31 - La compresione (Parte 2)

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Aveva passato una buona mezz'ora in ginocchio, eppure non sembrava che quell'immobilità gli avesse arrecato danni. La ferita era praticamente guarita e prometteva di lasciare solo un brutto ricordo e una cicatrice sbiadita. Inspirò appieno l'aria fresca di montagna, sempre più fredda con l'arrivo del buio, e decise di rientrare in casa. Presto la cena sarebbe stata pronta. Si domandò se anche quella sera la ragazza si sarebbe occupata di qualche leccornia. L'aver scoperto che era lei, e non sua madre, ad avergli preparato i cibi durante la sua convalescenza a letto, lo aveva destabilizzato. Quante altre volte era rimasta in cucina, magari anche da sola? Era circondata da coltelli e oggetti contundenti che avrebbe potuto benissimo utilizzare per far fuori tutti all'interno di quella casa. Per tutto il pomeriggio non era riuscito a pensare ad altro che al pericolo che stavano correndo permettendole quella libertà, seppur così piccola.

Rientrò dalla portafinestra e si ritrovò nella sala da pranzo ancora vuota, ma con la tavola già imbandita. Un intenso odore di carne e verdure stufate saturava l'ambiente. Ancora, però, sentiva quel profumo. Sollevò gli occhi verso la cucina e rimuginò: era passato troppo tempo da quando le era stata accanto. Se Alessia fosse stata lì dentro, il giovane avrebbe tirato due colpi con una sola pietra, rimanendole accanto e tenendola lontana da qualunque oggetto potenzialmente pericoloso.

Con rinnovata decisione, aprì la porta della cucina, e i suoi piani andarono in fumo.

Tre paia di occhi si puntarono sulla sua figura sgonfiata. Ad aiutare sua madre, c'erano solo Ginette ed Elettra. Di Alessia, nessuna traccia.

« Oh, capiti a proposito, Gabriel! » esclamò sollevata la madre. L'uomo entrò nella stanza, confuso.

« Per favore, puoi portare Noelle dagli altri? » Lo pregò Ginette, indaffarata ai fornelli. Solo allora si accorse della piccola figura che giocava tranquilla accanto alle ragazze. « Dobbiamo finire di preparare le ultime cose, ho paura che si faccia male qui in cucina. » Gabriel annuì e si avvicinò alla piccola, che appena lo vide tese felice le mani verso l'uomo.

« Su, » l'accolse Gabriel a braccia aperte.

« Avevi bisogno? » gli chiese la madre, notando che ancora rimaneva fermo a osservarle.

« ... Dov'è la ragazza? »

Tutte e tre smisero di cucinare, prestandogli attenzione.

« Perché lo vuoi sapere? » si insospettì Elettra, esibendosi in un largo sorriso sornione. Gabriel roteò gli occhi, con esasperazione.

« È in salotto assieme gli altri, » gli disse poi Eleonore. « Siamo un po' in ritardo con la cena, intrattieniti con loro, per favore. »

« Certo, » la rassicurò con nonchalance.

La speranza si riaccese. Si sistemò Noelle tra le braccia e a grandi passi uscì dalla cucina, diretto di gran lena verso la sala. Ancora non aveva idea di cosa avrebbe combinato, ma avrebbe fatto tutto il possibile per drogarsi ancora di lei, anche solo per pochi istanti.

Trovò la porta socchiusa, e il leggero vociare gli ricordò che Alessia purtroppo non era sola. Si fermò, non sapendo come uscirne. Non riusciva a scorgere nulla dal sottile spiraglio della porta e rimase immobile, indeciso sul da farsi.

« Scusa piccola, mi ero distratta... » Distinse la sua voce tra le altre e con curiosità si sporse per ascoltare, sotto lo sguardo curioso e innocente di Noelle, alla quale fece un rapido occhiolino.

« Perché pensavi a Gabriel? » Il silenzio che seguì la domanda di Rose lo caricò di tensione. Ancora di più la risposta impacciata e imbarazzata di Alessia.

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora