52 - Una mamma

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« Lo voglio morto! » ringhiò adirato, puntando gli occhi irosi in quelli del padre.

« Non sei un assassino, Gabriel, » intervenne Arthur, dietro di lui. « Lo hai detto tu stesso. »

« Non ero in me. Non sapevo quello che volevo, ora lo so. » L'uomo scrollò le spalle, cercando di scacciare via l'orribile ricordo. « Lo voglio morto, » sbraitò, indicando con il braccio fremente il ragazzo a pochi passi da lui, ben protetto dallo scudo umano dei gemelli e di Dorian che allo stesso tempo si accertavano che non si arrischiasse a fare nessun gesto sconsiderato nei confronti del capofamiglia e di suo figlio.

Auguste, impassibile come sempre, si limitò a squadrare il volto di Gabriel cercando forse di intuirne i pensieri. Qualche istante dopo tornò al volume che stava consultando da quella mattina.

« Ci limiteremo ad allontanarlo dalla proprietà, » sentenziò risoluto.

« Che cosa?! » esclamò sgomento Gabriel.

« Farà ritorno giù in paese e sarà tenuto sotto controllo da alcuni uomini. »

Il giovane, tremante d'ira si avvicinò di qualche passo alla scrivania del padre.

« Cosa gli impedirà di tornare?! »

« Una minaccia di morte, » concluse Auguste, alzando lo sguardo verso Reneé. Il giovane non sembrò mostrare timore, alzando invece il mento con orgoglio. Fu il padre di Gabriel a distogliere gli occhi, concludendo così la sentenza. « Portatelo via. »

Rimasti soli, Gabriel sbattè entrambi i palmi sul tavolo, completamente accecato dall'odio verso Reneé e furioso per il verdetto così indulgente ricevuto.

« Se dovesse succederle di nuovo qualcosa- » cominciò, ma Auguste lo bloccò immediatamente, chiudendo il tomo in un sordo colpo.

« Ho notato come la guardi, Gabriel, » lo sorprese. « Speri davvero che quella ragazzina possa provare un giorno ciò che senti nei suoi confronti? Forse possiede un gran cuore, questo non te lo nego, ma tutto quello che riuscirà a provare per te sarà solo pietà. »

Le parole del padre lo colpirono al cuore più di quanto già non avessero fatto le sue supposizioni di qualche giorno prima. « Io- »

« Dimenticala. Avevi già perso il suo affetto prima ancora sperare di averlo. Concentrati sulla missione, » lo ammonì. « Dovresti sentirti! Stai parlando quasi solo la sua lingua da quando è arrivata! Non perdere la testa per una ragazzina! »

« Lei non è una ragazzina. Non è una donna qualunque, » ringhiò furente. Auguste si alzò per fronteggiarlo minaccioso.

« E' una ragazzina che sa che qui non è al sicuro. E' una ragazzina che sa che noi siamo i cattivi. E' una ragazzina che non ti amerà mai. »

Il getto caldo della doccia lo colpì al petto. Come aveva fatto anche lei.

Sconfitto. Conquistato. Innamorato.

Avvilito e sfiduciato.

- Non ti amerà mai. -

L'aveva messo in conto, quando pochi giorni prima era finalmente sceso a patti con il suo cuore ed aver ammesso di amarla. Almeno a se stesso. Sentirselo dire in faccia, tuttavia, era tutt'altra cosa. Un'amore non corrisposto, ecco il suo destino. Lui era la terza vittima di quel gioco di potere, crudele e malsano.

Prima Sophie, che aveva pagato con la sua vita. Poi Alexene, che aveva pagato con la sua libertà. E infine lui, che aveva pagato con il suo cuore.

- Non ti amerà mai. -

The Way - Quando L'unica via è quella che non ti aspettiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora