incubo non riusciva a controllare i movimenti del proprio corpo.

Ho paura.

Ogni gradino che insieme salivano, lo avvicinava sempre di più a quel momento che più volte aveva bramato con tutto se stesso.

Ora, con tutto se stesso, desiderava scappare il più lontano possibile.

Invece la mano della compagna non gli aveva lasciato la possibilità di fuggire: le dita sottili e fredde si erano intrecciate in quelle tremanti di lui e lo avevano trascinato via da quel luogo di dolore e tristezza. Gabriel non riusciva ad opporsi, gioendo invece di quel delicato contatto che almeno un poco sembrava affievolire i suoi tormenti.

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora